Con un romanzo la beata Sandra Sabattini insegna a scoprire la propria strada
A Rimini domenica 24 ottobre è stata dichiarata beata Sandra Sabattini, una ragazza umile, che ha trascorso la sua breve vita al servizio dei poveri, dei disabili, dei tossicodipendenti nella comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, dal prefetto della Congregazione delle cause dei santi, card. Marcello Semeraro, che nell’omelia ha sottolineato la sua attenzione agli ‘ultimi’ messa in pratica con carità evangelica:
“E Sandra, il linguaggio dell’amore, con i suoi colori e la sua musica, l’ha appreso molto bene. Sotto questo aspetto è stata un’autentica artista. E’ stata una santità, la sua, vissuta in tutti gli ambiti della propria vita, nell’aprirsi alla condivisione con gli ultimi, nel mettere al servizio di Dio tutta la sua giovane esistenza terrena, fatta di entusiasmo, semplicità e una grande fede. E’ stato rilevato pure che Sandra è la prima fidanzata santa ammessa agli onori degli altari!”
Sandra Sabattini, pochi giorni prima di morire, era il 2 maggio 1984, dopo un incidente stradale, scriveva nel diario: “Non è mia questa vita che sta evolvendosi ritmata da un regolare respiro che non è mio, allietata da una serena giornata che non è mia. Non c’è nulla a questo mondo che sia tuo.
Sandra, renditene conto! E’ tutto un dono su cui il ‘Donatore’ può intervenire quando e come vuole. Abbi cura del regalo fattoti, rendilo più bello e pieno per quando sarà l’ora”.
E leggendo le pagine del suo diario Cecilia Galatolo ha scritto un libro sull’amare attraverso il dono della vita, ‘Amando scoprirai la tua strada’ (Mimep Docete): “Ho scelto di parlare di Sandra nel mio ultimo romanzo, perché questa nuova beata ci invita ad uscire da noi stessi, a mettere le nostre energie al servizio della comunità, in un mondo che invece ci spinge all’egocentrismo.
Sandra ci aiuta a capire che il vero successo agli occhi di Dio è restare integri, puliti, onesti e riuscire ad amare concretamente. Mi ha fatto tanto bene conoscere la sua storia e i suoi pensieri… ero certa che potesse aiutare altri. Sandra ci fa capire cosa significhi vivere una felicità piena”.
Perché l’ispirazione dalla vita di Sandra?
“Sono davvero tanti i motivi. In primis, Sandra è la prima beata fidanzata: quando è morta, infatti, era fidanzata con un ragazzo della sua stessa comunità, Guido. Vivevano il fidanzamento in modo particolare, perché passavano molto tempo insieme nel servizio ai bisognosi.
In un mondo dove l’amore sembra sempre più un ‘fatto privato’, in un mondo dove si pensa che basti essere ‘due cuori e una capanna’, questi due giovani, invece di guardarsi solamente l’un l’altra, guardavano insieme nella stessa direzione e seguivano, uniti, la via del Vangelo.
Sandra aveva capito che la vita è veramente bella solo se viene donata. Non temeva la fatica fisica, né si tirava indietro quando c’era da impegnarsi in qualcosa (che fosse il volontariato o i suoi studi di medicina, che fosse aiutare in casa o dedicarsi a un progetto in comunità).
Povera in spirito, sulle orme di san Francesco, viveva in un sano distacco dalle ricchezze e dai beni materiali. Un paio di scarpe comode, uno zaino in spalla, il libro della liturgia delle ore, cibo ed acqua: non cercava molto di più.
Non aveva bisogno di tante cose per essere felice: ciò che contava davvero per lei erano le relazioni, le amicizie, i paesaggi. Cose che non si possono comprare e che non hanno prezzo. Al primo posto, nelle sue priorità, c’era Gesù, che riconosceva come amico, come un essere personale”.
Allora, in quale modo si può scoprire la propria strada?
“Non posso dare ricette né facili soluzioni per capire come trovare il proprio posto nel mondo. Ogni storia è a sé, ognuno ha i suoi tempi, ogni vocazione è particolare, irripetibile. Da cristiana mi sento però di dare 3 consigli, che mi nascono dal cuore, basandomi anche sull’esperienza dei santi che conosco: 1. Chiediti: ‘Cosa posso donare, io? Dove posso portare amore? In quale parte della Vigna del Signore posso servire?’ Il tuo fine, come diceva Sandra, sono gli altri. La vita è bella se è spesa per gli altri.
2. Umiltà: non pensare di capire tutto tu. Affidati davvero a Dio. Lascia che ti parli attraverso le scritture, le persone che ti pone accanto, nel tuo intimo. 3. Metti Dio al primo posto. ‘Scelgo te e basta’, diceva Sandra. Non scendere a compromessi con il mondo, con il tuo egoismo, con la tua famiglia. Lui solo è il tuo Signore. Se metti Dio al primo posto, ogni cosa andrà al suo posto”.
Il romanzo racconta la vita relazionale di Carolina e la ricerca dell’amore: cosa cerca Carolina?
“Carolina non sa cosa cerca. Vive senza porsi troppe domande. Ha un buon lavoro, convive con il suo ragazzo… pensa di essere ‘contenta così’. Le cose cambiano quando scopre di essere stata tradita dal suo compagno. A ridosso dei 30 anni, torna a vivere da sua madre, con una delusione troppo grande da smaltire.
E’ allora che inizia a porsi delle domande: ‘Esiste l’amore? Esiste una felicità vera? Che senso ha la mia vita? Di chi posso fidarmi?’ Sarà Sandra, attraverso Veronica (altro personaggio del libro) che offrirà delle risposte concrete e credibili a Carolina. Dopo l’incontro con Sandra, nulla sarà più come prima”.
In quale modo è possibile inseguire i sogni?
“Con costanza, spirito di sacrificio, pazienza. Non conosco sogni che non abbiano richiesto sudore per essere realizzati. Penso al mio sogno più grande (dopo quello di formare una famiglia): diventare una scrittrice, per comunicare l’amore di Dio.
Ricordo bene come la mia avventura è iniziata. Un mattoncino alla volta. Tante volte sembrava che quello che facevo non servisse a nulla! Quante risposte mancate da parte degli editori, curriculum inviati a vuoto… Ci sono voluti anni per iniziare a vedere i primi frutti. Oggi ringrazio il Signore per tutto quello che sta compiendo!
Per i messaggi che ricevo, per gli incontri, per le amicizie nate proprio attraverso i miei libri… A volte ho pensato di mollare, ma ora ho capito che se un sogno viene da Lui, è Lui che lo realizza: coi suoi tempi, ma in modo spettacolare! Che ognuno di voi possa inseguire sogni santi e vederli compiere dall’alto!”
In quale modo vedere con gli occhi di Sandra?
“Mi figuro spesso Sandra davanti al tabernacolo, che contemplava il mistero e si faceva trasfigurare. Penso fosse quello il momento in cui Cristo le prestava i suoi occhi. E penso che sia quello il segreto, anche per noi”.
Perchè il mondo ha bisogno di santi?
“Perché ci ricordano che siamo infinitamente amati e che Gesù è vivo, in mezzo a noi… ci parlano di una vita vera ed eterna. Ogni santo è una nuova pagina di Vangelo”.
(Tratto da Aci Stampa)