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Giornata del Ringraziamento: promuovere agricoltura sostenibile
Oggi si celebra la 74ª Giornata Nazionale del Ringraziamento che si intitola ‘La speranza per il domani: verso un’agricoltura più sostenibile’ ad Assisi, ‘nella terra di san Francesco, autore circa 800 anni fa del celebre Cantico delle creature. Una spiritualità feconda di cui abbiamo assoluto bisogno anche oggi’, come ha sottolineato don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, per il quale ‘anche il mondo agricolo è assetato di riconciliazione con la terra’, con la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Domenico Sorrentino.
Per il direttore dell’Ufficio della Cei il tema di questa Giornata “ci apre al Giubileo che è alle porte. L’idea di fondo è che stiamo vivendo un tempo opportuno di semina. Se vogliamo offrire speranza dobbiamo tornare a seminare. E la semina oggi può essere declinata in due modi: la salvaguardia del terreno e il coinvolgimento delle giovani generazioni.
I disastri recenti in Italia (Emilia-Romagna e Toscana) e in Spagna (Valencia) ci ricordano quanto sia importante porre fine al consumo di suolo, che ha ridotto la produzione alimentare e riduce la possibilità di assorbimento idrico. La cementificazione ha conosciuto, tra le conseguenze più rilevanti, l’aumento del rischio idrogeologico, che allarma sempre più”, afferma don Bignami evidenziando che “in questo contesto, c’è bisogno di salvaguardare l’ambiente, preservare gli ecosistemi e tutelare la biodiversità, come chiede l’art. 9 della Costituzione italiana”.
Tale giornata è stata preceduta dal ‘Percorso sul Cantico delle creature’, dalla Basilica di Santa Chiara alla Basilica di San Francesco passando per il Santuario della Spogliazione e da un seminario di studio con il prof. Luigino Bruni, economista e saggista, e con il prof. Angelo Riccaboni, docente all’Università di Siena.
Nel messaggio i vescovi hanno preso l’immagine de ‘Il seminatore’ di Van Gogh: “Nel dipinto Il Seminatore (1888), Van Gogh scambia i colori: il cielo è dorato come la messe matura e la terra che accoglie i semi ha il blu del cielo. Ogni volta che un contadino semina, il cielo viene sulla terra. Ed il seminatore volge le spalle al tramonto per dirigersi verso un’alba nuova.
Nel disorientamento che proviamo mentre ci chiediamo dove siamo e quale direzione prendere, nella terra troviamo la speranza per il domani. Questo senso di fiducia nel futuro si amplifica, da un lato, nella gratitudine per il Creato ma, dall’altro, viene adombrato dalla preoccupazione crescente per uno sfruttamento che mette a rischio l’agricoltura e la vita delle persone”.
E’ un rimando all’Ultima Cena di Gesù: “Certo, benedice la mensa e il pane che diverrà memoriale della sua Pasqua, della fraternità e della gioia del prendere cibo insieme, ma ringrazia anche di tutti i benefici della creazione: del grano e dei grappoli della vite, della fatica intelligente che li trasforma in cibo e bevanda. La creazione è il dono.
Dobbiamo ringraziare per quanto abbiamo ereditato e comprendere quanto questo sia prezioso, soprattutto di fronte agli effetti drammatici della crisi ecologica. La gratitudine, infatti, deve trasformarsi in impegno, in progettualità, in azioni concrete se vogliamo evitare che i paesaggi diventino un lontano ricordo di quello che sono stati e i territori dei frammenti, residuo dello scarto e dell’abbandono”.
E’ necessario conservare il territorio adottando nuovi stili di vita attraverso la salvaguardia del territorio: “Il rinnovamento degli stili di vita è una via possibile e percorribile per supportare le politiche ambientali e ri-orientare l’economia nel segno della sostenibilità e della giustizia. L’agricoltura deve mantenere le sue basi ecologiche, che non ha mai dimenticato, ma che rischia di smarrire se insegue il paradigma tecnocratico, che porta alla ricerca di un modello di produzione volto solo alla massimizzazione del profitto. E, di conseguenza, all’abbandono dei campi, alla dismissione di alcune coltivazioni e, in molti casi, della stessa attività agricola a cui, a causa delle difficoltà strutturali dell’agricoltura nazionale, viene preferita la rendita derivante dal consumo del suolo o dal ritorno del bosco non curato”.
