2^ domenica di Avvento: Gesù è il Salvatore! Convertitevi!

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E’ la seconda tappa del nostro cammino verso Cristo Gesù che viene.  Vero protagonista oggi è Giovanni Battista, l’uomo di cui Gesù ebbe a dire: ‘Tra i nati di donna non c’è uomo simile a Lui’.  Giovanni fa eco al profeta Isaia che aveva profetizzato: ‘Spunterà un germoglio dalla radice di Iesse e su di lui si poserà lo spirito del Signore; Egli giudicherà con giustizia i poveri’.

Giovanni esorta con parole forti la folla: ‘convertitevi!’, preparate la via al Signore; la Chiesa ancora oggi, a 2000 anni di distanza, in vista della seconda venuta di Gesù, ci sprona, ci esorta e ci invita alla conversione. Segno assai eloquente di questa settimana è l’albero; esso è segno di vita: se produce frutti, se i frutti sono buoni, l’albero è buono, vien conservato e protetto; se l’albero non produce frutti viene tagliato come legna da bruciare.

Ciascuno di noi è come un albero e siamo chiamati al nostro ‘redde rationem’, al rendiconto; questo si deduce dai frutti, da come amiamo, perché Dio è amore. Da qui le esortazioni di Giovanni Battista, che si presenta davanti al popolo con il suo vestito di peli di cammello ed una cintura ai fianchi; un uomo che si ciba di miele selvatico perché Egli e tutta la sua vita è un messaggio; predica con le parole e con la sua vita ‘convertitevi’. 

L’appello alla conversione non è per Tizio o Caio; tutti oggi siamo chiamati, abbiamo bisogno di conversione: andiamo verso Gesù, verso Cristo che verrà da ‘giudice’ per giudicare i buoni e i cattivi; Cristo Gesù non chiede miracoli a nessuno ma chiede di vivere da figli di Dio, noi che chiamiamo Dio ‘Padre nostro che sei nei cieli’. La condanna del male, di ogni male ovunque si trovi è oggetto della predicazione cristiana.

Riconoscersi peccatori oggi è una esigenza di lealtà; un giorno  dirà Gesù ai farisei, che gli avevano condotto una donna colta in fragranza di adulterio, ed avevano in mano una pietra per lapidarla, secondo la legge, ‘chi di voi è senza peccato lanci la pietra’, quei farisei buttarono di fianco la pietra ed andarono via.

Tutti siamo oggettivamente peccatori, tutti abbiamo bisogno di conversione; Dio per giudicarci non guarda i registri di battesimo, cresima, matrimonio religioso etc., non guarda se fai parte di questa o di quella associazione; Gesù guarda la fede con la quale agiamo, l’amore che esercitiamo verso Dio e i fratelli. L’uomo purtroppo spesso è vittima di orgoglio, superbia, arrivismo: pensiamo più a noi che agli altri.

Giovanni Battista, che era da tutti stimato e voluto bene per cui tutti accorrevano a lui pensando che fosse il Messia atteso, riconoscendosi quello che effettivamente era, ebbe a dire: non sono il messia, anzi vi dico. Non sono degno neppure di sciogliere i legacci dei suoi sandali.  Da qui la necessita per tutti di una vera conversione del cuore.

Giovanni vedendo correre i sadducei da lui per farsi battezzare, li chiama: ‘razza di vipere, chi vi ha suggerito di sottrarvi all’ira imminente?’, fate allora frutti degni di conversione perché non basta essere figli di Abramo per salvarsi perché Dio anche dalla pietre può far sorgere figli di Abramo.

Non basta recitare il Rosario, andare in Chiesa, essere battezzati e cresimati o far parte di una gruppo di preghiere, ciò che è necessario è avere fede profonda ed amore concreto verso Dio e i fratelli, è necessario produrre frutti di amore. L’albero si riconosce dai frutti: se i frutti sono buoni, l’albero è buono.

Attraverso la conversione da un tronco anche vecchio e decrepito, Dio può far germogliare un virgulto nuovo che produce frutti validi. Dice il profeta Isaia: Gesù giudicherà con giustizia i poveri; Egli non giudicherà per sentito dire, secondo le apparenze, ma prenderà decisioni eque per gli oppressi. Questa è la società nuova dove regna la giustizia e l’amore. Gesù, che viene, darà la ricompensa a ciascuno a seconda delle opere di amore compiute.

Il primo Natale, la prima venuta di Gesù ebbe come precursore Giovanni Battista che lungo il Giordano o nel deserto predicò la conversione: ‘convertitevi, il regno dei cieli è vicino’; oggi siamo chiamati tutti ad essere predicatori, se abbiamo fede vera, se vogliamo preparare noi e i fratelli alla venuta del Signore.

Come Giovanni dobbiamo predicare in casa e fuori ‘convertitevi’ ma non necessariamente e sempre con le parole, ma sempre con la nostra vita, con le nostre opere, con l’amore concreto. Momento singolare quando Giovanni si incontrò con Gesù e l’additò: ‘Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo’.

Nella Messa, al momento della comunione, il celebrante presenta Gesù al popolo con le stesse parole di Giovanni. La nostra risposta, amici, sia non solo: ‘Signore, non sono degno che tu entri nel mio cuore, ma dove abbonda la mia debolezza e il mio peccato sovrabbondi la tua misericordia’. Questo significa prepararsi al santo Natale del 2022.

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