La Trasfigurazione del Signore

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La Liturgia oggi ci propone l’evento della Trasfigurazione ed invita anche noi a spingere lo sguardo della fede oltre la ferialità del periodo estivo per cogliere il mistero di amore di Cristo Gesù, cuore della storia umana. La Liturgia ci indica la strada maestra da seguire attraverso gli eventi che hanno determinato a nostra redenzione: dall’ascolto della parola dei profeti, che è come una lampada che brilla in un luogo oscuro (2Pt. 1, 9).

Confortati da tale luce, potremo con serenità e fiducia perseverare in attesa, come scrive l’Apostolo, che spunti il giorno e ‘la stella del mattino’ si levi a portare gioia e pace imperitura al nostro cuore e all’umanità tutta redenta da Cristo Signore.

La festa della Trasfigurazione di Gesù arriva oggi, dopo che a lungo nelle settimana precedenti si è parlato del Regno di Dio istituito da Cristo Gesù morto, risorto ed asceso al cielo. E’ la festa che ci ricorda che Gesù è il ‘Salvatore’; vero Dio e vero uomo, è l’iniziatore della Nuova Alleanza tra Dio e l’uomo in sostituzione dell’antico patto stipulato tra Dio e Abramo e rinnovato con Mosè e tutto il popolo ebreo.

Gli Apostoli avevano accolto con entusiasmo la chiamata di Gesù: vi farò diventare pescatori di uomini; costituirò un Regno eterno ed universale, mentre conferma il suo messaggio con le opere e le parole: davanti a Gesù ‘i ciechi vedono, i sordi odono, i muti parlano, gli zoppi camminano, i morti risuscitano’.

Avvicinandosi il tempo stabilito dal padre, Gesù voleva preparare i suoi al dramma della sua passione, morte in croce e successiva risurrezione. Davanti al dramma della passione, gli Apostoli rimangono addolorati e perplessi; Gesù, che prevedeva il momento drammatico, volle offrire ai suoi la prova eclatante della sua divinità con la Trasfigurazione, confermata poi dalle parole del Padre: ‘Questi è il Figlio mio, l’amato; ascoltatelo’.

L’evento della Trasfigurazione non si fonda su favole inventate ad arte ma sulla testimonianza che viene dalla esperienza oculare dei tre Apostoli: Pietro, Giacomo e Giovanni. Qui, sul Tabor, Gesù appare nello splendore della sua divinità, laddove gli Apostoli conoscevano bene Gesù uomo, trascinatore di popoli, taumaturgo, ma sempre uomo. 

La Trasfigurazione è l’improvvisa trasparenza all’esterno della sua realtà più profonda: ‘Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candida come la neve, ed apparvero accanto a Gesù due personaggi. Mosè, il grande legislatore, ed Elia, il profeta per eccellenza, che conversavano con Lui’. Alle luce risplendente si unì la voce del Padre. ‘Questi è il mio Figlio, l’amato … ascoltatelo’.

Gli Apostoli, chiamati ad essere i realizzatori della sua opera nel mondo, i testimoni certi della nuova Alleanza operata da Gesù con tutta l’umanità, non avrebbero dovuto neppure tentennare nel testimoniare la sua divinità. Gesù prepara così i suoi Apostoli a non tentennare neppure davanti all’imminente dramma, che si sarebbe consumato a Gerusalemme, sul calvario; anzi Gesù dirà. ‘Chi vuole essere mio discepolo prenda la Croce e mi segua’, il discepolo infatti non può essere diverso dal maestro.

La nostra vita di credenti scorre nella prova, il dolore e la croce ci accompagnano sempre, ma la trasfigurazione di Gesù è la caparra certissima della vittoria finale.  Il dolore attuale è un dolore da parto, come scrive l’apostolo Paolo (Rom. 8,22); se è accettato ed offerto a Dio, se è vissuto con responsabilità, avremo la grande consolazione della vita eterna.

L’apostolo Pietro sul Tabor scopre il paradiso: ‘E’ bello per noi stare qui; se vuoi facciamo tre tende una per te, una per Mosè e una per Elia’; Gesù, come ha fatto con i tre apostoli, oggi viene vicino a noi e ci invita a seguirlo a Gerusalemme, cioè nelle prove quotidiane della vita senza paura, né scoraggiamenti: Egli è il salvatore, colui che ha dato la sua vita per noi e, come ‘vero agnello’, si è sacrificato per la nostra salvezza.

Da qui la Nuova Alleanza tra Dio e l’umanità, dove tutti siamo chiamati a fare parte della famiglia di Gesù e per tutti ha preparato un posto nel Regno dei cieli; una alleanza sancita con il suo sangue morendo in croce. Egli stesso ebbe a dire: ‘Quando sarò innalzato tra la terra e il cielo, attirerò tutti a me’. La Trasfigurazione di Gesù rimane un passaggio obbligato per comprendere il mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo Gesù.

Se accanto a Gesù appaiono Mosè ed Elia nella gloria mentre conversano con Lui, si nota il legame profondo tra antica e nuova Alleanza; si evidenzia l’amore di Dio, che ha creato l’uomo per la vita eterna. A Dio sta a cuore la salvezza dell’uomo, ma ‘ad astra per aspera’, al cielo attraverso il Calvario, la croce; e Gesù dirà: chi vuole essere mio discepolo, prenda la croce e mi segua. Gesù sarà sempre il nostro Cireneo.

La Trasfigurazione è festa singolare: e viene celebrata in Occidente dal 1457, data n cui il pontefice la inserì nel calendario per ringraziare Dio per la vittoria dei cristiani sui Turchi sotto le mura di Belgrado; festa che già era assai nota in oriente sin dal IV secolo. Un augurio a quanti portano il nome ‘Salvatore’, è detta anche festa del Santissimo Salvatore.

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