XXIII Domenica Tempo Ordinario: pienezza della legge è la carità

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Il sacramento del Battesimo inserisce l’uomo nella famiglia di Dio con la missione specifica di annunciare il Vangelo con le parole e con l’esempio della vita. Gesù dice chiaramente che il Padre vuole tutti salvi: se Dio è padre, noi siamo tutti fratelli; chi ti è accanto, chiunque esso sia, ti appartiene, è tuo fratello.

Non c’è colore, cultura, religione, lingua che ci distingue perché così ci ha pensati Dio all’alba della creazione: come fratelli ci unisce l’obbligo dell’amore; Gesù dirà: ‘Ciò che volete che gli uomini facciano a voi, fatelo a loro’ (Lc. 6,31).

Oggi siamo riuniti ad ascoltare la parola di Dio; Gesù è in mezzo a noi e ci parla di correzione fraterna, che è l’atto di amore più semplice ed efficace: se tuo fratello sbaglia, se  commette una colpa, vai ed ammoniscilo tra te e lui solo; non chiuderti in un silenzio colmo di rancore, ma allaccia il dialogo, ammoniscilo come faceva Gesù: con il dito puntato per fare una carezza.

Gesù ammonisce i peccatori mangiando con loro; ammonisce la Maddalena o l’adultera dicendo con un sorriso: Vai e non peccare mai più. Gesù ammonisce Giuda e lo chiama ‘amico’,  con un bacio mi tradisci?  Chi ama, sa anche rimproverare; chi non ama sa solo ferire.  Se ti ascolta, dice Gesù, hai guadagnato tuo fratello; è un guadagno, è un tesoro per te e per il mondo.

Investire sui legami di fraternità e di libertà è la vera economia che produce bene comune. Queste parole che riguardano l’ambito privato si estendono naturalmente anche a quello familiare:  se tuo marito sbaglia … se tua moglie sbaglia… se tuo cognato o un tuo fratello sbaglia … ammoniscilo tra te e lui solo; prendi cioè il coraggio a due mani, presentati a lui ed, occhi negli occhi, ammoniscilo perché non sbagli più  e poni così un rimedio: ‘Se ti ascolta, hai guadagnato tuo fratello’. 

Nel correggere il fratello non bisogna mai essere moralisti o legalisti: il moralismo (come tutte le parole in ismo) è sempre negativo; la moralità invece sa comprendere le debolezze altrui e le relative mancanze.

Nel rapporto con i figli oggi si dice che i genitori sono chiamati ad essere ‘amici dei figli’; un genitore troppo amico, finisce con il non essere più  genitore; il genitore è chiamato ad essere ‘genitore’, vero educatore con le parole e con l’esempio della vita.

I genitori debbono sempre non solo capire, comprendere e perdonare, se è necessario; ma la missione genitoriale è quella di indirizzare, correggere e, se è necessario, anche punire con i modi dovuti come il contadino fa  con le pianticelle perché non crescano storte.  Correggere il fratello che sbaglia è scomodo; è più facile giudicare, mormorare, parlare alle spalle (o sparlare), ma  se tu vuoi veramente il suo bene, lo correggi faccia a faccia.

E’ la cosa più difficile ma è la cosa più onesta. Prendere da parte il fratello per avvertirlo è assumersi il compito che aveva il profeta: essere sentinella, vegliare per il suo bene.

Sapersi correggere a vicenda è la prova che si è fratelli. Puoi avvertire un fratello che sbaglia   solo se per te è un fratello d’amare: diventiamo veri fratelli quando troviamo il coraggio di venire corretti e di correggere.

La Chiesa, costituita da Gesù, è una famiglia, una comunità di peccatori capaci di aiutarsi a vicenda nel cammino della vita.  Come nel corpo umano se un membro soffre, tutto l’organismo ne risente; se si crea una ferita in un membro, tutto l’organismo si mobilita, interviene per arginare il male, così è la Chiesa santa di Dio. 

Questo significa essere sentinella nel mondo, come diceva il profeta Ezechiele: ‘Se la sentinella vede giungere la spada (un avversario) e non suona la tromba e il popolo non è avvertito, della sua morte domanderò conto alla sentinella’. La Chiesa non può tacere davanti al disordine, al peccato sia nella vita sociale che personale, fa parte dei suoi compiti costituzionali. Una sentinella muta non serve né a Dio né agli uomini.

Da qui le parole dell’apostolo Paolo: ‘Non abbiate nessun debito se non quello dell’amore, perché chi ama il suo prossimo ha adempiuto alla legge’. L’amore accende la fede, illumina la speranza; l’amore è la rinascita del cuore.

Sant’Agostino applica queste parole alla correzione fraterna: ‘Ama e fai ciò che vuoi’; sia che tu taci, taci per amore; se parli, parla solo per amore, se perdoni, pedona solo per amare. Nel tuo agire è necessario che ci sia sempre la radice dell’amore poiché da questa radice non può procedere che solo il bene. Ti senti debole per amare? Ecco due mezzi : l’Eucaristia, sacramento dell’amore di Dio, e l’intercessione della Santissima Vergine, madre di Gesù e nostra.

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