Cresima/Confermazione per fedeli conviventi e sposati civilmente: prima o dopo il matrimonio religioso?

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Ecco perché occorre un percorso di preparazione prima di ricevere questo Sacramento, che consiste in anni di catechismo e, nelle settimane precedenti alla cerimonia, anche in due giorni di ritiro spirituale. Battesimo, Eucarestia e Cresima sono in qualche modo considerati un unico Sacramento!

Dal punto di vista del valore e del significato: è la strada con cui ogni figlio di Dio diventa sempre più consapevole di ciò che è e di ciò che può fare nel nome dell’Onnipotente.

La Cresima, di regola, è inoltre necessaria per poter celebrare il matrimonio in Chiesa, per questo motivo viene rilasciato un attestato di cresima che deve essere poi presentato al parroco nel momento in cui si decide di contrarre matrimonio con rito cattolico. E’ molto importante, in questo percorso fino al Sacramento, di norma, l’apporto della madrina e del padrino, oltre che del parroco e dei genitori: spesso infatti la Cresima viene impartita al fedele che si trova in un’età delicata, a inizio adolescenza.

 Per evitare che un momento così importante venga visto come la fine del proprio percorso di fede, è fondamentale introdurre passo dopo passo il cresimando al vero significato del Sacramento.

Già nella Chiesa dei primi secoli, dopo aver aderito a Cristo e aver celebrato durante la Veglia pasquale i “Sacramenti dell’Iniziazione cristiana”, nelle settimane di Pasqua i neofiti erano introdotti nella comprensione vitale dei sacramenti, di cui tuttavia avevano imparato a riconoscere i segni in riferimento alle esperienze bibliche fatte in precedenza; ed erano condotti per mano a vivere in conformità con quanto avevano celebrato.

Questo itinerario ‘mistagogico’non può avere esito se non introduce concretamente in una comunità che crede, celebra e vive la fede nel tessuto delle sue relazioni quotidiane, nella testimonianza offerta agli abitanti del quartiere e alle persone incontrate negli ambienti di vita. Il termine “mistagogia” ha origine dal verbo greco “myèo” (= iniziare ai misteri) e indica la particolare relazione che esiste tra il cristiano e il mistero di Cristo creduto, celebrato e vissuto nella comunità.

Una parola specifica nella tradizione cristiana, forse difficile da pronunciare e da assimilare, tuttavia ancor più difficile da sostituire. Ne apprenderemo il significato vivendola nelle comunità. Sul piano dinamico e dogmatico occorre fare riferimento ad altri importanti testi per renderci conto se siamo veramente cattolici attivi, dinamici  e reattivi od individui passivi, meramente ricettivi degli insegnamenti di Cristo, del Pontefice e del Magistero ecclesiale.

Per fare un po’ più di chiarezza, prendiamo alcuni spunti da ciò che è scritto nella introduzione al

rito della Cresima: “Con il Sacramento della Confermazione i battezzati proseguono il cammino della “iniziazione cristiana”. In forza di questo sacramento, essi ricevono l’effusione dello Spirito Santo, dono che rende i fedeli in modo più perfetto conformi a Cristo e comunica loro la forza di rendere testimonianza per l’edificazione del suo corpo nella fede e nella carità. Essi ricevono inoltre il carattere o segno indelebile del Signore. (Il nuovo «Rito della Confermazione», cfr.https://liturgico.chiesacattolica.it/wp-content/uploads/sites/8/2017/11/15/Versione_italiana_Rito_Confermazione, obbligatorio dall’1/1/1973 a norma della Costituzione Apostolica Divinae consortium naturae.

Quindi come acclarato ovviamente dal Magistero lo Spirito Santo ci è donato nella Cresima con la pienezza dei suoi doni ( cfr.http://www.cristianicattolici.net/files/la-cresima.pdf) che  sarebbe forse preferibile ricevere in un’età di completa maturità! Oggi spesso i bambini partecipano alla celebrazione (quasi sempre spinti dalle circostanze scolastiche e familiari) senza rendersi conto dell’incomparabile  valore spirituale di questi doni!

