Dalla Terra Santa appelli per la pace

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“Continuo a pensare alla grave situazione in Palestina e in Israele, dove tantissime persone hanno perso la vita. Vi prego di fermarvi, in nome di Dio: cessate il fuoco! Auspico che si percorrano tutte le vie perché si eviti assolutamente un allargamento del conflitto, si possano soccorrere i feriti e gli aiuti arrivino alla popolazione di Gaza, dove la situazione umanitaria è gravissima.

Si liberino subito gli ostaggi. Tra di loro ci sono anche tanti bambini, che tornino alle loro famiglie! Sì, pensiamo ai bambini, a tutti i bambini coinvolti in questa guerra, come anche in Ucraina e in altri conflitti: così si sta uccidendo il loro futuro. Preghiamo perché si abbia la forza di dire basta”.

Anche domenica scorsa al termine della recita dell’Angelus papa Francesco ha chiesto di mettere fine al conflitto che sta distruggendo la Terra Santa, chiedendo la possibilità di soccorrere i feriti e la liberazione degli ostaggi, soprattutto bambini.

Nel frattempo il patriarca di Gerusalemme dei Latini, card. Pierbattista Pizzaballa, ha chiesto preghiere ed aiuti per chi vive in difficoltà: “L’attuale crisi non ha causato solo morte, distruzione e fame a Gaza, ma anche un alto tasso di disoccupazione, soprattutto nell’area di Betlemme, e altri problemi sociali in tutta la Terra Santa.

Stiamo affrontando una crisi che colpisce innumerevoli famiglie di diverse religioni e tutte le nostre istituzioni, comprese scuole, ospedali e parrocchie. A Gaza, le nostre risorse materiali sono state estese oltre le nostre mura per includere i vicini sofferenti e coloro che si sono rifugiati altrove”.

Ed ha raccontato le condizioni in cui si vive: “Lo spirito di coordinamento è stato evidente, poiché anche collaboratori locali hanno dato una mano. Condividiamo praticamente tutto, dal cibo all’acqua, dai medicinali alle forniture. In questo momento difficile abbiamo imparato che per ricostruire il mondo fisico dobbiamo costruire e proteggere la fiducia tra le persone”.

Infine ha ringraziato tutti coloro che sostengono la Chiesa in Terra Santa: “Centinaia di persone da tutto il mondo ci hanno contattato e ci hanno già aiutato a offrire un sostegno concreto. Sappiamo cosa dobbiamo fare.

Lo abbiamo fatto con tutto il cuore nelle crisi precedenti e senza dubbio lo faremo ancora. Aiutateci a generare di nuovo il contesto necessario affinché, in questa società segnata dall’odio, si possano ancora gettare i semi della fiducia, della speranza e dell’amore”.

Mentre lo scorso 29 l’Agenzia Onu per l’assistenza ai profughi palestinesi (Unrwa) ha riferito che migliaia di persone hanno fatto irruzione in diversi magazzini e centri di distribuzione dell’Agenzia nelle aree centrali e meridionali della Striscia di Gaza, portando via farina di grano e altri beni di prima necessità come prodotti igienici, secondo la testimonianza del commissario generale Philippe Lazzarini:

“Mentre parliamo, le persone a Gaza stanno morendo. Muoiono a causa delle bombe e degli attacchi, ma presto molti altri moriranno a causa delle conseguenze dell’assedio imposto alla Striscia di Gaza. I servizi di base sono fatiscenti. Le medicine si stanno esaurendo. Cibo e acqua stanno finendo. Le strade di Gaza hanno iniziato a traboccare di liquami. Gaza è sull’orlo di un enorme rischio sanitario poiché le malattie incombono”.

Ed ha raccontato quello che è avvenuto nei giorni scorsi: “I civili hanno già pagato un prezzo sconcertante: più di un milione di sfollati, interi quartieri rasi al suolo, migliaia di morti, altre migliaia di feriti senza quasi più accesso agli ospedali. Ogni giorno sta diventando un giorno triste per le Nazioni Unite e l’Unrwa poiché il numero dei nostri colleghi uccisi aumenta.

Ad oggi risultano uccisi almeno 53 miei colleghi. In un giorno abbiamo avuto la conferma che 15 persone sono state uccise. Sono madri e padri. Persone meravigliose che hanno dedicato la loro vita alle loro comunità. Se non fossero stati a Gaza, avrebbero potuto essere tuoi vicini. Un collega è morto mentre andava a prendere il pane in un panificio. Ha lasciato sei figli”.

Infine il commissario generale dell’Unrwa si è rivolto al mondo: “Mi addolora che gli aiuti umanitari, un diritto fondamentale per le persone, siano costantemente messi in discussione proprio mentre la disperazione viene trasmessa in streaming sotto i nostri occhi.

I miei colleghi di Gaza riferiscono che gli ultimi servizi pubblici rimasti stanno crollando; le nostre operazioni di aiuto si stanno sgretolando e, per la prima volta in assoluto, riferiscono che le persone ora soffrono la fame”.

Anche da ‘Operazione Colomba’, il corpo di pace dell’associazione ‘Papa Giovanni XXIII’, arriva un drammatico appello dell’associazione ‘HuDa’: “Le persone fanno la coda per l’acqua e il pane. Ci sono tantissime persone che sono arrivate e stanno arrivando a sud e non sanno dove stare, si sono portati dietro pochissime cose, non hanno niente, sono fuggiti velocemente. Sono terrorizzati. Stiamo cercando dei fondi per aiutarli, del cibo.

Sono le drammatiche parole di Nada che, con suo padre e decine di altri volontari, fa parte di HuDA, Human Developmental Association, un’associazione con sede a al-Qarara, nel sud della Striscia di Gaza (distretto di Khan Younis) dove si occupa di sostegno educativo e psico-sociale a favore di bambini e giovani e di empowerment femminile. Come Operazione Colomba conosciamo HuDA da più di 20 anni, da quando nel 2002 abbiamo iniziato la nostra presenza in Palestina.

Rispondiamo quindi alla loro richiesta di aiuto urgente con questa campagna di raccolta fondi per supportare HuDA nel fornire un minimo sostentamento ed un aiuto materiale (cibo e beni di prima necessità) alla popolazione di Gaza. Ogni donazione è importante per queste persone che non hanno più cibo o un posto sicuro in cui stare”.

Ecco i modi con cui è possibile sostenere tale associazione attraverso la comunità ‘Papa Giovanni XXIII’; Bonifico: IBAN: IT04 X030 6909 6061 0000 0008 036; Conto Corrente Postale: 12148417; entrambi intestati a: Associazione ‘Comunità Papa Giovanni XXIII’ con la causale: 23R027 Sostegno HuDA Gaza.

(Foto: Operazione Colomba)

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