Save the Children documenta i ‘piccoli schiavi’ in Italia

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La XIII edizione del rapporto ‘Piccoli Schiavi Invisibili’, pubblicata dall’ong ‘Save the Children’, mette in luce e denuncia le condizioni dei minori, vittime o a rischio di tratta e sfruttamento nel nostro Paese, dedicando il focus di questo rapporto a bambini, bambine e adolescenti che crescono in aree dove la condizione di sfruttamento dei genitori li rende vittime, sin dalla nascita, della violazione dei loro diritti basilari in maniera sistematica e ‘normalizzata’, esponendoli anche al rischio di divenire loro stessi vittime dello sfruttamento ed esposti ad abusi. Nello specifico, la ricerca è stata condotta in due tra le aree a maggior rischio, la provincia di Latina, nel Lazio, e la ‘Fascia Trasformata’ di Ragusa in Sicilia.

Nell’introduzione l’ong ricorda che oggi è la giornata mondiale contro la tratta degli esseri umani: “La tratta e il grave sfruttamento, che sia lavorativo o di altro tipo, si nutrono dello stato di bisogno degli individui con meno risorse sociali ed economiche. Il presente rapporto mira a far comprendere il nesso nocivo tra tratta, grave sfruttamento e infanzia negata. In contesti rurali spesso privi di servizi di prima necessità, i bambini e le bambine rischiano infatti di vedere loro negato il diritto allo studio, oltre che quello alla salute.

L’impossibilità di accedere a servizi sanitari, educativi, anagrafici e di trasporto pubblico, problema su cui anche le istituzioni competenti hanno iniziato a ragionare, impatta negativamente sulla tutela dei diritti dei minori, accentuandone la condizione di invisibilità e marginalità e il rischio di divenire essi stessi vittime di sfruttamento”.

In premessa il rapporto chiarisce la scelta delle due aree: “Quest’anno la seconda parte del Rapporto è invece dedicata a un approfondimento sulle condizioni drammatiche di vita in cui si trovano i minori e le loro famiglie vittime dello sfruttamento lavorativo nel settore agricolo.

Abbiamo scelto di indagare a fondo tali situazioni in particolare nelle province di Latina e Ragusa, dove insistono due dei mercati ortofrutticoli più importanti del Paese, il MOF – Centro Agroalimentare all’Ingrosso di Fondi, in provincia di Latina, e l’Ortomercato di Vittoria, nella Fascia Trasformata di Ragusa.

La ricerca sul campo e le interviste svolte con interlocutori chiave hanno evidenziato la presenza di numerose criticità che impediscono ai minori ed alle loro famiglie di godere pienamente dei loro diritti fondamentali”.

Per ‘Save the Children’ tratta e sfruttamento degli esseri umani, in particolare dei minori, sono fenomeni di difficile emersione, a causa degli enormi interessi dei trafficanti e dell’insufficiente impegno dei governi nel monitoraggio e nell’azione di prevenzione e contrasto, che non risparmiano neanche l’Italia, dove le vittime prese in carico dal sistema nazionale anti-tratta nel 2020 erano 2.040, tra cui 716 nuovi casi emersi e presi in carico nell’anno.

Si tratta in prevalenza di donne e ragazze (81,8%), mentre 1 vittima su 20 è minore (105). Tra i paesi d’origine delle vittime prevale la Nigeria (72,3%), seguita da Costa d’Avorio, Pakistan, Gambia e Marocco, mentre la forma di sfruttamento più rilevata è quella sessuale (78,4%), seguita da quella lavorativa (13,8%), l’1% delle vittime è stato coinvolto in economie illegali e lo 0,6% nell’accattonaggio.

I minori vittime di sfruttamento lavorativo intercettati dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro nel 2020 sono 127, sia stranieri che italiani, con una leggera prevalenza femminile (57,7%). Gli illeciti riguardano in gran parte il settore terziario (88%), seguito da industria (4,7%), edilizia (3,9%) e agricoltura (2,4%).

Un elemento particolarmente allarmante e poco considerato riguarda le donne vittime di tratta e sfruttamento sessuale con figli minori, spesso anche essi nelle mani di sfruttatori e trafficanti: i casi di ex-vittime o vittime con figli individuati sono quasi raddoppiati tra il 2016 e il 2020, passando dal 6% all’11,6% sul totale dei casi presi in carico dal sistema anti-tratta, con ulteriore aumento nei primi sei mesi del 2021 (+0,4%).

Attualmente il sistema anti-tratta assiste 190 nuclei vulnerabili che comprendono 226 minori. Anche nell’ambito dello sfruttamento lavorativo nel settore agricolo, in particolare nel sud, emergono casi di donne che vivono sole con i figli, principalmente originarie dell’Est Europa, e che subiscono ricatti, violenze e abusi, costrette in un circuito di isolamento di fatto che riguarda anche i figli, come ha sottolineato dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children:

“I bambini figli delle vittime di tratta e sfruttamento sono spesso prigionieri, con le loro mamme, di un circuito di violenza, ricatto e abuso che deve essere spezzato ad ogni costo. Le loro mamme sono donne, anche giovanissime, che portano sulla propria pelle una serie ripetuta di violazioni precoci subite in molti casi già nel loro Paesi di origine, in situazioni di estrema povertà materiale e deprivazione sociale. Anche qui in Italia affrontano le peggiori condizioni di sfruttamento.

E’ necessario rafforzare e sostenere i loro percorsi di fuoriuscita dallo sfruttamento, predisponendo misure specifiche per l’accompagnamento all’autonomia delle mamme e per garantire salute, istruzione, protezione e inclusione per i loro figli. Occorre mettere in atto ogni misura per evitare che, in assenza di interventi tempestivi e adeguati, per sopravvivere le donne corrano il rischio di ricadere nelle mani dei loro sfruttatori”.

Dall’analisi svolta nel rapporto ‘Piccoli Schiavi Invisibili’, emerge un aspetto estremo delle violenze subite dalle ragazze vittime di tratta e sfruttamento, che riguarda in molti casi i loro figli. Bambine e bambini, generalmente molto piccoli e a volte nati proprio dagli abusi subiti dalle giovani madri, che non solo assistono alle violenze perpetrate sulle loro madri, ma che rischiano di subire essi stessi violenza per mano di sfruttatori e trafficanti o essere oggetto di ricatto per tenere soggiogate le loro mamme.

‘Piccoli Schiavi Invisibili’ sottolinea anche le gravi conseguenze per madri e bambini nell’ambito dello sfruttamento lavorativo in ambito agricolo, negli insediamenti informali isolati dai centri urbani e dai servizi. Oltre alle difficili condizioni di lavoro a cui sono sottoposte e a retribuzioni inferiori rispetto agli uomini, le braccianti agricole sono più esposte a diverse forme di violenza, abusi e molestie sui luoghi di lavoro: un fenomeno che colpisce soprattutto lavoratrici provenienti dall’est Europa, spesso sole con figli minori, sottoposte dagli sfruttatori al ricatto della perdita del lavoro, una minaccia che spesso fa leva proprio sulla presenza di figli.

Inoltre Il rapporto sottolinea che in alcune aree, come la ‘fascia trasformata’ in Sicilia, tra i minori che vivono nelle campagne spesso con la sola madre che in prevalenza appartiene alle comunità rumena e rom, la dispersione scolastica raggiunga picchi dell’80% a causa della distanza delle strutture scolastiche e dell’assenza di trasporti.

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