Papa Francesco esalta la creatività della donna

Condividi su...

Stamattina papa Francesco ha ricevuto in udienza i partecipanti all’incontro promosso dalla ‘Strategic Alliance of Catholic Research Universities’ (SACRU) e dalla Fondazione ‘Centesimus Annus Pro Pontifice’, che hanno presentato il volume ‘Più leadership femminile per un mondo migliore. Il prendersi cura come motore per la nostra casa comune’, che tratta di un tema caro al papa sull’importanza del prendersi cura:

“E’ stato uno dei primi messaggi che ho voluto dare alla Chiesa fin dall’inizio del Pontificato, ricordando il modello di san Giuseppe, tenero custode del Salvatore. Tenero custode che si prende cura”.

Ed ha sottolineato la caratteristica dell’opera presentata: “Si tratta di una modalità nuova e significativa, in cui la ricchezza dei contenuti deriva dall’apporto di esperienze, competenze, modi di sentire e approcci diversi e complementari. E’ un esempio di multidisciplinarità, multiculturalità e condivisione di sensibilità diverse: valori importanti non solo per un libro, ma anche per un mondo migliore”.

Durante l’incontro il papa ha ribadito l’apporto della donna nella cura come sfida all’inclusività: “Nel volume si parla del problema delle discriminazioni che spesso colpiscono le donne, come altre categorie deboli della società. Tante volte ho ricordato con forza che la diversità non deve mai sfociare nella disuguaglianza, ma piuttosto in una grata e reciproca accoglienza.

La vera sapienza, con le sue mille sfaccettature, si impara e si vive camminando insieme, e solo così diventa generatrice di pace. Questa vostra ricerca è dunque un invito, grazie alle donne e in favore delle donne, a non discriminare ma a integrare tutti, specialmente i più fragili a livello economico, culturale, razziale, e di genere. Nessuno deve essere escluso: questo è un principio sacro”.

Il secondo apporto offerto dal volume consiste nel rispetto dell’altro: “Ogni persona va rispettata nella sua dignità e nei suoi diritti fondamentali: istruzione, lavoro, libertà di espressione, e così via. Questo vale in modo particolare per le donne,più facilmente soggette a violenze e soprusi. Una volta ho sentito un esperto in storia che diceva come sono nati i gioielli che portano le donne…

C’era una civiltà dove c’era l’abitudine che il marito, quando arrivava a casa, avendo tante mogli, se una non le piaceva le diceva: ‘Vattene, fuori!’; e quella doveva andarsene con ciò che aveva addosso, non poteva entrare a prendere le sue cose, no, ‘te ne vai adesso’. E’ per questo, secondo quella storia, che le donne hanno incominciato ad avere oro addosso, e lì sarebbe l’inizio dei gioielli. E’ una leggenda, forse, ma interessante. Da tanto tempo la donna è il primo materiale di scarto. E’ terribile questo. Ogni persona va rispettata nei suoi diritti”.

E si è scagliato contro uno sottodimensionamento della donna nel mondo lavorativo: “Ti pagano di meno: beh, sei donna. Poi, guai ad andare con la pancia, perché se ti vedono incinta non ti danno il lavoro; anzi, se al lavoro ti vedono che incomincia, ti mandano a casa.

E’ una della modalità che, oggi, nelle grandi città si usa: scartare le donne, per esempio con la maternità. E’ importante vedere questa realtà, è una piaga. Non lasciamo senza voce le donne vittime di abuso, sfruttamento, emarginazione e pressioni indebite, come queste che ho detto con il lavoro”.

E’ un invito a farsi voce: “Facciamoci voce del loro dolore e denunciamo con forza le ingiustizie a cui sono soggette, spesso in contesti che le privano di ogni possibilità di difesa e di riscatto. Ma diamo anche spazio alle loro azioni, naturalmente e potentemente sensibile e orientata alla tutela della vita in ogni stato, in ogni età e in ogni condizione”.

L’ultimo punto riguarda le nuove sfide, citando le ‘imprese creative’ compiute dalle donne della Bibbia: “La specificità insostituibile del contributo femminile al bene comune è innegabile. Lo vediamo già nella Sacra Scrittura, dove spesso sono le donne a determinare svolte importanti in momenti decisivi della storia della salvezza.

Pensiamo a Sara, a Rebecca, a Giuditta, a Susanna, a Rut, per culminare con Maria e le donne che hanno seguito Gesù fin sotto la croce, dove degli uomini era rimasto solo Giovanni, gli altri sono andati via tutti.

Le coraggiose erano lì: le donne. Nella storia della Chiesa, poi, pensiamo a figure come Caterina da Siena, Giuseppina Bakhita, Edith Stein, Teresa di Calcutta e anche le donne ‘della porta accanto’, che sappiamo con tanta eroicità portare avanti matrimoni difficili, figli con problemi…

L’eroicità delle donne. Al di là degli stereotipi di un certo stile agiografico, sono persone impressionanti per determinazione, coraggio, fedeltà, capacità di soffrire e di trasmettere gioia, onestà, umiltà, tenacia”.

Ed infine uno sguardo al futuro, citando l’enciclica’Mulieris dignitatem’ di san Giovanni Paolo II: “E’ uno scenario a noi in gran parte ancora sconosciuto, in cui i pronostici non possono che essere congetturali e approssimativi. Ebbene, le donne in questo campo hanno tanto da dire. Esse, infatti, sanno sintetizzare in modo unico, nel loro modo di agire, tre linguaggi: quello della mente, quello del cuore e quello delle mani. Ma sinfonicamente”.

La genialità della donna è un’armonia: “Questa è la genialità della donna; e insegna a farlo agli uomini, ma è la donna ad arrivare prima a questa armonia dell’espressione, anche del pensare con i tre linguaggi. E’ una sintesi propria solo dell’essere umano e che la donna incarna in maniera meravigliosa (non dico esclusiva, meravigliosa e anche primariamente) come nessuna macchina potrebbe realizzare, perché non sente battere dentro di sé il cuore di un figlio che porta in grembo, non crolla, stanca e felice, di fianco al lettino dei suoi bambini, non piange di dolore e di gioia partecipando ai dolori e alle gioie delle persone che ama. Il marito lavora, dorme e… va avanti. E invece queste cose una donna le fa in modo naturale, le fa in modo unico, proprio per la capacità che ha di prendersi cura”.

Inoltre, ricevendo la Commissione Episcopale spagnola per le Missioni e la Cooperazione con le Chiese e la Giunta Direttiva della ONGD Misión América, il papa ha sottolineato che Gesù si mostra attraverso le mani ed il costato dopo la Resurrezione:

“Questa immagine è interessante, perché in qualche modo riassume quella ‘modalità’ in cui Gesù è stato inviato dal Padre e ora invia noi, dando visibilità alla realtà di dolore, peccato, morte, senza condannare nessuno. Allo stesso modo, organizzate campagne di sensibilizzazione per far conoscere la realtà dell’America Latina, l’orizzonte non può essere altro che far vedere su di esso la mano tesa di Cristo, che nelle sue piaghe ci offre il miglior rifugio”.

(Foto: Santa Sede)

Free Webcam Girls
151.11.48.50