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Il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) ha pubblicato un rapporto sull’accoglienza

Lo scorso anno è stato un anno particolarmente impegnativo per l’asilo in Italia e in Europa, non solo per il numero in crescita degli arrivi via mare, ma soprattutto per le tante risposte messe in campo e le modifiche al sistema d’asilo e protezione, come ha dichiarato Roberto Zaccaria, presidente del Consiglio Italiano per i Rifugiati:

“II Governo italiano ha stabilito un vero e proprio record emanando quattro decreti-legge in poco più di un anno, caratterizzandosi per una bulimia legislativa in materia di immigrazione. Un metodo che riteniamo critico e nel quale crediamo si sia fatto un uso eccessivo, sotto il continuo richiamo all’emergenza, di strumenti che nascono per rispondere a urgenze e che, per loro natura, devono essere omogenei.

I Decreti di cui parliamo hanno legiferato invece su temi strutturali, quali sono i flussi migratori, e si sono caratterizzati per la grande eterogeneità delle norme contenute. Il loro unico comune denominatore è l’obiettivo: restringere, fortemente, lo spazio di protezione in Italia e i diritti di chi chiede protezione nel nostro Paese… Un anno che si chiude nel peggiore dei modi, con l’annuncio dell’Accordo con l’Albania e le gravi violazioni che rischia inevitabilmente di produrre”.  

Dal punto di vista dei numeri nel 2023 sono state presentate nei 27 Stati membri dell’Unione europea un totale di 1.129.640 richieste di asilo, il numero più alto registrato dal 2018. In Italia le richieste di protezione internazionale presentate sono state 135.820, a fronte delle 351.510 presentate in Germania, delle 166.880 in Francia e delle 162.420 in Spagna. L’Italia ha quindi registrato poco più di un terzo (il 38,5%) delle domande d’asilo presentate in Germania.

Il sistema d’asilo italiano ha esaminato 41.415 domande d’asilo: 49,8% i dinieghi (20.625), 11,9% i riconoscimenti dello status di rifugiato (4.910), il 14,9% sono stati i beneficiari di protezione sussidiaria (6.185), il 23,4% i beneficiari di protezione speciale (9.690), secondo i dati dell’Eurostat.

Per quanto riguarda gli arrivi via mare, 157.652 le persone giunte sulle nostre coste (dati Ministero dell’Interno) e ben 2.476 i morti e dispersi nel Mediterraneo centrale, che continua ad essere la rotta più letale del mondo (dati OIM):

“Sono anni che diciamo che l’emergenza non è nei numeri, seppur in crescita, di quanti arrivano e cercano protezione. Ma è nella mancanza di risposte adeguate in termini di accesso protetto, accoglienza, integrazione, ritorno volontario assistito e salvataggio in mare. Ovvero di tutti quegli strumenti che renderebbero la gestione di questo fenomeno adeguata alla sua complessità e al rispetto dei diritti di queste persone. Diritti che sono sempre più in sofferenza”.

Ed ha elencato gli interventi effettuati nello scorso anno, che hanno raggiunto 3.667 persone bisognose di protezione: “Abbiamo sviluppato 18 progetti, realizzando interventi di sostegno diretto, tutela e integrazione a favore di 1.686 persone bisognose di protezione.  

sfruttI nostri sportelli informativi hanno garantito assistenza a 1.493 persone con interventi legali e accompagnamenti sociali in sei territori: Gorizia, Bergamo, Verona, Roma, Badolato e Lecce. Nei nostri centri, all’interno del sistema SAI, abbiamo dato accoglienza qualificata a 488 persone, 217 adulti, 77 minori, 165 minori stranieri non accompagnati e 29 neo maggiorenni”.

Un momento particolare ha riguardato i minori non accompagnati: “In un anno che si è contraddistinto per un forte arrivo di minori stranieri non accompagnati, 17.319 quelli arrivati sulle nostre coste, il nostro impegno si è concentrato per accompagnare questo gruppo verso una reale tutela e piena integrazione, dando risposte alle loro esigenze e valorizzando le loro grandi potenzialità.

