XII Domenica: la Fede è unico sostegno nella tempesta
Tema centrale della liturgia è l’invito a riflettere sulla grandezza di Dio che noi invochiamo ‘Padre nostro’. Tutto il creato non è un ammasso caotico e disordinato, ma è cosmo che con la sua bellezza ed armonia rende lode a Dio. Il brano del vangelo evidenzia in modo singolare la grandezza incommensurabile di Dio e la nostra realtà di esseri creati ad immagine di Dio ma limitati, timorosi e facili allo scoraggiamento.
L’episodio del Vangelo è assai semplice: Gesù con gli apostoli sale sulla barca per recarsi all’altra sponda; è stanco e si addormenta. Nel lago, quasi improvvisamente si scatena una tempesta; gli apostoli si vedono perduti e, quasi disperatamente, svegliano Gesù implorando: ‘Gesù salvaci, siamo perduti’. Gesù si sveglia e li rimprovera dicendo: uomini di poca fede, perché siete così paurosi?, non avete fede? ( quasi a dire: non ci sono io qui con voi?).
Gesù alza la sua mano, la tempesta si placa e il mare torna sereno. Una cosa sola è risolutiva: il sapere che Gesù è con noi; avere fede in Lui che è il salvatore, è il Figlio di Dio, è l’Emmanuele. Il Dio con noi. Il messaggio del vangelo sta nella risposta a quell’interrogativo che si pongono gli apostoli: ‘Chi è costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?’.
E Gesù dirà agli apostoli: ‘non avete ancora fede?’: fede nella potenza di Gesù (che è il Figlio di Dio); fede nel suo soccorso (Dio è misericordioso); fede nella sua provvidenza (Dio è giusto ed è amore). L’uomo, pur nella sua debolezza e fragilità (diceva Pascal: è una canna agitata dal vento), è stato creato ad immagine di Dio, ha ricevuto come dono l’esistenza ed ha il compito di gestirla conforme a verità: scoprendo il vero senso della vita.
Oggi, purtroppo, accanto alle meravigliose scoperte scientifiche e ai progressi tecnologici, non mancano nel grande panorama della cultura ombre e lacune; alcune dimenticanze sono basilari: Dio e il rapporto uomo-Dio; si trascura che la nostra anima è spirituale ed immortale; si trascura il problema della dignità dell’uomo creato ad immagine di Dio.
E’ necessario più che mai che l’uomo oggi metta da parte orgoglio, superbia e quel suo proprio individualismo e vada alla ricerca della Verità, di qualcosa di assoluto, che è proprio quel Dio dal quale dipendiamo e verso il quale siamo diretti.
Bisogna prendere coscienza che l’uomo per natura è ‘homo viator’, realtà in cammino e può conoscere bene se stesso solo alla luce di Dio; è stato creato a ‘imago Dei’ per amore e destinato a vivere per l’eternità in comunione con Dio.
Il mistero dell’uomo trova la soluzione vera solo alla luce del mistero di Cristo Gesù, come bene evidenzia il Vaticano II (Gaudium et spes, 22). Per salvare l’uomo, vittima della sua disobbedienza e del suo orgoglio, Dio ha voluto donargli un cuore nuovo, fedele alla sua volontà d’amore: il cuore di Cristo.
Tutto il creato, che l’uomo, purtroppo, ha avvelenato e mira solo a distruggere, è stato affidato proprio all’uomo perché coltivandolo e custodendolo (cfr. Genesi 2,15) provveda alle sue necessità e procuri a lui il ‘pane quotidiano’, dono di Dio Padre a tutti i suoi figli. Nell’uomo, purtroppo, spesso prevale l’egoismo, la fame insaziabile del denaro, e viene meno il rispetto verso la creazione e da custodi si diventa assassini e tiranni della natura.
Questa è la triste realtà che siamo costretti a sperimentare. Nell’episodio evangelico Gesù stesso ha voluto che la sua Chiesa sperimentasse il bisogno di Dio, bisogno impellente. La Chiesa infatti è come la barca in mezzo ad un mare tempestoso; è di continuo sbattuta dal vento della contraddizione e della prova; ieri come oggi le onde minacciose si riversano fin dentro la barca.
Uomini cosiddetti di cultura spesso danno per scontata la fine della Chiesa: questo da venti secoli di cristianesimo, ma questa barca, apparentemente guidata da uomini, è sorretta e guidata dallo Spirito Santo e, come Gesù disse: ‘Le porte degli inferi non prevarranno’. Ancora oggi Gesù rivolge a noi il suo richiamo: ‘Perché siete così paurosi?, non avete ancora fede?’.
La Fede è il dono mirabile dello Spirito Santo, è la luce divina: l’unica capace di illuminare, purificare e rinnovare i costumi degli uomini e le loro culture. La Fede e la Ragione, che non sono mai in contraddizione anche se viaggiano su binari diversi, costituiscono per l’uomo come le due ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verità assoluta.
Ma, caro amico che ascolti o leggi, non dimenticare che la verità, come diceva Benedetto XVI, va ricercata con umiltà, accolta con stupore e gratitudine; la nostra conoscenza cresce solo se si ama la verità.
La nostra barca è sempre in un mare tempestoso: l’egoismo, l’antropocentrismo, la bramosia delle ricchezze, le malattie, oggi la pandemia sono tutte onde che si accavalcano; ma tu non temere, uomo di poca fede, guarda avanti: se Cristo Gesù è con te, nel tuo cuore, nella tua vita egli si ergerà vittorioso contro tutte le forze avverse.
E il cielo e il mare torneranno ad essere sereni.
(Foto: combonianum.org)