Le associazioni ambrosiane per una politica competente

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In vista delle elezioni amministrative che si svolgeranno in autunno in molti comuni del territorio diocesano, il coordinamento di associazioni, gruppi e movimenti ecclesiali della diocesi di Milano ha sottoscritto il documento comune ‘Tocca a noi, tutti insieme’, un titolo che volutamente ricalca quello dell’ultimo discorso alla città pronunciato dall’arcivescovo, mons. Mario Delpini, nella festa del santo ambrosiano dello scorso anno.

Nato dopo il Sinodo diocesano del 1993, il Coordinamento riunisce un ampio ventaglio di movimenti e associazioni ecclesiali: Acli, Agesci, Alleanza Cattolica, Azione Cattolica, Cellule per l’Evangelizzazione, Comunione e Liberazione, Comunità Papa Giovanni XXIII, Comunità di Sant’Egidio, Cvx-Lms, Legio Mariae, Movimento Apostolico, Movimento dei Focolari, Nuovi Orizzonti, Ordine Secolare Francescano, Regnum Christi, Rete mondiale di preghiera del Papa, Rinascita cristiana, Rinnovamento nello Spirito.

Nel testo il Coordinamento auspica anzitutto che il prossimo appuntamento con le urne sia l’occasione per realizzare, a partire dai Comuni coinvolti, una politica per la comunità: “In questo momento, dinanzi all’isolamento imposto dal diffondersi del virus, è necessario prendersi cura dei legami comunitari che nascono e vivono a partire dalle città e dai Comuni.

Per questo riteniamo che le prossime elezioni amministrative non siano soltanto un momento di rinnovo delle istituzioni, ma l’occasione per pensare insieme il futuro delle nostre comunità. Le sfide che affronteremo hanno dimensione globale e, allo stesso tempo, i legami di fraternità e la capacità generativa del piccolo hanno risonanza infinita”.

In questo momento pandemico le associazioni ritengono necessario un intervento sul lavoro: “L’emergenza occupazionale e la necessaria riqualificazione delle competenze professionali di fronte ai rapidi cambiamenti in atto, accelerati drasticamente dalla pandemia, sono il problema principale non solo per la ripresa economica ma per ridare dignità alla persona, per cui i soli sussidi non possono essere una risposta né esauriente né efficace.

Nell’attività dei servizi e dell’assistenza sociale, i Comuni vengono a diretto contatto con i bisogni delle persone più emarginate e disagiate: la sfida vera è guardare non solo al singolo bisogno ma alla persona tutta intera, ove spesso il problema del lavoro è centrale e causa degli altri.

Da questo punto di vista, i servizi municipali possono fare rete tra loro, col mondo delle imprese e della cooperazione, con le agenzie per il lavoro e col volontariato sociale, sia per favorire l’accompagnamento della persona e l’incontro tra domanda e offerta, sia finanziando percorsi di riqualificazione professionale così necessari nel ridisegno occupazionale in corso tra i diversi settori d’impresa”.

Ecco, allora, la necessità di un welfare di comunità: “Andranno favorite dunque tutte quelle scelte coerenti con questo principio, tenendo presente che la salute ha una pluralità di dimensioni: la cura di sé; la cura dell’altro; la cura della comunità (superando una logica di gruppi contrapposti come se il benessere dei giovani fosse contrapposto alla tutela della salute degli anziani, il valore del lavoro contrapposto a quello della salute, etc.); la cura dell’accoglienza di chi arriva da terre ferite da guerre, cambiamenti climatici e povertà;

la cura dell’ambiente come naturale ‘contenitore’ del benessere di tutti, fragili e non, secondo l’ottica di una ecologia integrale nelle sue varie dimensioni (educativa, relazionale, ecologica, urbanistica, etc.) da offrire soprattutto alle giovani generazioni.

Comunità, salute e accoglienza sono strettamente connesse al tema della casa: per far fronte a una crisi che ha aumentato il rischio sfratto e al fabbisogno cronico di abitazioni con affitti accessibili, col contributo delle amministrazioni locali andranno promosse soluzioni capaci di favorire relazioni e accoglienza e di combattere marginalità e degrado”.

Secondo il Coordinamento occorre sostenere la famiglia con precise politiche economiche: “L’amministrazione comunale può ad esempio sostenere la famiglia, nell’esercizio della libertà di educazione dei genitori, realizzando convenzioni con le scuole paritarie, abbattendo l’IMU, rimborsando il costo dei libri di testo della secondaria di I° grado e contribuendo per le sue competenze a mettere a disposizione tutti i servizi inderogabili.

E’ urgente in particolare mettere in campo un’ampia azione culturale e operativa che ci permetta di uscire dall’inverno demografico attraverso una larga alleanza educativa tra tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti”.

Il documento si conclude con un invito alla partecipazione: “A noi, associazioni, gruppi e movimenti cattolici, così come alle parrocchie e alla Diocesi, spetta il compito di creare occasioni di formazione all’impegno sociale e politico, favorire le vocazioni alla ‘res publica’ e sostenere il difficile percorso di quegli amministratori che si dimostrino dediti a costruire una città più vivibile, accogliente, giusta e aperta.

Non da ultimo, queste righe vorrebbero tornare a sollecitare un diffuso senso di responsabilità verso la comunità civile: la politica siamo noi, e ciò si può più facilmente sperimentare nelle realtà locali, dove l’apporto di ciascuno, nel segno di una cittadinanza realmente partecipata, può giocare un ruolo fondamentale per il bene delle nostre comunità”.

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