Al contempo è un invito a salvaguardare la cultura agricola: “Questo patrimonio di attenzioni e di tradizione non può essere dissipato, in quanto rappresenta uno stimolo per guardare al futuro e affrontare in modo costruttivo le sfide odierne, dando soluzione a quelle problematiche che, in varie occasioni, sono state portate alla luce da quanti sono impegnati nel mondo agricolo, che chiedono un confronto e un dialogo a più voci sul rapporto tra uso della terra, agricoltura, sostenibilità e tutela del lavoro delle nuove generazioni. Anche la progettualità sostenibile, come l’istallazione di impianti fotovoltaici, deve vigilare affinché ci sia sempre compatibilità con la produzione agricola. Sono questioni centrali per il futuro della nostra Europa”.
In quest’opera i vescovi invitano a coinvolgere i giovani: “E’ tempo di coinvolgere le nuove generazioni nella cura della terra indirizzando a un diverso modello economico, riducendo sprechi e consumi, riscoprendo le potenzialità delle comunità locali e salvaguardando le conoscenze tradizionali, riconoscendo il giusto compenso ai produttori e raddrizzando le distorsioni dei sussidi”.
Quindi tale giornata può diventare un’occasione di creare laboratori: “Il nostro Paese è un laboratorio ideale, per diversità di ambienti e condizioni socioeconomiche, per sperimentare vie nuove nelle tante forme di agricoltura. Vanno sostenuti i molti giovani – anche immigrati – che hanno deciso di intraprendere questa strada tornando alla terra, pure nelle situazioni più difficili della collina interna e della montagna.
Facciamo appello ai giovani agricoltori e ai centri di formazione che li preparano a un lavoro qualificato, perché si sentano protagonisti con la loro attività, di questo momento cruciale della storia, nel quale il loro contributo è fondamentale. Troppo spesso gli imprenditori agricoli non sono stati percepiti come una risorsa indispensabile per la produzione di cibo sano, disponibile per tutti e di qualità”.
Infine i vescovi mettono in guardia le Istituzioni a promuovere l’agrobusiness, che non è sostenibile: “Mentre non possiamo non riconoscere gli elementi di verità esistenti nelle denunce di insostenibilità ambientale e sociale di tanta agricoltura industriale (non per nulla definita agrobusiness), auspichiamo che si promuovano politiche nazionali ed europee che ripropongano corrette riforme agrarie, adeguato riconoscimento economico del lavoro agricolo e del valore dei prodotti agricoli, riduzione degli sprechi dal campo alla tavola, valorizzazione dell’agricoltura familiare. La polarizzazione tra agricoltura convenzionale e biologica o altro non serve: occorre fare rete e integrare, per combattere la dispersione delle comunità, soprattutto di quelle interne del nostro Paese, e dell’ambiente da cui proviene sostentamento e salute per tutti”.
(Foto: Cei)
La CEI ha l’obiettivo della ‘Fame zero’
Il mondo è tornato a livelli di sottoalimentazione paragonabili a quelli del 2008-2009 e si allontana così sempre più dal raggiungimento dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile 2, ‘Fame zero’, entro il 2030: è quanto emerge dal nuovo rapporto delle Nazioni Unite ‘Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo 2024’, secondo cui nel 2023 circa 733.000.000 persone (una persona su undici)– hanno sofferto la fame: in 2.033.000.000, nel mondo, hanno dovuto fare i conti con l’insicurezza alimentare.
Comunque per i vescovi, i conflitti rimangono la principale causa, ma anche le condizioni metereologiche estreme acuite dai cambiamenti climatici hanno un impatto disastroso sulla produzione agricola. Inoltre, in molti Paesi l’inflazione sta causando un aumento dei prezzi dei beni di prima necessità, aggravando ulteriormente le condizioni delle popolazioni locali.