Abbiamo assistito 616 MSNA e neo maggiorenni con interventi di accoglienza, protezione e inclusione in Friuli-Venezia Giulia, terminale della Rotta Balcanica, nel Veneto, in Sicilia, regione che vede la presenza del maggior numero di MSNA, e nel Lazio. I percorsi elaborati hanno sempre visto una partecipazione attiva dei ragazzi, gli attori principali di un progetto educativo e inclusivo che spazia da aspetti sociali a quelli legali, e che punta a renderli pienamente consapevoli dei propri diritti”.

Inoltre il CIR ha partecipato alla realizzazione di tre progetti di contrasto allo sfruttamento lavorativo in campo agricolo, in Puglia, Sicilia e nel Lazio, attraverso l’assistenza diretta a 159 persone vittime di sfruttamento: “Il tema dello sfruttamento agricolo si intreccia con quello dell’asilo, perché spesso sono proprio i rifugiati che a causa delle loro condizioni di vulnerabilità e bisogno finiscono nelle sue maglie.

Parlare di sfruttamento lavorativo e di caporalato ci pone a confrontarci anche con l’efficacia del sistema di protezione e accoglienza, spingendoci a costruire alternative a quanti si trovano schiacciati in questa condizione. I nostri interventi hanno inoltre promosso un’efficace interconnessione con i soggetti istituzionali e le parti sociali per eradicare questo sfruttamento nei singoli contesti territoriali”.

Ed infine nello scorso anno si è concluso il progetto del ‘Ritorno Volontario Assistito’ grazie al quale sono state accompagnate nei Paesi di origine 461 persone: “L’approccio personalizzato adottato ci ha permesso di definire un progetto individuale di reintegrazione e di prevedere la specifica assistenza in loco necessaria per la sua realizzazione”.

Concludendo il rapporto il CIR ha garantito al migrante un piano individuale: “A tutti i migranti interessati alla misura abbiamo garantito l’orientamento e/o il counselling. Quest’ultimo ha riguardato non solo l’accertamento della volontarietà ma, anche la valutazione di elementi quali: lo status giuridico del migrante, la sua condizione lavorativa e abitativa e il connesso quadro psicofisico, il livello di inserimento presso la comunità di origine, il grado di vulnerabilità.

In un colloquio successivo l’operatore ha supportato il migrante nella definizione, redazione e sottoscrizione di un accurato Piano Individuale di Reintegrazione (PIR) contenente la descrizione del progetto che il ritornante e/o il nucleo intendeva realizzare nel Paese di origine. La fattibilità del PIR è stata verificata, prima della partenza, con i referenti locali che hanno accertato la sussistenza delle condizioni individuali e di contesto affinché il progetto potesse essere sostenibile”.

Oggi contro la tratta di esseri umani

“Saluto i giovani di tanti Paesi venuti per la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta, che si celebrerà l’8 febbraio prossimo, memoria di Santa Giuseppina Bakhita, la suora sudanese che da ragazza era stata schiava. Anche oggi tanti fratelli e sorelle vengono ingannati con false promesse e poi sottoposti a sfruttamenti e abusi. Uniamoci tutti per contrastare il drammatico fenomeno globale della tratta di persone umane”: così al termine della recita dell’Angelus di domenica scorsa ha ricordato che oggi è la giornata di preghiera contro la tratta di esseri umani sul tema ‘Camminare per la dignità’.

L’attività della Comunità ‘Papa Giovanni XXIII’ contro la tratta delle persone

In Europa aumentano i casi di tratta interna; l’uso delle nuove tecnologie peggiora la condizione di donne e ragazze esposte allo sfruttamento sessuale. In Italia, sono sempre più le persone transessuali in strada. Giovani uomini dal Sud-Est asiatico sono sfruttati nei vari settori del lavoro nero.

