4^ domenica di Avvento: il presepe icona della ‘famiglia’

Condividi su...

Vicini ormai al Natale, protagonisti nel vangelo appaiono Maria e Giuseppe: la nuova famiglia istituita con la benedizione del cielo. Maria, l’Immacolata, la promessa sposa a Giuseppe, è ormai alla vigilia del matrimonio; Giuseppe, definito ‘uomo giusto’, della stirpe di David, assai religioso, ha contratto la promessa di matrimonio. L’una e l’altro conducono la propria vita e si preparano al nuovo ruolo della famiglia.

Maria, visitata dall’Angelo, ha detto il suo ‘sì’ al progetto divino: un mistero singolare e  veramente unico, che tiene nel suo cuore ma che presto non potrà nascondere né a Giuseppe, né alla società in mezzo alla quale vive: è il progetto divino della redenzione; è la imminente nascita di Gesù, vero Dio e vero uomo: il mistero teologico assai eclatante perché il Bambino che dovrà nascere è l’Emmanuele, il Dio con noi, Dio che assume in sé la natura umana per riscattare la dignità dell’uomo, e Maria è la madre del Figlio di Dio.              

Giuseppe è l’uomo giusto che, a norma del diritto ebraico, come sposo di Maria, viene a collocare Gesù nel popolo d’Israele, nella discendenza di David, destinatario della promessa divina. Giuseppe sconosce il progetto divino che si sta attuando in Maria, sua legittima sposa, mentre questa porta già in sé i segni evidenti della sua maternità:

era incinta per opera dello Spirito Santo, aveva detto il suo ‘sì’ all’Angelo, messaggero divino; il Figlio di Dio nel suo grembo aveva assunto la natura umana, mentre Lei, la Vergine Maria, era promessa sposa a Giuseppe: tale mistero manifestava solo l’amore, la sapienza e la potenza di Dio in favore dell’umanità ferita dl peccato. 

Giuseppe vive così il momento più drammatico della sua vita: la moglie aspetta un Bimbo: è serena ma Lui, Giuseppe, non è il padre; una situazione la cui soluzione richiedeva a Giuseppe di mettersi da parte. In Giuseppe non c’è certamente quel giustizialismo imposto dalla legge, cioè denunciare il fatto di non essere il padre del Bambino con tutte le conseguenze legali; Giuseppe non dubita delle virtù di Maria, ma neppure dell’evidente ormai chiara maternità.

Giuseppe è uomo giusto, fedele alla legge di Dio, disponibile sempre a fare la volontà di Dio. Entra così nel mistero dell’incarnazione, dopo che un Angelo lo rassicura: Giuseppe, figlio di David, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, tutto è opera divina.

Giuseppe, abbandonato il pensiero di ripudiare in segreto Maria, la prende con sé perché i suoi occhi vedono in Lei l’opera divina. Trionfa così la giustizia perché Giuseppe si mette nelle mani di Dio e solo da Lui aspetta che gli venga indicata la via da intraprendere. Nella vita bisogna leggere e capire i segni dei tempi, veri Messaggi celesti.

Dio, come era intervenuto in Maria, che fu annunziata dall’Angelo, così interviene con Giuseppe, destinato ad essere il padre putativo di Cristo Gesù: ‘Non temere di prendere con te, Maria, tua sposa, tutto è opera divina’; il Bambino, che dovrà nascere, lo chiamerai Gesù, l’Emmanuele, è il Dio con noi.  Nel cammino dell’Avvento, in questa quarta domenica, la liturgia ci invita a contemplare l’ingresso di Gesù nel mondo mentre si inserisce in una famiglia umana.

La famiglia è la realtà mirabile istituita da Dio sin dalla creazione quando Dio disse: ‘Non è bene che l’uomo sia solo’. Dopo il peccato originale era iniziata la grande attesa dovuta alla promessa divina: ‘Metterò inimicizia tra te e la donna, tra il seme tuo e il seme di lei’. Tutto l’Antico testamento costituisce e fa vivere la promessa di Dio che si concluderà a Betlemme, in una grotta dove nasce l’atteso bambino.

Nella notte dei tempi è necessario lasciarsi sorprendere ed illuminare da questo atto divino, che è singolare ed inaspettato. Alla vigilia quasi del Natale, questo quarta tappa ci porta alla valorizzazione della famiglia, realtà sacra ed essenziale per la vita della coppia. E Gesù nascendo volle nascere in una famiglia per offrire a tutte le coppie l’icona perfetta da imitare.

Gesù sceglie di nascere in una famiglia dove non ci sono tutte le comodità ma c’è amore, c’è fede profonda, c’è abbandono sincero e fiducioso nelle mani di Dio.  Una famiglia dove Dio parla con i suoi segni, con il suo linguaggio di amore responsabilizzando ciascuno dei coniugi. Gesù santifica così la famiglia e la eleva a sacramento, segno visibile della sua presenza. 

In essa non è il giustizialismo o il sensualismo che debbono dominare ma l’amore e il rispetto reciproco perché entrambi: uomo e donna, sono creati ad immagine di Dio e redenti da Cristo Gesù. Un amore dove ogni attrito o conflitto debbono essere superati con il dialogo sincero, l’amore profondo, la ricerca l’uno del bene dell’altro.

Amore infatti non è ricevere ma dare, fare felice l’altro in nome di Dio, che è Amore. Guardate il presepe, amici carissimi, e fate della famiglia una Chiesa domestica. Allora e solo allora è Natale: Festa della famiglia, festa dell’amore.  

Free Webcam Girls
151.11.48.50