Riprendendo il messaggio di papa Francesco alla FAO nello scorso anno la Cei ha supportato le popolazioni con le offerte dell’8xmille: “Oggi più che mai, affinché nessuno sia lasciato indietro, serve una grande sinergia in grado di coinvolgere i governi, le imprese, il mondo accademico, le istituzioni internazionali, la società civile e gli individui. Da parte sua, la Chiesa italiana, per far fronte alla mancanza di cibo, attraverso il Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli, grazie ai fondi dell’8xmille, ha finanziato dal 1991 a oggi 416 progetti per un totale di € 47.000.000 di euro in 80 Paesi di tutti i continenti. Si tratta di iniziative in risposta ad emergenze, per la prevenzione, l’adattamento o la mitigazione dell’impatto negativo dei cambiamenti climatici, per l’avvio, il sostegno e il potenziamento di pratiche agricole in una prospettiva di sostenibilità”.
Ed ha citato alcune situazioni di aiuto: “Tutti i progetti nascono dall’ascolto dei bisogni dei territori e puntano a consentire alle persone e alle comunità locali di essere protagoniste del loro sviluppo. Come in India, nel Tamil Nadu, dove la Diocesi di Dindigul, grazie a questi fondi è riuscita a fornire orientamento e formazione, favorendo l’avvio di orti biologici.
Ha individuato 500 famiglie in 30 villaggi, alle quali sono stati anche forniti semi e piantine: insalata, fagioli, noce di cocco, coriandolo, curry, zenzero, peperoncino verde, melanzane. Tutto rigorosamente biologico per aiutare il pianeta, ma anche per trovare finalmente un mercato redditizio… Tutto il villaggio è stato coinvolto nella sensibilizzazione e nella cura degli orti, inclusa la raccolta dei rifiuti e la loro preparazione per poi utilizzarli come concime”.
In Perù è stato dato vita ad iniziative per combattere l’insicurezza alimentare: “Anche in Perù, nella parrocchia di San Andrés de Huaycán, nel distretto di Ate a Lima, le famiglie più povere si sono organizzate in quelle che vengono chiamate ‘Ollas Comunes’, una sorta di mense condivise, per far fronte alla fame, aggravata da una disoccupazione crescente e dall’aumento dei prezzi degli alimenti di base. L’insicurezza alimentare nel Paese causa malnutrizione cronica in molti bambini di età inferiore ai 5 anni, e problemi di anemia nel 38% dei piccoli tra i 6 e i 35 mesi.
Ogni ‘Olla’ fornisce 80 razioni di cibo al giorno per un totale di 3600 persone al giorno. Con il ricavato dalle vendite delle razioni a prezzi calmierati si pagano i servizi idrici, l’elettricità e le forniture di gas. Il progetto ha consentito, grazie anche all’ASPEm, di rafforzare gli interventi del Banco Alimentare locale con operatori socio-pastorali, di migliorare l’organizzazione delle ‘Ollas Comunes’ e il sistema di recupero degli alimenti e riduzione degli sprechi delle aziende alimentari di Ate. Complessivamente l’iniziativa ha coinvolto 20 organizzazioni di ‘Ollas Comunes’, 80 donne, 400 famiglie e 90 operatori socio-pastorali”.
Però la preoccupazione della Chiesa italiana è rivolta al continente africano, portando l’esempio dell’Angola: “In particolare la fame sta aumentando in modo allarmante nel continente africano, dove coinvolge 1 persona su 5. Oltre ai necessari interventi di emergenza per far fronte alle ricorrenti crisi, carestie e siccità, anche in Africa la Conferenza Episcopale Italiana sostiene interventi attraverso i quali, grazie alle Chiese e ai partner locali, si cerca di mantenere la massima attenzione e rispetto verso le singole comunità, la diversità culturale e le specificità tradizionali. Perché non ci può essere cambiamento senza ascolto e pieno coinvolgimento di tutti.
Così è avvenuto in Angola, nella provincia di Cuando Muango, nella Diocesi di Menongue, dove più di 77.000 famiglie hanno problemi dovuti alla siccità nonostante la presenza nella regione di fiumi importanti. La Diocesi ha costruito un centro di piscicoltura con varie vasche per allevare la tilapia e produrre 150 kg di pesce al giorno. Sono state create le vasche, acquistate le pompe, allestito uno stabile per la preparazione degli alimenti e effettuate sessioni formative per la popolazione locale per favorire anche la commercializzazione del pesce prodotto”.
