Papa Francesco aspetta i giovani a Roma ed a Seoul

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Al termine della recita dell’Angelus l’annuncio più atteso con due date per i giovani:nel 2025 a Roma l’incontro dei giovani in occasione del Giubileo e nel 2027 ci si sposta in Asia,  a Seoul, nella Corea del Sud:

“Vi aspetto nel 2025 per celebrare insieme il Giubileo dei giovani. E la prossima Giornata Mondiale della Gioventù avrà luogo in Asia: sarà in Corea del Sud, a Seoul! Così, nel 2027, dal confine occidentale dell’Europa si sposterà in estremo Oriente: è questo un bel segno dell’universalità della Chiesa e del sogno di unità di cui voi siete testimoni!”

Nelle parole del papa una serie di ringraziamenti per questo incontro, riprendendo il significato di ‘obrigado’: “E’ bello quanto ci ha appena detto il Patriarca di Lisbona, ovvero che obrigado non esprime solo gratitudine per ciò che si è ricevuto, ma anche il desiderio di ricambiare il bene. Tutti, in questo evento di grazia, abbiamo ricevuto e ora il Signore ci fa sentire il bisogno, tornando a casa, di condividere e donare a nostra volta, testimoniando, con gioia e gratuità, il bene che Dio ci ha messo nel cuore”.

‘Obrigado’ a chi ha permesso la realizzazione della Giornata: “Anzitutto al card. Clemente, e con Lui alla Chiesa e all’intero popolo portoghese! Obrigado al Signor Presidente, che ci ha accompagnato negli eventi di questi giorni; alle Istituzioni nazionali e locali per il sostegno e l’assistenza forniti; ai Vescovi, ai sacerdoti, ai consacrati e ai laici; e obrigado a te, Lisbona, che rimarrai nella memoria di questi giovani come ‘casa di fraternità’ e ‘città di sogni’!

Tanta gratitudine esprimo poi al Cardinal Farrell e a coloro che hanno preparato queste Giornate, così come a quanti le hanno accompagnate con la preghiera. Obrigado ai volontari, ai quali va l’applauso di tutti per il grande servizio svolto! Un ringraziamento speciale a chi ha vegliato sulla GMG dall’alto, cioè ai Santi patroni dell’evento: uno su tutti, Giovanni Paolo II, che ha dato vita alle Giornate Mondiali della Gioventù”.

Ma soprattutto ai giovani, invitandoli a non scoraggiarsi: “Dio vede tutto il bene che siete, Lui solo conosce quello che ha seminato nei vostri cuori. Per favore, custoditelo con cura. Vorrei dirvi: fatene memoria, fissate nella mente i momenti più belli. Poi, quando arriverà qualche inevitabile momento di fatica e scoraggiamento, e magari la tentazione di fermarvi nel cammino o di chiudervi in voi stessi, ravvivate le esperienze e la grazia di questi giorni, perché (non dimenticatelo mai) questa è la realtà, questo siete voi: il santo Popolo di Dio che cammina nella gioia del Vangelo!

Desidero anche inviare un saluto ai giovani che non hanno potuto essere qui, ma hanno partecipato a iniziative organizzate nei loro Paesi dalle Conferenze episcopali e dalle Diocesi; penso, ad esempio, ai fratelli e alle sorelle subsahariani riuniti a Tangeri”.

Dopo aver ringraziato le autorità, che hanno pemesso la realizzazione di questa GMG non poteva mancare un ringraziamento a san Giovanni Paolo II, che ha iniziato questo cammino con i giovani: “Tanta gratitudine esprimo poi al cardinal Farrell e a coloro che hanno preparato queste Giornate, così come a quanti le hanno accompagnate con la preghiera.

Obrigado ai volontari, ai quali va l’applauso di tutti per il grande servizio svolto! Un ringraziamento speciale a chi ha vegliato sulla GMG dall’alto, cioè ai Santi patroni dell’evento: uno su tutti, Giovanni Paolo II, che ha dato vita alle Giornate Mondiali della Gioventù”.

Un pensiero particolare ai giovani, che non sono potuti essere a Lisbona: “In particolare, accompagniamo con il pensiero e con la preghiera coloro che non sono potuti venire a causa di conflitti e di guerre. Nel mondo sono tante. Pensando a questo continente, provo grande dolore per la cara Ucraina, che continua a soffrire molto. Amici, permettete a me, anziano, di condividere con voi giovani un sogno che porto dentro: è il sogno della pace, il sogno di giovani che pregano per la pace, vivono in pace e costruiscono un avvenire di pace”.

Non poteva mancare un ringraziamento per genitori e nonni, che sono radici per figli e nipoti: “E c’è un ultimo obrigado che vorrei sottolineare alla fine: obrigado alle nostre radici, ai nostri nonni, che ci hanno trasmesso la fede, che ci hanno trasmesso l’orizzonte di una vita. Sono le nostre radici. E, tornando a casa, continuate a pregare per la pace.

Voi siete un segno di pace per il mondo, una testimonianza di come le diverse nazionalità, le lingue, le storie possono unire anziché dividere. Siete la speranza di un mondo diverso. Grazie di questo. Avanti!”

Ed infine un ringraziamento a Gesù ed a sua Madre: “Un ultimo obrigado, quello più grande. Lo rivolgiamo a due persone speciali, ai protagonisti principali di questo incontro, i nostri nonni. Sono stati qui con noi, ma sono sempre con noi, non perdono di vista le nostre vite e le amano come nessun altro: obrigado a Te, Signore Gesù; obrigado a te, Madre nostra Maria, ti preghiamo con gioia”.

Ed il card. Lazzaro Heung-sik You, prefetto del Dicastero per i vescovi, ha confidato a Famiglia Cristiana l’entusiasmo del popolo coreano: “Avevo nel cuore questo desiderio fin da quando il Papa venne a visitarci in Corea, nell’agosto 2014. Negli anni successivi in Corea abbiamo ospitato raduni di varia natura come la Giornata della gioventù asiatica. Poi il Signore ha voluto che il Papa mi chiamasse a lavorare nella Santa Sede e allora ho potuto ribadire più da vicino questo desiderio e pregare, pregare tanto, perchè, nella volontà di Dio, potesse diventare realtà. Ora siamo felicissimi. Il Signore ci ha ascoltato”.

(Foto: Santa Sede)

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