Ad Assisi nel cammino sinodale con la Pro Civitate Christiana

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La toponomastica di Assisi si è arricchita di due nuovi nomi: Concilio Vaticano II e don Giovanni Rossi, fondatore della Pro Civitate Christiana, associazione di apostolato cristiano che, recita il suo statuto, si propone di “portare il Vangelo agli uomini del nostro tempo, dialogando con le varie componenti della cultura e della vita sociale, con particolare riferimento agli ambienti più lontani dalla fede”.

Per questa doppia intitolazione, il presidente della Pro Civitate Christiana, don Tonio Dell’Olio, ha spiegato che “non c’è stato bisogno di cambiare la denominazione precedente. Da una riflessione è emerso che c’erano due spazi che, di fatto, non avevano un nome ed è sorto pressoché naturale intestarli al fondatore della realtà che si trova adiacente alle strade stesse e all’evento che ne ha caratterizzato la storia”.

A  lui chiediamo di spiegarci il motivo per cui Assisi ha dedicato due spazi cittadini a don Giovanni Rossi ed al Concilio Vaticano II: “Per don Giovanni Rossi l’amministrazione civica nel 1967 gli aveva conferito la cittadinanza onoraria, perché la sua azione, attraverso la Cittadella, era tesa ad ampliare l’interesse verso Assisi ed a portare nella città tante persone che seguivano e seguono i corsi ed i convegni che proponiamo.

Sempre don Rossi, per quanto riguarda la valorizzazione dei laici, ha anticipato alcuni contenuti del Concilio Vaticano II. Ha vissuto dall’interno il Concilio, essendo stato chiamato da san Giovanni XXIII come perito, aiutando nell’implementazione del Concilio.

E’ interessante leggere nelle pagine dell’epoca che i Padri conciliari, nei momenti di sosta, venivano ad Assisi per conoscere questa realtà innovativa. Il Concilio Vaticano II è stato anticipato in Assisi ed implementato nelle scelte che la Cittadella ha compiuto”.

Quale importanza dava don Rossi al laico?

“Immaginare che nel 1939, quando don Giovanni Rossi, giunge ad Assisi, i laici e le laiche possono studiare teologia e leggere la Bibbia e si preparavano per le missioni ‘popolari’ negli spazi pubblici. Spazi tipicamente laicali erano gli altri, che parlano di Gesù al mondo attraverso la Galleria di Arte contemporanea, la biblioteca e la casa editrice ‘La Cittadella’, che la Pro Civitate Christiana mette in atto. In tutto questo i laici sono protagonisti: in questo modo il fondatore volle promuovere un laicato consapevole e protagonista all’interno della Chiesa cattolica”.

Dal 20 al 22 agosto si terrà presso la Cittadella della Pro Civitate Christiana di Assisi il 79° Corso di Studi cristiani. Il tema scelto è quello del Sinodo della Chiesa italiana dal titolo: ‘Sinodo, insieme per camminare insieme’. Per quale motivo il corso di Studi cristiani è dedicato al Sinodo?

“Ci sembra la naturale conseguenza delle intuizioni del Concilio Vaticano II, che non è soltanto una collezione di documenti da mettere in pratica, ma è soprattutto vivere lo spirito ecclesiale, che è quello del popolo di Dio, che partecipa al cammino ecclesiale e nello stesso tempo lo spirito del Concilio è quello dell’aggiornamento, cioè lo sforzo di riuscire a parlare agli uomini ed alle donne del proprio tempo.

L’insistenza con cui papa Francesco ha chiesto alla Chiesa italiana di darsi una forma ed uno stile sinodale ci sembra una sfida da raccogliere e da mettere in pratica.

Vogliamo, nello stile che abbiamo sempre avuto come Pro Civitate Christiana, quello spazio della Cittadella diventi il luogo, in cui movimenti, associazioni e quant’altro, possano avanzare riflessioni e proposte sul Sinodo permanente attraverso uno stile comunitario”.

Ed allora quale stile può offrire la Pro Civitate Christiana al cammino sinodale?

“Proprio la centralità del laicato, che non è di supporto, ma in alcuni ambiti (sociale, politico, economico) ha una prerogativa, che deve essere salvaguardata, eppoi quello della formazione. Mi sembra che un laicato consapevole sia possibile nella misura in cui il laicato si forma in un cammino di discernimento, studio e formazione.

Penso che nella storia della Pro Civitate Christiana si sia sviluppato l’attenzione all’ascolto e riteniamo che non ci possa essere un cammino sinodale senza la predisposizione e l’attitudine all’ascolto.

Anche dal punto di vista umano; per questo abbiamo invitato uno psichiatra di grande taratura, come il prof. Eugenio Borgna, che possa dirci come apprendere la virtù dell’ascolto reciproco. Una Chiesa, anche gerarchica, che non sia capace di ascoltare la vita degli altri, fallisce il proprio compito già prima di iniziare.

Con questo corso, che vuole essere il primo momento di un vero e proprio percorso, la Pro Civitate Christiana intende mettere a disposizione uno spazio e la propria storia ‘conciliare’ per tutti coloro che vogliono offrire il proprio contributo di riflessione di confronto, di proposta e di sfida sul cammino sinodale.

L’inizio di questo percorso sarà l’occasione per mettere insieme alcuni documenti da far circolare e da approfondire attraverso altri incontri, ad Assisi ed altrove in Italia, in presenza che in video-collegamento e semplicemente attraverso uno scambio via mail”.

(Foto: Pro Civitate Christiana)

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