Il card. Sandri invita gli armeni a non dimenticare Mechitar

Fino al 15 luglio scorso a Venezia presso il Monastero Abbaziale di San Lazzaro degli Armeni si è svolta l’Assemblea Generale della Congregazione Armena Mechitarista, convocata e presieduta da mons. Maurizio Malvestiti, vescovo di Lodi, a cui ha partecipato anche il prefetto del Dicastero Orientale, card. Leonardo Sandri, che in tal modo ha voluto confermare la premura e l’attenzione della Santa Sede per i monaci mechitaristi, custodi e depositari di un patrimonio spirituale e culturale tanto prezioso per l’intero popolo armeno.
L’Assemblea Generale si colloca nel cammino di rinnovamento che porterà alla celebrazione del Capitolo Generale elettivo: si è dato spazio alla lettura e alla proposta di revisione di alcuni punti delle Costituzioni, anche grazie al contributo dell’arcivescovo Zekyian intervenuto da Istanbul in collegamento on-line.
Durante i proficui incontri, i monaci delle comunità di Venezia e Vienna, con quelli provenienti da Armenia, Libano, Turchia, Francia hanno espresso il vivo desiderio di coinvolgere figure laiche di spirituale ispirazione e adeguata professionalità nell’organizzazione di iniziative a favore della famiglia mechitarista e per la migliore custodia e valorizzazione dei diversi monasteri e proprietà annesse.
Nella mattina di giovedì 14 luglio, il card. Sandri ha presieduto la Divina Liturgia, e ha tenuto l’omelia: “Nella Divina Liturgia ci è dato di toccare il vertice dell’esperienza dell’uomo sulla terra, partecipando per grazia all’offerta che Gesù fa di sé al Padre per la salvezza dell’umanità.
Lo facciamo insieme, quest’oggi, mentre da alcuni giorni siete chiamati qui, presso l’Isola di San Lazzaro, a vivere la vostra Assemblea Plenaria sognata da S.E. Levon Bogos Zekyian durante il tempo in cui vi ha accompagnato come Delegato Pontificio ma poi impedita per il sopraggiungere della pandemia”.
Il card. Sandri ha ricordato l’abate armeno Mechitar, fondatore della congregazione dei mechitaristi, la cui conclusione della fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione avverrà a settembre:
“Mechitar però non sarebbe stato nulla se la sua esperienza umana non fosse stata profondamente radicata e fondata in Cristo, la Roccia scartata dai costruttori ma che Dio ha scelto e costituito come pietra angolare…
Dio sta all’inizio, e lui gli concesse la grazia di portare a compimento il desiderio che gli aveva posto nel cuore come seme e germoglio; Dio sta come fine della missione, per nutrire di Lui, nello spirito e nell’intelligenza il suo popolo”.
Secondo il prefetto del dicastero “il Signore ha suscitato questo suo servo fedele in un tempo oscuro e difficile per il popolo armeno, e gli ha dato di perseguire il mandato sentendo il profondo legame tra l’identità e specificità armene e il loro inserimento in un respiro universale, autenticamente cattolico.
In questo modo ha insegnato che coltivare la particolarità non significa diventare autoreferenziali e ripiegati su se stessi, e custodire l’ampiezza dei confini non significa appiattire e cancellare le differenze che rendono bella e armonica la cattolicità della Chiesa”.
L’azione di Mechitar si collega con la sofferenza del popolo armeno: “Attraverso i tempi, l’intuizione di Mechitar è stata messa alla prova dai vicini e dai lontani, è stata passata attraverso il crogiuolo di purificazione della sofferenza dell’intero popolo armeno:
anche voi avete avuto i vostri martiri tra coloro che subirono ingiusta persecuzione e violenza gratuita un secolo fa, eppure come ci ha detto l’Apostolo quei drammi non hanno spento o cancellato l’identità del popolo armeno, i suoi tesori, i suoi santi e la sua cultura, anzi paradossalmente mentre i dominatori di quel mondo sono passati, la lampada del vostro popolo è stata rimessa sul lucerniere perché faccia luce non solo agli Armeni, ma al mondo intero”.
L’omelia del card. Sandri è stato un invito a non dimenticare l’azione di Mechitar: “Pur nei cambiamenti doverosi, nelle vostre Costituzioni dovrà continuare a brillare il nucleo ardente della missione derivata dall’intuizione di Mechitar e riconosciuta dalla Chiesa: ‘l’insegnamento e la diffusione della dottrina di Cristo; l’attività pastorale per la salvezza delle anime dei fedeli; l’educazione cristiana e l’istruzione della gioventù; l’ecumenismo e il dialogo tra le Chiese, avendo di mira l’unità della Chiesa’.
Bisognerà domandarsi come declinare ed esprimere nell’oggi questa intuizione, quali tappe individuare, ma tenendo sempre un cuore aperto e lo sguardo ad un orizzonte ampio. L’essere approdati un giorno su quest’isola non costituisce il pretesto per una fuga e un isolamento: le acque che lambiscono questo luogo benedetto ci devono sempre lasciare il desiderio di prendere il largo nuovamente sulla parola di Cristo, partecipando alla sua missione nell’oggi della Chiesa e del mondo”.
(Foto: Dicastero per le Chiese orientali)