Papa Francesco ai calciatori: non dimenticate lo spirito amatoriale

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“Sono lieto di darvi il benvenuto a questa celebrazione del primo centenario di questo club sportivo. Ho spesso ripetuto che lo sport è un motivo ed un’occasione per riscoprire e promuovere molti valori della nostra società e, in questo senso, incontrare un club ‘galiziano’ è per me qualcosa che evoca tante esperienze che da argentino ho vissuto nella mia carne. Se avete notato, i suoi colori sono quelli della Vergine Immacolata e anche quelli della maglia argentina, quasi come se la nostra Madre avesse voluto unire le due sponde di questo grande oceano che, anziché separarci, ci ha uniti per non dimenticarla”.

Nonostante che abbia deciso che nel mese di luglio avrebbe sospeso le udienze, ieri papa Francesco, da vero sportivo, non ha potuto fare a meno di non ricevere i dirigenti ed i calciatori del Real Club Celta de Vigo in occasione del centenario della fondazione, ai quali ha sottolineato la partenza di molti migranti:

“Don Carlos mi ha raccontato nella sua lettera che anche lui ha dovuto attraversare l’Atlantico per mettere su famiglia; come tanti altri, sicuramente ha contemplato in lontananza quella bandiera bianca e celeste che dalla capitaneria del porto di Vigo li salutava.

E questa è la storia di tanti migranti arrivati in Argentina. Un pezzetto del suo cuore era rimasto lì ad aspettarlo. Non è stato l’unico a lasciarlo, e in un certo senso potremmo dire che il cuore dell’umanità è fatto di tutti quei pezzi che, restando e partendo, ci ricordano nel nostro intimo che siamo tutti uniti, che siamo pellegrini in questo mare tempestoso dell’’esistenza”.

E’ un invito a recuperare la storia, ‘poetica’, di una ‘terra’: “Forse alcuni di voi hanno già notato il significato profondo di questo emblema che avete difeso con tanto orgoglio. A volte ci capita di lavorare tanto, di lottare, di voler essere felici, di vincere, di dimostrare quanto valiamo, ma assorbiti dalla difesa dei nostri colori, dimentichiamo il loro significato.

Recuperare sempre la storia poetica. Ma le radici sono importanti, sono quelle che ci danno un senso, le vostre ci parlano di una terra che non si chiude al fratello che arriva come pellegrino, e di persone capaci di lasciarsi tutto alle spalle per affrontare le imprese più alte. Uno spirito di sana avventura e uno spirito di ospitalità fraterna”.

Per il papa è importante vincere con umiltà attraverso un ‘lavoro’ di squadra: “Sia nello stadio che nella vita, le vostre armi, come la croce di Santiago che le presiede, sono quei piccoli gesti a cui a volte non diamo importanza: è vincere con umiltà, lavorare in squadra senza contare sulle proprie forze, capire che la vittoria è di tutti.

Il lavoro di squadra è importante: quando non si lavora in squadra nel mondo dello sport, tutti perdono. Significa anche darsi con generosità, non risparmiarsi, sapere che sacrificarsi per gli altri quando è necessario, accettare che il confronto con le altre squadre serva a migliorare, a imparare, a mettersi alla prova e a valutare il proprio gioco”.

Ed ha evidenziato il significato dei colori della squadra: “E in questo senso l’altro, più che un avversario degno di rispetto, è sempre un amico gradito. Se il nostro gioco e la nostra vita, coerenti tra loro, daranno questo esempio, riusciremo a trasmettere non la passione per i colori che escludono, ma l’amore per ciò che rappresentano.

A quelle bandiere biancocelesti e a quel cammino dell’Apostolo che ci rendono capaci di attraversare oceani e unire continenti, in attesa della corona di giustizia che il Signore, il Giudice, conferirà a tutti coloro che sperano in Lui”.

Infine ha sottolineato la dimensione amatoriale dello sport: “E non vorrei concludere senza parlare di un lavoro, di un aspetto che è faticoso, ma che deve essere sempre mantenuto: la dimensione amatoriale. Quando lo sport, in questo caso il vostro sport, perde questa dimensione ‘amatoriale’, non ha più senso, diventa commerciale o semplicemente asettico, senza passione. Vi prego di mantenere questa mistica ‘amatoriale’. Non perdete mai la dimensione amatoriale”.

(Foto: Santa Sede)

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