Asmae Dachan: occorre rimarginare le ferite della guerra

La forza immortale dell’arte è il filo conduttore che lega i personaggi di ‘Cicatrice su tela’ e li mette a nudo, in tutta la loro umanità e solitudine. Un viaggio nell’identità, con i personaggi che vivono grandi turbamenti interiori, che mostrano un volto pubblico, ma hanno dentro di sé mondi diversi che a volte si parlano, altre volte si ignorano.
Edward vive in Italia dopo essere fuggito dalla sua terra d’origine, la Siria, insanguinata da anni di guerra. E’ un giustiziere, cerca di correggere con le sue mani le ingiustizie a cui assiste e sente di operare per vendicare e proteggere le vittime, ma quando conosce Amelia le sue forze e le sue certezze crollano e non vuole più avere le mani sporche di sangue. Entrambi chiedono alla vita una nuova occasione. ‘Cicatrice su tela’ è un romanzo su ferite che si rimarginano lasciando il segno, ma anche sul nuovo incontro di due metà separate.
Nel romanzo la scrittrice affronta la questione del conflitto in Siria, sua terra d’origine, una terra che non ha mai vissuto in prima persona, essendo nata in Italia, ma che sente in maniera viscerale e profonda, le cui origini non può e non vuole rinnegare e che l’hanno spinta a fare del suo lavoro di giornalista e scrittrice un mezzo per denunciare ciò che è accaduto e che tuttora accade in Siria provocando ferite inimmaginabili ai suoi abitanti.
Ad Asmae Dachan, giornalista indipendente, poetessa e scrittrice italo-siriana insignita del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, chiediamo da dove nasce il titolo del romanzo: “Il titolo ‘Cicatrice su tela’ rivela il cuore del mio terzo romanzo, che parla di traumi dovuti alle violenze e alla guerra, ma anche di arte. L’arte è infatti il fil rouge che unisce i personaggi dell’opera, che permette loro di incontrarsi, ma anche di avere un’occasione di riscatto.
La protagonista, Amelia, diventa un’artista affermata dopo un passato difficile. Tiziano, il primo protagonista maschile, cerca nell’arte una ragione di stupore, una gratifica. Edward, detto anche il siriano, salva e traffica opere d’arte per sottrarle ai danni dei bombardamenti. Sono tre figure di fantasia, ma i loro profili sono un mosaico di persone reali”.
In quale modo le ferite si possono rimarginare?
“Le ferite si rimarginano se vengono curate, ma la cura stessa spesso è dolorosa. Le ferite del corpo vanno disinfettate e suturate, provocando bruciore. Si curano, ma lasciano un segno. Lo stesso vale per le ferite dell’anima. Bisogna capirne le cause, affrontarle, poi cercare il tempo e il modo di rimarginarle, con la consapevolezza che nulla le può cancellare.
Rispetto al passato, oggi c’è più attenzione alla salute mentale e questo spinge un numero crescente di persone a rivolgersi a specialisti per affrontare le ferite dello spirito, così come si rivolgerebbero a un chirurgo per rimarginare un braccio o una gamba sanguinanti”.
Quali cicatrici lasciano le ferite?
“Ci sono cicatrici interne, quelle che non si vedono, ma continuano a provocare dolore e tormento, e quelle esterne che lasciano segni indelebili sulla pelle, che a un certo punto però smettono di bruciare. Sono le ferite più profonde a fare più male. La privazione della libertà, il mancato rispetto, la violazione dei diritti provocano sofferenze indicibili. Chi subisce simili abusi vive pene profonde”.
Si può suturare la cicatrice della guerra?
“La cicatrice della guerra sembra impossibile da suturare. Ogni volta che inizia un nuovo conflitto, quella ferita riprende a sanguinare. Per ogni vita spezzata, per ogni popolo sfollato, per ogni bambino che resta orfano, che non può andare a scuola, giocare, per ogni donna violata, per ogni persona resa schiava, la ferita si fa più grande, profonda.
Esistono i mezzi per fermare il male della guerra. L’umanità ha strumenti come il dialogo, la diplomazia, la giustizia per scongiurare lo scoppio di violenze e atrocità, eppure da secoli il copione si ripete. Abusi, ingiustizie, aggressioni si registrano ovunque e spesso durano per anni”.
Quale impatto ha in Siria la guerra in Ucraina?
“I popoli vittime di guerra sono solidali tra di loro. Una madre che ha perso un figlio durante un bombardamento prova empatia per una donna che vive la sua stessa esperienza, fosse anche in capo al mondo. Quando è iniziata l’aggressione contro gli Ucraini, molti Siriani in diaspora hanno manifestato la propria solidarietà.
A livello politico, invece, il governo di Damasco ha confermato la sua lealtà e il suo sostegno alla Russia, che dal 2014 è coinvolta direttamente nei bombardamenti in Siria. Sembra una contraddizione, ma spesso ciò che pensano e desiderano i civili non corrisponde a ciò che decidono i governi. In Siria è così”.