Le visioni del Meeting di Rimini, l’arte e le storie da Livatino alla Barelli
Il meeting dell’Amicizia fra i popoli, conclusosi da poco a Rimini, ha offerto ai visitatori il ‘piatto’ forte della kermesse; stiamo parlando delle mostre, che sono tredici ed hanno avuto più di 150.000 prenotazioni: ma anche senza prenotazione sono state visitate, armati di santa pazienza, perché alla fine si riesce ad entrare.
‘Una passione per l’uomo’ è l’edizione del centenario di don Luigi Giussani: la mostra è un’immersione nella figura del fondatore di Cl attraverso fotografie e immagini, riflessioni e commenti sulla sua persona da parte chi lo ha conosciuto o è stato affascinato dal carisma del ‘Gius’. Completano l’esposizione momenti di ascolto di brani audio e video (alcuni inediti) tratti da interventi e discorsi.
Altra figura capace di suscitare passione è quella di Rosario Livatino, il ‘giudice ragazzino’ ucciso a 38 anni dalla mafia. Beatificato lo scorso anno, e protagonista della mostra ‘Sub tutela de’, Livatino è presentato a 360 gradi. Toccanti le testimonianze degli ex mafiosi colpiti dalla sua figura e indotti su un cammino di conversione. Esposta anche la più importante reliquia del giudice: la camicia insanguinata indossata il giorno del martirio.
Invece Armida Barelli ha precorso i tempi. Nella prima metà del ‘900 ha promosso l’educazione, la fede e l’emancipazione delle donne, viaggiando dalle Alpi alla Sicilia, e promuovendo numerose iniziative laicali. E’ tra le fondatrici dell’Università Cattolica. Inoltre l’avventura educativa è la cifra di don Emilio De Roja, prete friulano protagonista di ‘Costruire sempre. Storia di una vita costantemente all’opera’, e le sue opere realizzate per ‘i ragazzi difficili’.
Mentre nel grande spazio espositivo della Fiera l’arte è esplorata attraverso le opere di sei artisti del Novecento e il romanzo per immagini del fotografo Gus Powell. Un’esposizione è dedicata ai tesori di Ascoli, un’altra alla vita e alle opere dell’artista Gino Severini.
Infine una grande piazza è contrappuntata da 14 stanze: sono quelle che ospitano quadri, sculture, fotografie, video realizzate da altrettanti artisti che hanno ‘sintetizzato’ l’opera di ‘Famiglie per l’accoglienza’, nel 40° anniversario di fondazione: padri e madri che vivono la gratuità nell’adozione, nell’affido e in altre forme di accoglienza.
Ad Alessandra Vitez, responsabile del settore mostre del Meeting, chiediamo di raccontarci l’attualità di mons. Giussani nel campo culturale ed artistico a 100 anni dalla nascita: “Certamente il bene che continua a fare nella vita di chi lo incontra e conosce attraverso persone cambiate dall’incontro con lui. In questo momento storico in cui sembra dominare solo la paura e l’incertezza trovare uno come don Giussani ci aiuta a guardare tutta la quotidianità.
Il suo modo di guardare, la sua passione per ogni uomo ci fa desiderare di rivivere la stessa esperienza. E soprattutto la sua passione educativa ci ha fatto riflettere molto sull’oggi, perché è sempre più evidente che abbiamo bisogno di uomini e donne che ci introducono a tutta la realtà mettendo in gioco la libertà di ognuno.
Ed è proprio la libertà che desideriamo possa rinascere di fronte alle domande urgenti che ci pongono l’economia, il lavoro, il welfare, l’ecologia, l’energia, la salute. L’audacia di rischiare che aveva don Giussani ce lo fa sentire compagno di cammino perché davanti ai cambiamenti profondi che ci vengono chiesti c’è bisogno di una ultima certezza che nasce da una passione alla realtà”.
Cosa propone al visitatore la mostra su mons. Giussani?
“La mostra è tratta dalla mostra virtuale (mostra.luigigiussani.org) realizzata in occasione del centenario della nascita di don Luigi Giussani che si propone al visitatore di ogni età e di ogni Paese come una esperienza coinvolgente, dinamica e condivisibile.
Sulla base dei contenuti caratterizzanti la mostra virtuale, il percorso proposto al Meeting offre la possibilità di conoscere la figura di don Giussani alternando riflessioni e commenti sulla sua persona a momenti di ascolto diretto di brani audio e video, alcuni inediti, tratti dai suoi interventi e discorsi.
Fotografie e immagini documentano episodi e ambientazioni della sua vita. Prima di iniziare la visita si incontrano i volti del popolo che si è generato incontrando la vita di don Giussani, persone da tutto il mondo che hanno intercettato una parola o una esperienza viva piena di attrattiva”.
Molto importante è lo spazio dedicato all’arte dello scorso secolo: il percorso proposto da ‘Casa Testori’ parte dal titolo di questa edizione del Meeting, per darne una rappresentazione visiva emozionante attraverso la presentazione di una serie di grandi opere che documentano l’impeto e la commozione di un’arte che è riuscita a porsi come presidio dell’umano: perché il Meeting dedica una mostra a sei protagonisti del ‘900 artistico italiano?
“Siamo partiti da questa domanda: come i grandi artisti italiani hanno saputo dare testimonianza di una passione per l’uomo nel percorso drammatico e inquieto del secolo breve? Il percorso proposto presenta sei grandi opere che documentano l’impeto e la commozione di un’arte che è riuscita a porsi come presidio dell’umano.
Il percorso si sviluppa nella forma di una piazza al cuore di uno dei padiglioni della Fiera, dove le opere di grandi dimensioni, appaiono al visitatore come sorprendenti compagni di un viaggio: artisti, scultori e pittori tra i più importanti protagonisti del nostro Novecento. Si tratta di Arturo Martini, Mario Sironi, Marino Marini, Renato Guttuso, Leoncillo e Titina Maselli”.
Infine una mostra dedicata a Gino Severini, che propone un percorso che permette ai visitatori di conoscere la sua vita artistica, che è intrecciata al suo percorso umano: per quale motivo una mostra dedicata a lui?
“La mostra nasce dall’amicizia con un professore di storia dell’arte di Arezzo appassionato dalla figura di Gino Severini e dalla collaborazione con il MAEC di Cortona. E’ stata un’avventura conoscere la vita artistica di Gino Severini che è totalmente intrecciata al suo percorso umano.
Lungo il percorso è esposta la ‘Maternità’ del 1916, prestata per l’occasione dal MAEC di Cortona, una delle opere più importanti dipinte da Severini. E’ un esempio del ritorno alla tradizione, della convergenza tra passato e presente e segno di bellezza e compimento.
E poi una sala dedicata alla Via Crucis, di cui ci sono tutte le riproduzioni fotografiche, realizzata su richiesta del vescovo come ‘ex voto’ a santa Margherita da Cortona che ha preservato la città dai bombardamenti”.
(Tratta da Aci Stampa)