XXIX Tempo Ordinario: Dio e Cesare; Chiesa e Stato

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La tensione tra Gesù ed i suoi interlocutori ancora alquanto velata nella parabola del ‘Banchetto nuziale’, si fa ora aperta. Oggetto del  contrasto tra Gesù e i Farisei  riguarda questa volta il tributo a Cesare. ‘E’ lecito o no pagare il tributo a Cesare?’ Era certamente una trappola: se Gesù avesse detto:  Dovete pagare! Si sarebbe alienata la simpatia e stima di tutto il popolo;  se avesse detto: No!, non dovete pagare! Allora Gesù poteva legittimamente  essere accusato a Cesare come sobillatore del popolo. 

Gesù vede chiaramente l’ipocrisia dei farisei, suoi interlocutori: Consapevole che l’uomo è stato creato da Dio a sua immagine e somiglianza, Gesù chiede agli interlocutori una moneta con la quale si pagava il tributo a Cesare; mostrandola poi ai farisei chiede: di chi è questa immagine? E’ di Cesare?: allora restituite a Cesare ciò che è di Cesare; date a Dio ciò che è di Dio. Gesù così smaschera l’ipocrisia dei farisei senza tentennamenti: chi è Cesare? E’ lo Stato, il potere politico, il bene comune. 

Cesare non è Dio: Gesù taglia a Cesare anche la pretesa di essere un dio. Rendete a Dio quel che è di Dio: appartiene a Dio l’uomo , creato a sua immagine e somiglianza; l’uomo con la sua capacità di conoscere e di amare; l’uomo con la sua personalità. L’uomo è un limite invalicabile: l’uomo non ti appartiene e non puoi umiliarlo, né violarlo, né abusare di esso.

La risposta di Gesù spiazza tutti; quello che a Gesù preme è l’annuncio del Regno di Dio: Regno che non si identifica né con l’autorità di Roma, né con la monarchia giudaica. La vita dell’uomo ha due dimensioni:  una terrena, l’altra celeste; esiste perciò la dimensione civile e  quella religiosa entrambi volute da Dio, che ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza; la vita terrena è preparazione, è cammino verso quella celeste.

Nella storia millenaria si sono avute aberrazioni: si è passati dalla Statolatria o cesaropapismo alla Teocrazia o clericalismo aberrante; si sono avute anche vere e proprie aberrazioni come il Liberalismo e i Marxismo: teorie tutte che mortificano la dignità della persona umana (tutti gli ‘ismi’ sono aberrazioni negative). 

E’ cosa giusta e doverosa invece collaborare con la Stato, che non ha un potere assoluto, divino, ma è chiamato a ‘servire’ il popolo; servire ogni uomo perché possa convivere bene con gli altri uomini.

Lo Stato non può e non deve prevaricare sull’uomo, che per natura è un essere sociale ed ha bisogno della società per crescere e realizzarsi, conforme alla sua natura. La Stato attraverso le sue strutture  è chiamato a servire l’uomo perché possa espletare la sua funzione di soggetto socievole. Da qui la necessità per l’uomo di contribuire con le tasse perché si assicuri   a tutti il benessere necessario alla convivenza onesta e costruttiva.

L’uomo, creato ad immagine di Dio, sa che la vita sulla terra è un cammino verso il cielo; da quando è stato concepito, fa parte di questo regno di Dio che si conquista definitivamente con la Fede e l’Amore. Amare è servizio, è collaborazione, è rispetto di sé e degli altri. La distinzione tra dimensione civile e religiosa non è totale separazione, la distinzione presuppone leale e reciproca collaborazione per il conseguimento del bene comune.

Lo Stato non può presumere di insegnare la morale ai cittadini, questo è compito della Chiesa e della famiglia: le due istituzioni esclusivamente abilitate in questo settore. Allo stesso modo la Chiesa non può prescindere del ruolo dello Stato, abilitato a servire fedelmente l’uomo, la famiglia e le istituzioni correlative. Chiesa e Stato sono due istituzioni volute da Dio e chiamate  a collaborare, mai ad ignorarsi per il bene dell’uomo la cui vita ha due moment: uno terreno, l’altro celeste. 

Il cristiano vero è il più fedele dei sudditi laddove le leggi sono giuste; è il nemico indomabile se le leggi sono inique. Sei una persona saggia e perfetta se regoli i conti con Dio attraverso la Fede e l’amore; nello stesso tempo non puoi e non devi tralasciare i doveri sociali.

Non puoi dire sono a posto perché non ho fatto mai male ad alcuno; la gente ti potrà giudicare anche persona integerrima, puoi ricevere anche encomi e pubbliche benemerenze, ma non valgono niente se non restituisci a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che appartiene a Dio. 

Dio rigetta l’onestà formale e farisaica, Dio guarda il cuore e il suo giudizio è unico ed inappellabile.  Amico che ascolti o leggi, abbi fede ed ama Dio e i Fratelli, solo così, dice l’Apostolo, “risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita”.

                                                                                   

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