In morte di Satnam Singh contro il lavoro nero
“Contro questa grande civiltà stridono, gravi ed estranei, episodi e comportamenti come quello avvenuto tre giorni fa, quando il giovane Satnam Singh, lavoratore immigrato, è morto, vedendosi rifiutati soccorso e assistenza dopo l’ennesimo incidente sul lavoro. Una forma di lavoro che si manifesta con caratteri disumani e che rientra in un fenomeno, che affiora non di rado, di sfruttamento del lavoro dei più deboli e indifesi, con modalità e condizioni illegali e crudeli. Fenomeno che, con rigore e con fermezza, va ovunque contrastato, totalmente eliminato e sanzionato, evitando di fornire l’erronea e inaccettabile impressione che venga tollerato ignorandolo”.
Con questo inciso in un discorso sul valore del volontariato il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha parlato in un incontro a Solferino (Mantova) in occasione dei 160 anni dalla fondazione della Croce Rossa, contro quelle forme di sfruttamento del lavoro che si manifestano ‘con caratteri disumani’, come è successo a Satnam Singh, bracciante indiano di 31 anni, lasciato agonizzante in strada dopo aver perso il braccio destro in un incidente sul lavoro in un’azienda agricola a Borgo Santa Maria, nelle campagne della provincia di Latina.
Una morte di lavoro ‘nero’, che succede molto spesso in Italia, con la complicità di uno Stato immobile contro il caporalato, come ha spiegato il direttore della Caritas diocesana, Angelo Raponi, ad Avvenire: “Nel territorio pontino il caporalato purtroppo è una dimensione strutturale del lavoro in agricoltura, oggi con gli stranieri ma in passato con gli stessi italiani per quei pochi giorni di picco l’imprenditore agricolo prendeva la manovalanza necessaria e la pagava a tu per tu. Si va avanti così ancora oggi”.
A luglio dello scorso anno l’ong ‘Save the Children’ aveva denunciato le condizioni drammatiche di vita in cui si trovano i minori e le loro famiglie vittime dello sfruttamento lavorativo nel settore agricolo, in due tra le aree italiane a maggior rischio: la provincia di Latina e la Fascia Trasformata di Ragusa:
“Il fenomeno dello sfruttamento lavorativo nel settore agricolo si concentra dove c’è più lavoro, come nel caso di alcuni distretti strategici per l’agroalimentare italiano, proprio come le province di Latina e Ragusa, dove ci sono terreni che consentono la coltivazione intensiva, e che richiedono una forte presenza di manodopera anche per la raccolta e l’imballaggio dei prodotti agricoli, e dove sono nati due dei mercati ortofrutticoli più importanti del Paese, il MOF – Centro Agroalimentare all’Ingrosso di Fondi (LT), e l’Ortomercato di Vittoria.
Secondo una stima del 2021, gli occupati irregolari nel settore dell’agricoltura in Italia erano circa 230.000, con una massiccia presenza di stranieri non residenti e un numero consistente di donne coinvolte, ovvero 55.000. La maggior parte delle vittime di tratta e sfruttamento nel mondo restano invisibili: quelle identificate nel periodo 2017-2020 a livello globale non hanno superato i 190.000 casi. Chi ha sofferto di più per mano dei trafficanti, secondo gli ultimi dati, sono state le donne, cioè il 42% e i minori, il 35%, mentre le principali forme di sfruttamento sono state di tipo lavorativo o sessuale”.
Il fenomeno non è una novità, anche se è comodo per le nostre coscienze crederci, tanto è che nel 2019 era stato avviato il progetto ‘Diagrammi Nord’ approvato dal ministero del Lavoro all’interno dell’Avviso 1/2019 “che vuole provare a misurarsi su un percorso che ha al centro la persona migrante vittima di sfruttamento in agricoltura e che, attraverso interventi integrati e armonici, si vuole rendere protagonista del proprio presente e futuro.
