Papa Francesco ai giovani: chiamati perché amati da Dio

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Con l’accoglienza festosa dei giovani a papa Francesco a Lisbona è iniziata la Giornata Mondiale della Gioventù, che terminerà domenica e dopo il caloroso ed animato benvenuto dei giovani al parco ‘Edoardo VII’, come avvenuto nelle precedenti giornate mondiali, il papa ha affermato di essere felice di stare con loro per il ‘chiasso’, che sanno fare, in un parco molto affollato:

“Amici, non siete qui per caso. Il Signore vi ha chiamati, non solo in questi giorni, ma dall’inizio dei vostri giorni. Sì, Lui vi ha chiamati per nome. Chiamati per nome: provate a immaginare queste tre parole scritte a grandi lettere; e poi pensate che stanno scritte dentro di voi, nei vostri cuori, come a formare il titolo della vostra vita, il senso di quello che sei: tu sei chiamato per nome, tu sei chiamata per nome, io sono chiamato per nome”.

Per il papa i giovani sono stati chiamati a Lisbona, perché amati da Dio: “Agli occhi di Dio siamo figli preziosi, che Egli ogni giorno chiama per abbracciare e incoraggiare; per fare di ciascuno di noi un capolavoro unico e originale, la cui bellezza riusciamo solo a intravedere”.

E’ stato un invito a riconoscere l’essenzialità della vita: “In questa Giornata Mondiale della Gioventù, aiutiamoci a riconoscere questa realtà essenziale: siano questi giorni echi vibranti della chiamata d’amore di Dio, perché siamo preziosi ai suoi occhi, nonostante quello che a volte vedono i nostri occhi, annebbiati dalle negatività e abbagliati da tante distrazioni.

Siano giorni in cui il tuo nome, attraverso fratelli e sorelle di tante lingue e nazioni che lo pronunciano con amicizia, risuoni come una notizia unica nella storia, perché unico è il palpito di Dio per te. Siano giorni in cui fissare nel cuore che siamo amati così come siamo. Questo è il punto di partenza della GMG, ma soprattutto della vita”.

Infatti il nome è la Parola di Dio: “Amico, amica, se Dio ti chiama per nome significa che per Lui non sei un numero, ma un volto. Vorrei farti notare una cosa: tanti, oggi, sanno il tuo nome, ma non ti chiamano per nome. Il tuo nome infatti è noto, appare sui social, viene elaborato da algoritmi che gli associano gusti e preferenze. Tutto questo però non interpella la tua unicità, ma la tua utilità per le indagini di mercato”.

E’ un avviso a non credere ai ‘lupi’: “Quanti lupi si nascondono dietro sorrisi di falsa bontà, dicendo di conoscere chi sei ma non volendoti bene, insinuando di credere in te e promettendoti che diventerai qualcuno, per poi lasciarti solo quando non interessi più.

Sono le illusioni del virtuale e dobbiamo stare attenti a non lasciarci ingannare, perché tante realtà che ci attirano e promettono felicità si mostrano poi per quello che sono: cose vane, superflue, surrogati che lasciano il vuoto dentro. Gesù no: Lui ha fiducia in te, per Lui tu conti”.

Esiste la Chiesa perché è stata convocata da Dio: “E allora noi, sua Chiesa, siamo la comunità dei chiamati: non dei migliori (no, assolutamente no) ma dei convocati, di quanti accolgono, insieme agli altri, il dono di essere chiamati. Siamo la comunità dei fratelli e delle sorelle di Gesù, figli e figlie dello stesso Padre”.

Ed ha ribadito ancora una volta che nella Chiesa c’è posto per tutti:  “Amici, vorrei essere chiaro con voi, che siete allergici alle falsità e alle parole vuote: nella Chiesa c’è spazio per tutti e, quando non c’è, per favore, facciamo in modo che ci sia, anche per chi sbaglia, per chi cade, per chi fa fatica. Perché la Chiesa è, e deve essere sempre di più, quella casa dove risuona l’eco della chiamata per nome che Dio rivolge ad ognuno”.

Gesù tiene sempre aperta la porta: “Il Signore non punta il dito, ma allarga le braccia: ce lo mostra Gesù in croce. Lui non chiude la porta, ma invita a entrare; non tiene a distanza, ma accoglie. In questi giorni inoltriamo il suo messaggio d’amore, che libera il cuore e lascia una gioia che non svanisce. Come? Chiamando gli altri per nome”.

E’ un invito a porre domande: “Fare domande è giusto, anzi spesso è meglio che dare risposte, perché chi domanda resta ‘inquieto’ e l’inquietudine è il miglior rimedio all’abitudine, a quella normalità piatta che anestetizza l’anima. Ed allora vorrei invitarvi a fare una seconda cosa in questi giorni: le domande che avete dentro, quelle importanti, che riguardano i vostri sogni, gli affetti, i desideri più grandi, la speranza e il senso della vita, non tenetele per voi, ma rivolgetele a Gesù”.

Dalle domande nasce un dialogo con Dio, che si trasforma in preghiera: “Succede che, nel dialogo della preghiera, Dio ti prende in contropiede: tu fai delle domande e Lui non ti dà delle semplici risposte, perché non è un motore di ricerca, ma l’Amico vero.

Piuttosto, ti fa anche Lui delle richieste: tu gli chiedi quello di cui hai bisogno e cominci a sentire dentro altri interrogativi, i suoi, che toccano i nervi scoperti dell’anima e provocano al bene, che attirano a un amore più grande e portano il cuore a dilatarsi. Così Dio entra in dialogo con noi e ci fa maturare in ciò che conta davvero: dare la vita”.

Dio nella chiamata  non esclude nessuno: “Non chiama quelli che si sentono capaci, ma rende capaci quelli che chiama. Il Signore ha fatto meraviglie con Abramo, che era anziano e si sentiva arrivato, con Mosè che aveva paura di parlare perché balbettava, con Pietro che era impulsivo e sbagliava spesso, con Paolo che si era macchiato di grandi malefatte. Nessuno di loro era perfetto, ma tutti loro si sono legati al Signore. Sono stati ‘connessi’ con Lui. Ecco il segreto, stare connessi col Signore”.  

Ed infine l’affidamento alla Madre di Dio: “Abbiamo un grande aiuto, una Madre che, specialmente in questi giorni, ci tiene per mano e ci indica la via: Maria. E’ la creatura più grande della storia: non perché avesse una cultura superiore o abilità speciali, ma perché non si è mai staccata da Dio.

Il suo cuore non si è lasciato distrarre o inquinare: è stato uno spazio aperto al Signore, sempre connesso con Lui. Lei ha avuto il coraggio di avventurarsi sulle vie della Parola di Dio e così ha portato speranza e gioia al mondo… Stiamo connessi a Lui. Connessi all’amore, la gioia crescerà.

(Foto: Santa Sede)

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