Papa Francesco: per la Madre di Dio non esiste ‘scarto’

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Oggi papa Francesco ha ricevuto la Confraternita di Nostra Signora di Montserrat, in occasione degli 800 anni dalla fondazione, che è stata fondate per mantenere viva la devozione alla Madonna, sottolineando che tale devozione dimostra la tenerezza di Dio:

“Sono lieto di accogliervi e di vedervi in questo giorno in cui celebriamo la nostra celeste Madre sotto la convocazione della Madonna del Rosario. Celebrare Maria è celebrare la vicinanza e la tenerezza di Dio che incontra il suo popolo, che non ci lascia solo, che ci ha donato una Madre che si prende cura di noi e ci accompagna.

E’ celebrare la vicinanza di Dio perché lo stile di Dio è vicinanza, compassione e tenerezza. Così Dio ama e vedendo Maria si comprende la vicinanza di Dio, la compassione di Dio in una Madre e la tenerezza di Dio”.

Il papa ha ripreso il tema della confraternita sul valore della pietà popolare: “Sappiamo che la devozione mariana significa molto nelle manifestazioni di pietà del popolo santo di Dio. – E’ la madre.

Pensiamo, in questi 800 anni di presenza a Montserrat, quanti fedeli visitano il loro santuario, svelando i racconti del Rosario, chiedendo con umiltà e semplicità alla Moreneta la loro intercessione per loro, per i loro cari. E quante, quante manifestazioni di affetto filiale, suppliche e ringraziamenti.

Quando il Popolo di Dio visiterà la sua Madre, si esprime, si esprime in modo che forse non fa tanto in un altro tipo di preghiera. Di fronte alla Madre come risvegliare i sentimenti più nobili di una persona. E quando Maria ascolta le nostre preghiere, fa quel gesto, che è il gesto più mariano. Indicate Gesù: fate come vi dice. E’ il gesto tipicamente mariano. Egli indica la via e parla a suo Figlio per capire”.

E’ un invito a vivere la fraternità universale: “Fratelli e sorelle, la Vergine di Montserrat, con le mani nel mondo, ci invita a vivere quella fraternità universale, senza confini, senza esclusioni, che dissipa le ombre di un ambiente chiuso.

E’ attenta non solo a Gesù, ma anche al resto della sua discendenza. Lei, con il potere del Risorto, vuole dare vita a un mondo nuovo, dove tutti sono fratelli, dove c’è spazio per ogni scarto delle nostre città, dove la giustizia e la pace risplendono.

Per lei non c’è scarto, è la Madre degli scartati, della quale escludiamo perché va là per cercarli. Non conosce l’atteggiamento di licenziare nessuno. E poiché è Madre, sa come ascoltare tante cose, tante richieste, anche quando nascono da un cuore doppio, di un cuore che non è coerente con se stesso, un cuore ingiusto che fa male. Ascolta, ascolta anche il figlio criminale”.

Anche nel messaggio inviato ieri ad ‘Economy of Francesco’, l’incontro di giovani economisti che si riunisce ad Assisi ad un anno dalla visita del papa ad Assisi, il papa ha sottolineato che un’economia che produce scarto, uccide: “Grande e piccolo, povertà e ricchezza e tanti altri opposti ci sono anche in economia.

Economia sono le bancarelle del mercato, così come gli snodi della finanza internazionale; c’è l’economia concreta fatta di volti, sguardi, persone, di piccole banche e imprese, e c’è l’economia tanto grande da sembrare astratta delle multinazionali, degli Stati, delle banche, dei fondi d’investimento; c’è l’economia del denaro, dei bonus e di stipendi altissimi accanto a una economia della cura, delle relazioni umane, di stipendi troppo bassi per poter vivere bene”.

Questa non può essere chiamata economia: “E’ proprio in queste consapevolezze il cuore della nuova economia per la quale vi impegnate. L’economia che uccide, che esclude, che inquina, che produce guerra, non è economia: altri la chiamano economia, ma è solo un vuoto, un’assenza, è una malattia, una perversione dell’economia stessa e della sua vocazione.

Le armi prodotte e vendute per le guerre, i profitti fatti sulla pelle dei più vulnerabili e indifesi, come chi lascia la propria terra in cerca di un migliore avvenire, lo sfruttamento delle risorse e dei popoli che rubano terre e salute: tutto questo non è economia, non è un polo buono della realtà, da mantenere. E’ solo prepotenza, violenza, è solo un assetto predatorio da cui liberare l’umanità”.

Contro tale economia ecco la proposta di un’economia del ‘cammino’: “E quando Francesco d’Assisi, a noi tanto caro, iniziò la sua rivoluzione anche economica in nome del solo vangelo, tornò mendicante, errante: si mise a camminare, lasciando la casa di suo padre Bernardone. Quale via, allora, per chi vuole rinnovare dalle radici l’economia? Il cammino dei pellegrini è da sempre rischioso, intessuto di fiducia e di vulnerabilità.

Chi lo intraprende deve presto riconosce la sua dipendenza dagli altri, lungo il percorso: così, voi comprendete che anche l’economia è mendicante delle altre discipline e saperi. E come il pellegrino sa che il suo viaggio sarà impolverato, così voi sapete che il bene comune richiede un impegno che sporca le mani.

Solo le mani sporche sanno cambiare la terra: la giustizia si vive, la carità si incarna e, solidali nelle sfide, in esse si persevera con coraggio. Essere economisti e imprenditori ‘di Francesco’ oggi significa essere necessariamente donne e uomini di pace: non darsi pace per la pace”.

(Foto: Santa Sede)

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