‘Cuori ardenti, piedi in cammino’ le missioni dei Cappuccini delle Marche nel mondo

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“Per la Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno ho scelto un tema che prende spunto dal racconto dei discepoli di Emmaus, nel Vangelo di Luca: ‘Cuori ardenti, piedi in cammino’. Quei due discepoli erano confusi e delusi, ma l’incontro con Cristo nella Parola e nel Pane spezzato accese in loro l’entusiasmo per rimettersi in cammino verso Gerusalemme e annunciare che il Signore era veramente risorto”.

Così inizia il messaggio di papa Francesco, ‘Cuori ardenti, piedi in cammino’, per la Giornata missionaria, celebratasi domenica scorsa; e proprio da questo incipit abbiamo chiesto a fra Giuseppe, missionario dei Frati Minori dei Cappuccini delle Marche, di raccontarci in quale modo è possibile avere ‘cuori ardenti, piedi in cammino’:

“Il cuore che ascolta Gesù riceve un fuoco, una energia interiore, la potenza dello Spirito Santo, che lo fa ardere. Non ci vuole molto a comprendere che sia proprio in virtù di tale ascolto di Cristo che il cuore umano trova la sua linfa vitale, il suo calore, la sua apertura. La persona di Cristo è la sorgente del fuoco inestinguibile che fa ardere il cuore. Contrariamente, il cuore si ammala di sclerocardia, secondo i detti dei padri, ossia la durezza del cuore”.

Come è possibile fare ‘ardere’ il cuore?

“Dopo aver ascoltato i due discepoli sulla strada per Emmaus, Gesù risorto ‘cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui’. Ed i cuori dei discepoli si riscaldarono, come alla fine si confideranno l’un l’altro: ‘Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?’. Gesù infatti è la Parola vivente, che sola può far ardere, illuminare e trasformare il cuore”.

Perché l’Eucarestia è la fonte della missione?

“Gesù nell’Eucaristia è culmine e fonte della missione perché, intorno alla mensa, gli occhi dei discepoli di Emmaus si aprirono e lo riconobbero quando Lui spezzò il pane. L’elemento decisivo che apre gli occhi dei discepoli è la sequenza delle azioni compiute da Gesù: prendere il pane, benedirlo, spezzarlo e darlo a loro”.

In quale modo tutti sono chiamati alla missione?

“Proprio nel momento in cui si riconosce Gesù in ‘Colui-che-spezza-il-pane’, ‘egli sparì dalla loro vista’, dalla vista dei discepoli. Questo fatto fa capire una realtà essenziale della nostra fede: Cristo che spezza il pane diventa ora il Pane spezzato, condiviso con i discepoli e quindi consumato da loro.

Così Cristo risorto è ‘Colui-che-spezza-il-pane’ e al contempo è il ‘Pane-spezzato-per-noi’. E dunque ogni discepolo missionario è chiamato a diventare, come Gesù e in Lui, grazie all’azione dello Spirito Santo, ‘colui-che-spezza-il-pane’ e ‘colui-che-è-pane-spezzato’ per il mondo”.

Per quale motivo san Francesco d’Assisi ‘volle’ le missioni?

“San Francesco nella sua spiritualità è stato ispirato dal desiderio dell’Apostolato degli ‘infedeli’. Vuole, tuttavia, portare il Vangelo in territori dove non era più presente o era impedito professarlo apertamente non senza subire angherie.

Nel suo tempo, ‘andare in missione’ era andare tra i saraceni, cercando di comportarsi nel modo indicato da lui stesso indicato: senza suscitare liti o controversie: malgrado le situazioni conflittuali in molti paesi.

Essendo ‘soggetti per amore di Dio, ad ogni umana creatura’: cosa non sempre facile in società in cui chi appartiene ad una minoranza (religiosa, etnica..) o è straniero è spesso visto e trattato come un cittadino di seconda classe.

Confessando ‘di essere cristiani’: senza imporsi, ma con il coraggio di dichiarare apertamente la loro identità e di rendere conto della fonte della loro fede. Annunciando la Parola di Dio: dove e quando è indicato, cioè quando piace al Signore”.

Le missioni cappuccine delle Marche operano particolarmente in Etiopia: quale è la situazione?

“Il periodo storico e politico che sta vivendo l’Etiopia non è sicuramente dei migliori. Dopo la pandemia, la guerra nella regione del Tigray, e le conseguenze di quella tra Russia e Ucraina, la popolazione si trova a dover fronteggiare problematiche sempre più ampie.

Su tutte l’aumento incontrollato dei prezzi, quasi al pari di quelli Europei, in un Paese dove lo stipendio medio è di solo qualche centinaio d’euro al mese. Paradossalmente chi vive nei villaggi più lontani dalla città, quindi più poveri, riesce a sostenersi in maniera più efficiente grazie all’agricoltura e all’allevamento.

Chi vive in città invece soffre gravemente lo squilibrio creatosi tra costo della vita e salario percepito. Anche il mantenimento dei progetti che abbiamo attivi risulta essere molto più dispendioso per la nostra missione, per non parlare delle costruzioni di nuove strutture di accoglienza e/o scolastiche che, senza il supporto dei governi, rischiano di rimanere soltanto dei sogni che non saranno mai realizzabili.

Ad ogni modo, con le donazioni dei nostri benefattori e con le attività di raccolta fondi che proponiamo, riusciamo comunque a mantenere tutti i nostri progetti attualmente attivi. Stiamo inoltre costruendo una scuola superiore all’interno del centro di recupero e reintegro dei bambini di strada di Soddo, che accoglierà 1.000 studenti”.

Quindi per chi vuole contribuire al sostegno delle missioni dei cappuccini ecco le modalità:

CASA BEATA VERGINE DI LORETO – RAMO MISSIONI ESTERE CAPPUCCINI ONLUS    CONTO BANCARIO: Intesa San Paolo – IBAN: IT85 S030 6909 6061 0000 0140 951 – BIC: BCITITMM;

CONTO CORRENTE POSTALE: C/C 1031615097;

 ASSEGNO BANCARIO INTESTATO A: MISSIONI ESTERE CAPPUCCINI ONLUS

(Tratto da Aci Stampa)

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