Questo coinvolgendo reti istituzionali e imprese agricole, sviluppando un’azione di emersione che individui situazioni concrete di sfruttamento, proponendo un percorso progressivo di motivazione, affrancamento, protezione sociale, orientamento, formazione linguistica e professionale. Tutto per poter davvero sviluppare una proposta di dignità, di qualità, di sfida nell’ambito dello sfruttamento lavorativo in agricoltura”.
Fabio Sorgoni, responsabile dell’area ‘Tratta e sfruttamento’ della cooperativa sociale ‘On the road’ ha denunciato che ogni giorno muoiono tre lavoratori in agricoltura: “Satnam Singh era un lavoratore indiano, come altre decine di migliaia nelle campagne laziali dell’Agro Pontino. Molti di loro per venire in Italia hanno pagato trafficanti, intermediari, datori di lavoro. Hanno debiti enormi da restituire e devono accettare di lavorare per due o tre euro all’ora.
Nelle serre in cui lavorano ogni tanto qualcuno si impicca, perché non ce la fa più. Gli vengono somministrate anfetamine od altre droghe prestazionali (doping lavorativo) per sopportare il lavoro, il caldo, il dolore, Vengono picchiati, insultati, minacciati. A volte uccisi. E la stessa sorte subiscono le famiglie a casa, se non vengono pagati i debiti… Abbiamo in carico decine di persone sfruttate nelle regioni dove lavoriamo: Marche, Abruzzo e Molise. Sfruttate nell’agricoltura, nell’edilizia, nelle fabbriche”.
Mentre il CNCA (Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza) ha chiesto più ispezioni, un nuovo atteggiamento da parte di istituzioni e comunità locali, attenzione non solo sui caporali ma anche su commercialisti e consulenti del lavoro compiacenti: “Se vogliamo porre termine a situazioni come questa, occorre in primo luogo aumentare notevolmente il numero delle ispezioni dell’Ispettorato del lavoro, mandando un segnale chiaro di svolta a tutto il territorio.
Questo cambiamento è perciò possibile solo se le istituzioni e le comunità locali decidono di affrontare le situazioni si sfruttamento fin qui tollerate. E’ poi importante cominciare a colpire tutta la filiera che sta tra il datore di lavoro e il lavoratore: non solo i caporali, ma anche quei consulenti del lavoro e commercialisti compiacenti che creano le condizioni per rendere possibile lo sfruttamento.
Infine riteniamo che si debba agire sulle cosiddette ‘procedure illegittime’, cioè su quelle richieste delle istituzioni o di altri enti non necessarie a norma di legge che rendono più difficile alle persone migranti ottenere il permesso di soggiorno, un IBAN presso le Poste o le banche o un altro documento rilevante per la propria vita personale e sociale, rendendo così più difficile la loro integrazione nel contesto locale”.
Papa Francesco: quaresima per vivere la fraternità
Anche quest’anno, papa Francesco ha inviato un videomessaggio per la Campagna di Fraternità promossa dalla Conferenza Episcopale del Brasile sul tema ‘Fraternità e amicizia sociale’, mentre il motto è tratto dal Vangelo di Marco, ‘Siete tutti fratelli e sorelle’ nel ricordo del 60^ anniversario della campagna in un itinerario di conversione:
“Mentre iniziamo, con digiuno, penitenza e preghiera il cammino quaresimale, mi unisco ai miei fratelli della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile in un inno di rendimento di grazie all’Altissimo per i 60 anni della Campagna di Fraternità, un itinerario di conversione che unisce fede e vita, spiritualità e impegno fraterno, amore a Dio e amore al prossimo, specialmente a chi è più fragile e bisognoso di attenzione. Questo percorso è proposto ogni anno alla Chiesa in Brasile e a tutte le persone di buona volontà di questa amata nazione”.
Il messaggio papale è un invito a vivere la fraternità: “Come fratelli e sorelle, siamo invitati a costruire una vera fraternità universale che favorisca la nostra vita in società e la nostra sopravvivenza sulla Terra, nostra Casa Comune, senza mai perdere di vista il Cielo dove il Padre ci accoglierà tutti come suoi figli e figlie”.
