Il papa agli imprenditori francesi: il bene comune è scelta determinante

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Ieri papa Francesco ha ricevuto un gruppo di imprenditori francesi ai quali ha ribadito l’importanza della sussidiarietà e della ricerca del bene comune nel fare impresa. Essi sono parte di un gruppo che si è impegnato in un ‘Viaggio del bene comune’, lanciato nel 2019 che mette insieme una serie di imprenditori allo scopo di raccogliere fondi e creare network virtuosi. Questi imprenditori sono ritornati a Roma per incontrare il papa, in quanto a dicembre papa Francesco era in viaggio apostolico.

Questa volta il papa li ha definiti coraggiosi, condividendo alcuni insegnamenti della Dottrina Sociale della Chiesa: “Trovo molto bello e coraggioso che, nel mondo attuale spesso segnato dall’individualismo, dall’indifferenza e anche dall’emarginazione delle persone più vulnerabili, alcuni imprenditori e dirigenti d’impresa abbiano a cuore il servizio di tutti e non solo di interessi privati o di circoli ristretti.

Non dubito che questo rappresenti per voi una sfida. Perciò vorrei condividere con voi qualche insegnamento del Vangelo, che possa aiutarvi a svolgere il vostro ruolo di leaders secondo il cuore di Dio. Prenderò due coppie di concetti che sembrano dover essere sempre in tensione, ma che il cristiano, aiutato dalla grazia, può unificare nella propria vita: ideale e realtà; autorità e servizio”.

La prima coppia è ‘ideale e realtà’: “La ricerca del bene comune è per voi un motivo di preoccupazione, un ideale, nel quadro delle vostre responsabilità professionali. Il bene comune è dunque certamente un elemento determinante del vostro discernimento e delle vostre scelte di dirigenti, ma deve fare i conti con gli obblighi imposti dai sistemi economici e finanziari attualmente in atto, che spesso si prendono gioco dei principi evangelici della giustizia sociale e della carità.

E immagino che, a volte, il vostro incarico vi pesi, che la vostra coscienza entri in conflitto quando l’ideale di giustizia e di bene comune che voi immaginereste di raggiungere non ha potuto realizzarsi, e che la dura realtà si presenti a voi come una mancanza, uno scacco, un rimorso, uno choc”.

E’ un invito a non scoraggiarsi, indicando l’esempio della Madre di Dio: “E’ importante che voi possiate superare questo e viverlo nella fede, per poter perseverare e non scoraggiarvi. Davanti allo ‘scandalo della mangiatoia’ Maria non si è scoraggiata, non si è ribellata, ma ha reagito custodendo e meditando nel suo cuore, dimostrando una fede adulta, che si fortifica nella prova.

Custodire è accogliere, malgrado l’oscurità e nell’umiltà, le cose difficili da accettare che non abbiamo voluto, che non abbiamo potuto impedire; non cercare di camuffare o ‘truccare’ la vita, di sfuggire alle proprie responsabilità. E meditare è, nella preghiera, unificare le cose belle e quelle brutte di cui è fatta la vita, coglierne meglio l’intreccio e il senso nella prospettiva di Dio”.

Il secondo binomio riguarda ‘autorità e servizio’: “La missione del dirigente cristiano assomiglia, per molti aspetti, a quella del pastore, di cui Gesù è il modello, e che sa andare davanti al gregge per indicare la via, sa stare in mezzo per vedere quello che vi accade, e sa anche stare dietro, per assicurarsi che nessuno perda contatto”.

E’ un invito a sentire ‘l’odore delle pecore’: “Credo che questo consiglio vale anche per voi! Pertanto vi incoraggio a essere vicini a coloro che collaborano con voi a tutti i livelli: a interessarvi alla loro vita, a rendervi conto delle loro difficoltà, delle sofferenze, delle inquietudini, ma anche delle loro gioie, dei progetti, delle speranze”.

Per questo l’autorità deve essere condivisa: “Così, il dirigente cristiano è chiamato a considerare con attenzione il posto assegnato a tutte le persone della sua azienda, comprese quelle le cui mansioni potrebbero sembrare di minore importanza, perché ciascuno è importante agli occhi di Dio.

Anche se l’esercizio dell’autorità richiede di prendere decisioni coraggiose e a volte in prima persona, la sussidiarietà permette a ciascuno di dare il meglio di sé, di sentirsi partecipe, di portare la propria parte di responsabilità e di contribuire così al bene dell’insieme…

Non esitate a invocare lo Spirito Santo perché guidi le vostre scelte. La Chiesa ha bisogno della vostra testimonianza”.

(Foto: Santa Sede)

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