Le Marche ‘giocano’ d’azzardo

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Nell’ultima settimana di luglio il consiglio regionale delle Marche ha modificato la legge regionale 3 del 2017 relativa alla prevenzione ed il trattamento del gioco d’azzardo patologico e della dipendenza da nuove tecnologie e social network: secondo le nuove disposizioni l’esercizio delle attività legate al gioco e la possibilità di installare nuovi apparecchi sono vietati se ubicati a meno di 200 metri dai luoghi sensibili nei comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti ed inferiore a 300 metri nei comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti.

Per luoghi sensibili si intendono istituti scolastici, Università, istituti di credito, ATM, Compro Oro, trasferimento denaro, ospedali e strutture considerate protette per soggetti fragili. Ai fini della prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico gli enti locali possono stabilire per le tipologie di gioco delle fasce orarie fino a 6 ore complessive di interruzione quotidiana di gioco a tutela della salute pubblica in applicazione dei principi di ragionevolezza e proporzionalità.

E’ inoltre vietata qualsiasi attività pubblicitaria relativa all’apertura o all’esercizio di sale da gioco o all’installazione di apparecchi per il gioco lecito presso esercizi commerciali o pubblici. Con l’articolato di legge accolto un ordine del giorno della maggioranza volto a stabilire, di concerto con gli enti locali, divieti di gioco nei giorni feriali e orari notturni, a promuovere collaborazioni con associazioni attive nella prevenzione del fenomeno e a giungere ad un codice etico di autodisciplina condiviso tra le parti coinvolte.

La campagna ‘Mettiamoci in gioco’ esprime la propria ferma contrarietà alle modifiche apportate alla legge regionale delle Marche in materia di gioco d’azzardo. La nuova normativa riduce le distanze minime dai luoghi sensibili e introduce la possibilità di aumentare la superficie destinata al gioco d’azzardo per tutte le attività che non hanno questo business come prevalente, intervenendo anche sugli orari di accensione degli apparecchi, liberalizzando di fatto le sale giochi:

“Riteniamo tali modifiche particolarmente gravi per la salute dei cittadini perché la riduzione dell’offerta del gioco d’azzardo sul territorio è un principio cardine nella lotta ai rischi del gioco d’azzardo. In questa direzione si sono mosse le normative regionali che sono state approvate nella seconda metà dello scorso decennio. Normative che hanno chiaramente dimostrato la loro efficacia in termini di prevenzione della patologia, senza ricadute sul versante dell’occupazione lavorativa, come paventato dai gestori.

E’ quello che, ad esempio, abbiamo visto in Piemonte con la legge 9/2016, grazie alla quale si sono registrati una diminuzione dei volumi di gioco, un calo nelle perdite, una riduzione dei pazienti presi in carico dai servizi. Nonostante questo, e la mobilitazione della Campagna e della società civile, anche tale normativa è stata pesantemente rivista in senso peggiorativo.

Siamo dunque preoccupati non solo per il segnale che viene dalle Marche ma, più in generale, per il disinteresse sempre più generalizzato da parte della politica nazionale e locale verso i rischi dell’azzardo. Per parte nostra, chiediamo alla Regione Marche di tornare al testo originario della normativa e alla politica di difendere prima di tutto il diritto alla salute dei cittadini”.

Anche il Forum delle Associazioni Familiari ha espresso ‘critiche’ a tali modifiche: “Tra di esse suscita perplessità, per non dire amarezza, la misura che ha abbassato da 500 metri a 300, nei comuni con più di 5.000 abitanti e da 300 metri a 200, nei comuni con meno di 5.000 abitanti, la distanza che le sale da gioco o da scommesse o gli altri esercizi commerciali pubblici, circoli privati, associazioni o nelle aree aperte al pubblico, autorizzati alla pratica del gioco che comportano vincite in denaro contante o virtuale o all’installazione di apparecchi da gioco devono avere da scuole, università, banche, sportelli ATM, servizi di trasferimento di denaro, compro oro, attività creditizie, ospedali, e strutture residenziali o semi-residenziali di ambito sanitario o sociosanitario e strutture ricettive per categorie protette”.

 Il presidente del Forum delle Associazioni Familiari delle Marche, Paolo Perticaroli, ha preso posizione netta rispetto ad una modifica legislativa di cui non si capisce la ragione e che appare pericolosa, ricordando che la legge n. 3/2017 alla quale il Forum Marche ha dato il suo contributo, attraverso la Consulta regionale della famiglia, “è nata dalla necessità di prevenire, contrastare e curare le dipendenze patologiche, non solo da slot-machine, ma da tutti i giochi leciti, (Gratta e vinci, scommesse, Bingo, video-lottery, e altro) nonché le dipendenze da videogiochi e dall’utilizzo delle nuove tecnologie e sociale network.

Oggi tali dipendenze, che sono da considerarsi delle vere e proprie patologie con caratteristiche simili all’alcolismo e alla tossicodipendenza, rappresentano un vero pericolo per le famiglie marchigiane, già indebitate, al 31 dicembre 2022, per € 20.803, secondo i dati, pubblicati dall’Ufficio studi della Cgia il 12 agosto, a causa dell’inflazione, dell’incremento del costo dei mutui e dell’impennata delle bollette. Lo studio parla di rischi concreti di cadere, per le famiglie indebitate, nelle mani degli usurai: figuriamoci cosa può accadere se si aggiungono i debiti di gioco”.

Ed ha raccontato un episodio diretto: “Purtroppo ho visto con i miei occhi che tantissimi giocatori sono padri e madri di famiglia. La legge regionale del 2017 detta una disciplina quadro che consente di definire con tempestività le strategie di contrasto al fenomeno del gioco patologico. Per esempio prevede l’istituzione di una Giornata regionale dedicata al contrasto e alla sensibilizzazione sulle dipendenze da gioco e dalle nuove tecnologie e sociale network: non mi risulta che sia mai stata organizzata”.

Ed infine ha chiesto spiegazione di questa modifica: “Perché, invece di impegnarsi in questo versante, si è sentita la necessità di ridurre le distanze delle sale giochi dai luoghi sensibili? Si tratta di una modifica illogica che rischia di provocare una maggiore proliferazione di apparecchi da gioco e che vanifica l’impegno di tante associazioni che da anni combattono queste dipendenze che distruggono le famiglie: è necessario prendere sul serio le problematiche del gioco d’azzardo perché è una delle cause di povertà di tante famiglie marchigiane”.

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