Si evince che la preparazione alla cresima è un percorso formativo che dovrebbe durare molti mesi, durante i quali il candidato va concretamente accompagnato da un catechista e da un sacerdote per approfondire la propria conoscenza della fede e prepararsi alla cerimonia. La preparazione prevede solitamente una serie di incontri di catechismo, in cui si studiano i principali aspetti del credo cristiano, della liturgia e della morale. In ordine alla cresima per adulti (aggiungo che dovrebbe costituire la regola), l’ Art. 8 del  Decreto generale sul matrimonio canonico   dispone( cfr. chiesacattolica.it https://www.chiesacattolica.it › sites › 2017/02

 promulgato  in data 5 novembre 1990, vigente dal 17 febbraio 1991  199%2F31%2F2017%2F02%2FDecreto_generale_matrimonio_canonico.pdf&usg=AOvVaw36mnQKLNbVLtWE1KVlHqx1 ):

“I pastori d’anime siano solleciti nell’esortare i nubendi che non hanno ancora ricevuto il sacramento della confermazione a riceverlo prima del matrimonio se ciò è possibile senza grave incomodo (cfr can. CIC 1065, par. 1). Prestino particolare attenzione ( oggi pochissimi chierici hanno questo pensiero) a coloro che, dopo il battesimo, non hanno ricevuto gli altri sacramenti nè alcuna formazione cristiana. Parimenti siano animati da grande prudenza pastorale nel curare la preparazione dei nubendi non cresimati che già vivono in situazione coniugale irregolare (conviventi o sposati civilmente).

In questo caso, di norma, l’amministrazione della confermazione non preceda (ATTENZIONE eccezione alla regola) la celebrazione del matrimonio. Nel diritto particolare, tenendo conto anche delle facoltà concesse ai Vescovi diocesani circa il ministro della confermazione (cfr can. 884, par. l), si potranno dare disposizioni affinché la celebrazione della confermazione per i nubendi sia opportunamente inserita nella preparazione immediata al matrimonio”.

Conseguentemente il  Can. 866 del Codice di Diritto canonico ( entrato in vigore il 27 novembre 1983 con la costituzione Sacrae disciplinae leges del 25 gennaio 1983) prescrive “L’adulto che viene battezzato, “se non vi si oppone una grave ragione” (ATTENZIONE eccezione alla regola), subito dopo il battesimo riceva la confermazione e partecipi alla celebrazione eucaristica, ricevendo anche la comunione”.

Dal 19 Marzo 2016 tutte le disposizioni in materia  dovrebbero costituire un unico  sistema integrato dalle  nuove decisioni assunte da Papa Francesco con l’Esortazione apostolica post sinodale “Amoris Laetitia” ( cap. 8), con il Motu Proprio “MIDI” ( riforma del CIC in materia di nullità del matrimonio canonico) vigente dall’8 Dicembre 2015, costituenti supremo  magistero ordinario sulla famiglia modificativo dei testi giuridici e pastorali preesistenti in merito !

Principi confermati anche dalla nuova Costituzione apostolica della Santa Sede del 19 Marzo 2022 ( artt. 128 e ss.) e adesso anche da 2 importanti testi  pubblicati dal Dott.  Simone Baroncia, (che ringrazio sempre per la pubblicazione dei miei articoli nel sito cattolico  “KORAZYM”).

A tal proposito Il consulente sinodale Prof. Mons. Gronchi aveva puntualizzato “L’avventura del Sinodo sulla famiglia ha inizio l’8 ottobre 2013, quando Papa Francesco decide di convocare la III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi sulle sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione. Due fondamentali sensibilità hanno caratterizzato il clima dei lavori.

Da una parte, il coraggio di rivolgersi al mondo con la fiducia nel Vangelo della famiglia, buona notizia per tutti, a partire dalle famiglie che hanno il dono di corrispondere fedelmente alla propria vocazione e missione. Ma anche buona notizia che valorizza  e discerne con cura ciò che di buono è presente in tre tipi di unioni più complesse: quelle incompiute, che sono le convivenze; quelle imperfette, dei matrimoni civili; quelle ferite, dei divorziati risposati…” https://www.toscanaoggi.it/Opinioni-Commenti/La-medicina-della-misericordia-su-tutte-le-situazioni-familiari ).