Di fronte a guerre e violenze il papa ha chiesto di allargare la fraternità: “Purtroppo nel mondo vediamo ancora molte ombre, segnali della chiusura in se stessi. Perciò, ricordo il bisogno di allargare la nostra cerchia per arrivare a quelli che spontaneamente non sentiamo parte del nostro mondo di interessi, di estendere il nostro amore ad ‘ogni essere vivente’, vincendo frontiere e superando ‘le barriere della geografia e dello spazio’.
Auspico che la Chiesa in Brasile ottenga buoni frutti in questo cammino quaresimale e formulo voti affinché la Campagna di Fraternità, ancora una volta, aiuti le persone e le comunità di questa amata nazione nel loro processo di conversione al Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo, superando ogni divisione, indifferenza, odio e violenza”.
Mentre nel messaggio al Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo papa Francesco ha ringraziato i partecipanti al consesso: “Desidero ringraziarvi per l’impegno, il tempo e le energie che dedicate alla lotta per un mondo migliore, in cui nessuno veda lesa la propria dignità e dove la fratellanza diventi una realtà, fonte di gioia e di speranza per tutti”.
Nel messaggio il papa ha sottolineato la dicotomia esistente nel mondo: “Oggi il nostro mondo si trova ad affrontare una dicotomia straziante. Da un lato milioni di persone soffrono la fame, dall’altro si riscontra una grande insensibilità nello spreco alimentare. Il cibo che viene sprecato ogni anno genera enormi quantità di gas serra, mentre basterebbe un corretto razionamento per sfamare tutti coloro che hanno fame”.
Sono tempi incerti verso un pericolo: ”Questi sono tempi precari. Stiamo spingendo il mondo verso limiti pericolosi: il clima sta cambiando, le risorse vengono saccheggiate; I conflitti e la crisi economica mettono a rischio la sopravvivenza di milioni di persone.
Di fronte alla crisi, le comunità rurali sono le prime a essere colpite, poiché non hanno le risorse per far fronte alla situazione causata dai cambiamenti climatici e dalle ostilità, e sono escluse dall’accesso ai finanziamenti. Anche i popoli indigeni sono vittime di disagi, privazioni e abusi. Sebbene la loro conoscenza sulla gestione delle risorse naturali e la loro connessione con l’ambiente possa aiutare a conservare la biodiversità”.
E non ha dimenticato le donne e le famiglie: “Un altro gruppo trascurato sono le donne, che rappresentano i pilastri di oltre la metà delle famiglie che soffrono di insicurezza alimentare nelle zone rurali, dove molti giovani mancano di formazione, risorse e opportunità. I giovani sono il futuro delle nostre comunità rurali e in essi risiede un importante potenziale di innovazione e cambiamento positivo”.
Di fronte a tali drammi il papa ha invitato a ‘costruire’ una nuova agricoltura: “Signor Presidente, questa realtà ci spinge ad affrontare i problemi esistenti, in particolare la fame e la miseria, non accontentandoci di strategie astratte o impegni irraggiungibili, ma coltivando la speranza che scaturisce dall’azione collettiva. Collaboriamo alla costruzione di un sistema agricolo e alimentare più inclusivo.
I programmi di ricerca e tecnologia che promuovere un’agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Allo stesso modo, è essenziale eliminare gli sprechi alimentari e sostenere un’equa distribuzione delle risorse. Investire semplicemente nel trasporto e nello stoccaggio può ridurre le perdite dei piccoli agricoltori, che producono un terzo del cibo consumato quotidianamente”.
Ed infine un invito per uno sviluppo integrale: “Invoco l’aiuto divino su tutti voi, affinché la saggezza, l’empatia e uno spirito di leale cooperazione e servizio guidino le vostre decisioni e le cause dell’esclusione, della povertà e della cattiva gestione delle risorse, nonché gli effetti delle crisi climatiche. Possano le loro proposte e azioni riflettere i valori universali di giustizia, solidarietà e compassione, essere orientate al bene comune e lavorare per la pace e l’amicizia sociale, generando cambiamenti a favore dello sviluppo integrale dell’umanità”.
