Gli anziani ‘daranno ancora frutti’
“Il versetto del salmo 92 ‘nella vecchiaia daranno ancora frutti’ è una buona notizia, un vero e proprio ‘vangelo’, che in occasione della seconda Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani possiamo annunciare al mondo. Esso va controcorrente rispetto a ciò che il mondo pensa di questa età della vita; e anche rispetto all’atteggiamento rassegnato di alcuni di noi anziani, che vanno avanti con poca speranza e senza più attendere nulla dal futuro”.
Così inizia il messaggio ‘Nella vecchiaia daranno ancora frutti’ di papa Francesco per la seconda giornata mondiale dei Nonni e degli Anziani, che si celebra domenica 24 luglio, presentato nei giorni scorsi da Vittorio Scelzo, incaricato per la pastorale degli anziani del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita; da Maria Francis, Communio – Conference of Catholic Bishops of India, Bangalore – India; da Giancarla Panizza, per l’Auser di Sartirana (PV), e dal Card. Kevin Farrell, prefetto del dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, che ha focalizzato l’intervento su tre argomenti:
“Il primo è quello della tenerezza… La tenerezza, come ha detto altre volte, è una vera e propria rivoluzione ed essa si addice in maniera particolare ai nonni e agli anziani. In questa battaglia, culturale e spirituale, essi non sono la retrovia, ma la prima linea, quelli chiamati a dare un esempio…
La tenerezza non può essere ridotta a una consolazione per i deboli, ma è ciò di cui il mondo ha veramente bisogno oggi: una vera alternativa alla logica della violenza e della guerra. Ci stiamo abituando ad un linguaggio e ad un atteggiamento bellicoso. Impariamo dai nonni la via della tenerezza!”
La seconda caratteristica dei nonni riguarda la ‘custodia’: “E’ una missione che il Papa affida in maniera particolare agli anziani e che, pur riguardando in primo luogo l’ambito familiare, non si esaurisce in esso. Uno dei frutti che siamo chiamati a portare è quello di custodire il mondo…
In queste parole c’è il sogno che il legame tra nonno e nipote possa divenire il paradigma dei rapporti tra le persone e c’è l’idea che questa generazione abbia un compito preciso: quello di custodire e proteggere”.
Il terzo elemento è la preghiera: “Nel messaggio essa viene definita come lo strumento “più appropriato alla nostra età” ed è l’unico di cui non può essere privato nemmeno chi vive una fragilità estrema. Ma pregare (specialmente per la generazione che oggi vive il tempo della vecchiaia e che è cresciuta in anni segnati dalla secolarizzazione) è un’arte che bisogna apprendere e che non può più essere data per scontata. E’ necessario nutrirla con la Parola di Dio e la partecipazione alla vita della Chiesa”.
Vittorio Scelzo ha incentrato l’intervento sulla ‘rivoluzione della tenerezza’: “Si tratta di un cambiamento profondo delle nostre società che il Santo Padre auspica da tempo e che, in questo frangente segnato dalla guerra in Ucraina, acquista ulteriore valore. Di fronte ad un mondo nel quale le parole si fanno sempre più dure ed i muri tra le persone continuano ad alzarsi, emerge la proposta della mitezza come modo di essere.
Nel messaggio si parla della necessità di ‘smilitarizzare i cuori’ quasi a purificare un’aria inquinata dalla retorica del nemico e da atteggiamenti contrapposti.
A questo proposito, nel messaggio è contenuto un pressante invito agli anziani a pregare per la pace che si accompagna alla richiesta fatta dopo l’Angelus di domenica scorsa di recitare ogni giorno di maggio il Rosario per la riconciliazione in Ucraina”.
Invece Maria Francis ha raccontato suo nonno: “L’immagine quotidiana che vedevo di lui che recitava il rosario e che pazientemente si rassegnava alla volontà di Dio senza lamentarsi mi riempiva il cuore di tanta luce. Da lui ho imparato ad adattarmi ai cambiamenti e a non lamentarmi o incolpare Dio per le cose che accadono al di fuori del mio controllo.
Mio nonno non parlava molto, ma il Signore ha fatto emergere in me un bisogno che non sapevo esistesse e l’ha riempito con il suo amore attraverso questa persona anziana. Un’esperienza che ho fatto è stata anche quella di vivere nella paura pensando che mio nonno sarebbe morto da un giorno all’altro come oggi o domani o quando ero via per viaggi di lavoro”.
Ed ha raccontato le attività di ‘Communio’, che è un progetto della Chiesa indiana che aiuta la Chiesa nelle zone rurali: “Abbiamo aggiunto una serie di attività che i giovani dovevano svolgere quando guardavano i video. Lo scopo di questo esercizio era quello di scoprire nei giovani ‘il bisogno nascosto’ che hanno della presenza di una persona anziana.
Alcuni di noi hanno i nonni morti e così abbiamo incluso un’attività per pregare per loro e per visitare invece un prete/insegnante/vicino di casa anziano.
Sono state organizzate attività divertenti come scattare un selfie e postarlo sui social media con l’hashtag #grandcelebration, ma abbiamo anche fatto del nostro meglio per continuare questi incontri in modi concreti come fare 5 visite ai propri nonni (non ci siamo fermati a una sola visita), adottare un vicino anziano, comprare generi alimentari per qualcuno che vive da solo, visitare un anziano malato terminale, offrire aiuto in una casa di cura, o una semplice azione come fare una telefonata ogni settimana a una persona anziana. Abbiamo anche incluso sacerdoti e religiosi anziani che vivono nelle nostre zone e li abbiamo visitati”.
Infine Giancarla Panizza ha raccontato le attività dell’Auser: “Il nostro impegno è orientato a far sì le persone possano permanere il più a lungo possibile nel proprio contesto di vita, cercando di garantire l’accesso alle cure e allo stare insieme sereno.
Valorizziamo i saperi di tutti. Abbiamo costruito una mostra fotografica sulle ‘Mani sapienti’ che ha cercato di comunicare questo: una carrellata di mani anziane che seminano, ricamano, dipingono, tengono l’amministrazione della nostra associazione, in continuità con mani più giovani.
Abbiamo portato a papa Francesco la foto delle mani di un anziano che semina, in sintonia con il passo evangelico ‘daranno ancora frutti’. Ora stiamo definendo un progetto in cui le persone anziane parleranno della storia dell’acqua – la nostra è terra d’acqua e di risaie- e insegneranno ai bambini e ai ragazzi come l’acqua sia preziosa per la vita, e come lo spreco sia un insulto alla vita”.