Save the Children documenta i ‘piccoli schiavi’ in Italia

La XIII edizione del rapporto ‘Piccoli Schiavi Invisibili’, pubblicata dall’ong ‘Save the Children’, mette in luce e denuncia le condizioni dei minori, vittime o a rischio di tratta e sfruttamento nel nostro Paese, dedicando il focus di questo rapporto a bambini, bambine e adolescenti che crescono in aree dove la condizione di sfruttamento dei genitori li rende vittime, sin dalla nascita, della violazione dei loro diritti basilari in maniera sistematica e ‘normalizzata’, esponendoli anche al rischio di divenire loro stessi vittime dello sfruttamento ed esposti ad abusi. Nello specifico, la ricerca è stata condotta in due tra le aree a maggior rischio, la provincia di Latina, nel Lazio, e la ‘Fascia Trasformata’ di Ragusa in Sicilia.

Save the Children monitora il lavoro minorile in Italia

“Il lavoro minorile è un fenomeno globale che non risparmia nemmeno l’Italia e che mette a repentaglio i diritti fondamentali di bambine, bambini e adolescenti. Oltre al rischio per la propria salute ed il proprio benessere psicofisico, i bambini e gli adolescenti che iniziano a lavorare prima dell’età legale consentita, senza alcuna tutela giuridica, rischiano di vedere compromesso, o addirittura interrotto, il loro percorso di apprendimento e di sviluppo, alimentando notevolmente il circolo vizioso di povertà ed esclusione, anche in età adulta”.

Gli studenti dell’Azione Cattolica per cambiare la realtà

“E’ vero questo? Voi siete capaci di cambiare la realtà? State attenti, eh. C’è una realtà buona, che ti fa abbassare, quando sei in orbita. Ma c’è una realtà cattiva, e questa va cambiata”: lo ha detto papa Francesco agli studenti dell’Azione Cattolica Italiana in un breve video che è stato registrato la mattina di sabato 25 marzo in occasione dell’udienza a mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’AC italiana e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, riferendosi ad una sorta di duplice ‘realtà’: quella ‘buona’ che ci riporta con i piedi per terra, in atteggiamento umile, e quella che invece risucchia in un vortice di negatività, che appiattisce nel comune pensare: ‘si è sempre fatto così’.

Papa Francesco invita i giovani a lottare contro la tratta delle persone

“Oggi ricordiamo Santa Bakhita, la Patrona delle vittime della tratta di persone. Mi unisco a voi che celebrate la Giornata, la nona Giornata Mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone che ha come tema Camminare per la dignità e che coinvolge i giovani come protagonisti”: così inizia il videomessaggio per la nona giornata di preghiera per le vittime della tratta delle persone, celebrata mercoledì 8 febbraio.

Papa Francesco: il Signore va cercato nei poveri

Papa Francesco ha concluso la giornata della visita pastorale nella Repubblica democratica del Congo incontrando i rappresentanti delle Opere Caritative: Telema Ongenge, i Lebbrosi dell’ospedale del la Rive, l’Associazione Fasta, il Centro Dream con i Sordomuti del villaggio Bondeko, i ciechi delle Scuole di Petite Flamme del Movimento dei Focolari e le Monache Trappiste di Mvanda.

Papa Francesco sollecita i congolesi a ‘rialzarsi’

Papa Francesco è stato accolto da uno stuolo del popolo lungo il tragitto che lo ha condotto dall’aeroporto di Kinshasa al giardino del ‘Palais de la Nation’, dove ha salutato le autorità civili ed il corpo diplomatico della Repubblica Democratica del Congo, pronunciando un discorso, che tocca tutti i punti sensibili del Paese, mostrando il ruolo della Chiesa, che è voce della coscienza nazionale, con uno sguardo particolare alle varie forme di violenza:

Papa Francesco nella Repubblica democratica del Congo per riconciliare in Cristo

Papa Francesco è arrivato in Repubblica Democratica del Congo, cominciando il suo 40^ viaggio apostolico, che lo porterà anche in Sud Sudan e durante il volo ha chiesto una preghiera per il Sahara, un momento di silenzio per tutti quelli che lo attraversano in cerca di benessere.

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