Per la giornata dell’alimentazione 2.000.000 di persone al Villaggio della Coldiretti a Roma
Sono stati circa 2.000.000 le presenze nel week end del ‘Villaggio Coldiretti’ al Circo Massimo a Roma, il più grande mai realizzato per sostenere l’agricoltura italiana, scesa in piazza alla vigilia della Giornata dell’Alimentazione per far conoscere i primati del Made in Italy e sostenere la sovranità alimentare: è stato il bilancio stimato dalla Coldiretti a conclusione della ‘grande festa di popolo’ con 500 stand tra mercati degli agricoltori, aree del gusto, street food, agriasili, animali della fattoria, orti, fattorie didattiche, agrichef, laboratori, nuove tecnologie e workshop, presso i quali è stato possibile degustare, apprendere, giocare e divertirsi al fianco di decine di migliaia di agricoltori, con i menu anti inflazione per un pasto completo a base di prodotti 100% italiani.
Save the Children documenta i ‘piccoli schiavi’ in Italia
La XIII edizione del rapporto ‘Piccoli Schiavi Invisibili’, pubblicata dall’ong ‘Save the Children’, mette in luce e denuncia le condizioni dei minori, vittime o a rischio di tratta e sfruttamento nel nostro Paese, dedicando il focus di questo rapporto a bambini, bambine e adolescenti che crescono in aree dove la condizione di sfruttamento dei genitori li rende vittime, sin dalla nascita, della violazione dei loro diritti basilari in maniera sistematica e ‘normalizzata’, esponendoli anche al rischio di divenire loro stessi vittime dello sfruttamento ed esposti ad abusi. Nello specifico, la ricerca è stata condotta in due tra le aree a maggior rischio, la provincia di Latina, nel Lazio, e la ‘Fascia Trasformata’ di Ragusa in Sicilia.
La Coldiretti premia gli agricoltori green
Dal contadino robot all’avvocato agricoltore che aiuta i detenuti, dalle posate di cardo al fagiolo della fertilità fino all’Ape Pack per conservare i salumi, sono stati assegnati gli Oscar Green della Coldiretti ai giovani che non si rassegnano alla protesta sterile o all’attesa passiva di lavoro ma scendono in campo con soluzioni che creano occupazione, salvano il clima e l’ambiente e garantiscono cibo, servizi ed energia al Paese.
In Italia 9 comuni su 10 sono a rischio di frane ed alluvioni
In Italia oltre 9 comuni su 10 in Italia (il 93,9% del totale) hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane ed alluvioni anche per effetto del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense: è quanto ha affermato la Coldiretti in occasione della Giornata mondiale del suolo nel denunciare gli effetti del micidiale mix dei cambiamenti climatici e della sottrazione di terra fertile capace di assorbire l’acqua:
Nella Giornata del Ringraziamento i vescovi invitano ad un’agricoltura sostenibile
‘Le scelte assurde di investire in armi anziché in agricoltura fanno tornare attuale il sogno di Isaia di trasformare le spade in aratri, le lance in falci’: è quanto affermano i vescovi italiani nel messaggio della Conferenza episcopale italiana per la 72^ Giornata Nazionale del Ringraziamento, che si celebra oggi sul tema ‘Coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto (Am 9,14). Custodia del creato, legalità, agromafie’. Nel documento è sottolineato che ‘all’interno dell’attività agricola si infiltra un agire che crea grandi squilibri economici, sociali e ambientali’:
Coldiretti: da ‘spesa sospesa’ una tonnellata di cibo per i poveri
Oltre una tonnellata di cibo a km zero, dal Grano Padano al Parmigiano Reggiano, dall’olio del Garda Dop al Salame Milano, dal riso Carnaroli fino alla pasta di grano 100% italiano assieme a frutta e verdura, è stata raccolta grazie alla generosità degli agricoltori di ‘Campagna Amica’, nonostante il complesso momento di crisi, dei cittadini milanesi e dai turisti e da ‘Filiera Italia’ per arrivare nelle case delle famiglie in gravi difficoltà economiche.