Papa Francesco invita i giovani a non aver paura

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Al termine della celebrazione eucaristica della Giornata Mondiale della Gioventù al parco Tejo di Lisbona il card. Kevin Farrell, prefetto del dicastero per i laici, la famiglia e la famiglia ha ringraziato il papa per le parole di testimonianza offerte ai giovani:

“Grazie, Santo Padre, perché ci ha portato in questi giorni l’annuncio e la testimonianza dell’amore fedele e incondizionato del Signore! Grazie perché ci infonde speranza, ricordandoci instancabilmente che la via della pace e della riconciliazione tra i popoli è possibile! Grazie perché sempre ci mostra Maria come compagna di viaggio nel pellegrinaggio della fede!”

Ed un ringraziamento particolare ai giovani: “Sentiamo gratitudine perché i giovani sono stati pellegrini di pace in tempi in cui tante, troppe, guerre si combattono ancora in numerose parti del mondo. Hanno testimoniato così che l’amicizia, la carità e la pace non sono un’utopia. 

Siamo grati anche per la tenacia e la fiducia in Dio di tante persone che non si sono scoraggiate di fronte alle difficoltà. La pandemia ha tenuto il mondo in ansia dall’inizio del 2020, la data della GMG è stata posticipata di un anno, ma nessuno ha perso il ritmo del cammino. Gli organizzatori a Lisbona hanno continuato a lavorare con impegno ogni giorno perché questo incontro si realizzasse”.

Prima della celebrazione eucaristica il patriarca di Lisbona, card. Manuel Clemente, ha ringraziato il papa per la scelta lusitana: “Ha voluto che fosse un’occasione di incontro per una folla di giovani provenienti dai cinque continenti, un’occasione aperta e proposta a tutti con l’ampiezza del Vangelo di Cristo, che non esclude nessuno, anzi si offre globalmente.

Ha voluto che la Giornata fosse, soprattutto per i giovani, occasione di ritrovo e d’incoraggiamento alla solidarietà e alla costruzione di un mondo in grado di rispondere meglio alle giuste aspirazioni di tutti, dopo una pandemia che li ha confinati e quanto altro li può avere allontanati gli uni dagli altri e dal meglio di sé stessi”.

Nell’omelia papa Francesco ha invitato i giovani nella solennità della Trasfigurazione del Signore a sperimentare la bellezza di Cristo: “E’ bello quanto abbiamo sperimentato con Gesù, ciò che abbiamo vissuto insieme e come abbiamo pregato. Ma, dopo queste giornate di grazia, ci chiediamo: cosa portiamo con noi ritornando nella valle della vita quotidiana?”

L’omelia del papa si declina in tre verbi, di cui il primo è brillare: “Gesù prende tre di loro, Pietro, Giacomo e Giovanni, li conduce sul monte e si trasfigura: il suo volto diventa splendente e le sue vesti candide. Questo bagno di luce li prepara alla notte che dovranno attraversare; questo squarcio luminoso li aiuterà a sostenere la fatica delle ore più buie”.

E’ un invito ai giovani a farsi illuminare da Gesù: “Amici, cari giovani, anche oggi noi abbiamo bisogno di un po’ di luce, di un lampo di luce che sia speranza per affrontare tante oscurità che ci assalgono nella vita, tante sconfitte quotidiane, per affrontarle con la luce della risurrezione di Gesù.

Perché Lui è la luce che non tramonta, è la luce che brilla anche nella notte. ‘Il nostro Dio ha fatto brillare i nostri occhi’, dice il sacerdote Esdra. Il nostro Dio illumina. Illumina il nostro sguardo, illumina il nostro cuore, illumina la nostra mente, illumina il nostro desiderio di fare qualcosa nella vita. Sempre con la luce del Signore”.

Però non si diventa luminoso se ci si mette sotto il riflettore: ““Ma vorrei dirvi che non diventiamo luminosi quando ci mettiamo sotto i riflettori, no, questo abbaglia. Non diventiamo luminosi. Non diventiamo luminosi quando esibiamo un’immagine perfetta, ben ordinata, ben rifinita, no; e neanche se ci sentiamo forti e vincenti, forti e vincenti, ma non luminosi.

Noi diventiamo luminosi, brilliamo quando, accogliendo Gesù, impariamo ad amare come Lui. Amare come Gesù: questo ci rende luminosi, questo ci porta a fare opere di amore. Non t’ingannare, amica, amico, diventerai luce il giorno in cui farai opere di amore. Ma quando, invece di fare opere di amore verso gli altri, guardi a te stesso, come un egoista, lì la luce si spegne”.

Il secondo verbo consegnato dal papa ai giovani riguarda è invito all’ascolto per non sbagliare strada: “Tutto sta in questa parola, tutto il segreto è questo, ascoltare cosa Gesù vi dice, prendete il Vangelo e ascoltate, Lui ha parole di vita eterna. Il Padre è amore e ci insegna le vie dell’amore. Con tutta la buona volontà intraprendiamo cammini di amore, ma sono strade di egoismo, ascoltate Lui perché lui vi dirà qual è il cammino dell’Amore”.

L’ultimo verbo è l’invito a non avere paura: “E’ una parola che nella Bibbia si ripete spesso. Queste sono le ultime parole che nelle Trasfigurazione Gesù pronuncia. Voi giovani che avete vissuto questa gloria che è l’incontro tra di noi, voi che a volte pensate di non farcela, di non essere capaci, voi giovani che vi scoraggiate in questo tempo, a voi giovani che volete cambiare il mondo e volete lottare per la pace, a voi giovani che ci mettete impegno e fantasia, a voi giovani di cui la Chiesa e il mondo hanno bisogno,a voi giovani che siete il presente e il futuro , proprio a voi giovani Gesù dice non temete, non abbiate paura”.

(Foto: Santa Sede)

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