Viene sottolineato che La III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, celebrata nel mese di ottobre 2014, ha constatato la difficoltà dei fedeli di raggiungere i tribunali della Chiesa. Poiché il Vescovo, come il buon Pastore, è tenuto ad andare incontro ai suoi fedeli che hanno bisogno di particolare cura pastorale… Art. 1. Il Vescovo in forza del can. 383 § 1 CIC è tenuto a seguire con animo apostolico i coniugi separati o divorziati, che per la loro condizione di vita abbiano eventualmente “abbandonato la pratica religiosa”. Egli quindi condivide con i parroci (cfr. can. 529 § 1) la sollecitudine pastorale verso questi fedeli in difficoltà. (R.P. MOTU PROPRIO “MIDI” di Papa Francesco vigente dall’8/12/2015).

Conseguentemente Amoris Laetitia, approvativa del testo finale del Sinodo elaborato dai Vescovi di tutto il mondo dispone ( nn. 242 e segg. ): “I Padri hanno indicato che «un particolare discernimento è indispensabile per accompagnare pastoralmente i separati, i divorziati, gli abbandonati.. Ai divorziati che vivono una nuova unione, è importante far sentire che sono parte della Chiesa, che “non sono scomunicati” e non sono trattati come tali, perché formano sempre la comunione ecclesiale. 

Queste situazioni «esigono un attento discernimento e un accompagnamento di grande rispetto, evitando ogni linguaggio e atteggiamento che li faccia sentire “ discriminati” e promuovendo la loro partecipazione alla vita della comunità.. I Padri hanno anche considerato la situazione particolare di un matrimonio solo civile o, fatte salve le differenze, persino di una semplice “convivenza” in cui, «quando l’unione raggiunge una notevole stabilità attraverso un vincolo pubblico, è connotata da affetto profondo, da responsabilità nei confronti della prole, da capacità di superare le prove, può essere vista come un’occasione da accompagnare nello sviluppo verso il sacramento del matrimonio»..

«La scelta del matrimonio civile o, in diversi casi, della semplice convivenza, molto spesso non è motivata da pregiudizi o resistenze nei confronti dell’unione sacramentale, ma da situazioni culturali o contingenti».. Si tratta di integrare tutti, si deve aiutare ciascuno a trovare il proprio modo di partecipare alla comunità ecclesiale, perché si senta oggetto di una misericordia “immeritata, incondizionata e gratuita”.

Nessuno può essere condannato per sempre, perché questa non è la logica del Vangelo.. “A causa dei condizionamenti o dei fattori attenuanti, è possibile che, entro una situazione oggettiva di peccato – che non sia soggettivamente colpevole o che non lo sia in modo pieno – si possa vivere in grazia di Dio, si possa amare, e si possa anche crescere nella vita di grazia e di carità, ricevendo a tale scopo l’aiuto della Chiesa, in certi casi, potrebbe essere anche l’aiuto dei Sacramenti. l’Eucaristia «non è un premio per i perfetti, ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli» (cfr. nota n. 351 facente parte integrante del testo).

A tal proposito evidenzio che Papa Francesco il 30 Settembre 2023 nominerà Cardinali i Vescovi qui menzionati che, come risulta dai relativi documenti magisteriali (in particolare mons. Víctor Manuel Fernández che ha  partecipato, come membro, ai Sinodi dei Vescovi del 2014 e del 2015 sulla famiglia) hanno attuato  in tutto il mondo i principi di Amoris Laetitia (cfr. https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.acistampa.com%2Fstory%2Fpapa-francesco-annuncia-concistoro-il-30-settembre-ecco-i-nomi-dei-nuovi-cardinali%3Ffbclid%3DIwAR1A1wxUdntNBy8O9mp2S3AVy2VPDw0OmkJpkDiW9lqEioZw9PB_c8tGTTA&h=AT0WfKGJLwNAksWUTS22fg4zDTozEoLOrnwmf36e0bNw2r9NKJ-5GT4lXeRPuDfTf87p98Vb5aZI9tXcIEBWkWR4JPjSjUG3AXDyTs4lZ0hAoGNDPMtLO_JIt3pJvW_UVdGY&__tn__=H-R&c[0]=AT329zp9lxitT66jiWnqT2yiU74VSGk-d_KPFAMcl0T4iqJjLkqigbBQItyThK0MjYtGUyCreAK2aXBFDYZ33-J7Q4xK0LjYLN9Jd6p1QZQpK8wNTsUG8jevRn78ZwOHQSQ1poyS77fD1MMU0I9GiDHrXmXxfufCMXWMWl6Rwy2CrQijOuJpUWH_jluDKSZeMH0JUr-MFg0H3f5Ul0lMcL-LYIY ).

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