Giornata Mondiale di Preghiera con la Tratta: economia senza tratta di persone

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Oggi si svolge la VII Giornata Mondiale di Preghiera contro la Tratta con una maratona di preghiera, dalle ore 10 alle ore 17, con un videomessaggio di papa Francesco nel giorno della memoria liturgica di Santa Bakhita, la schiava divenuta Santa e simbolo universale dell’impegno della Chiesa contro la schiavitù. Il tema di quest’anno è ‘Economia senza tratta di persone’.

Il Comitato internazionale della Giornata mondiale, coordinato da Talitha Kum, la rete della vita consacrata contro la tratta di persone dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG), in partenariato con la Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio allo Sviluppo Umano Integrale, Caritas Internationalis, l’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche, il Movimento dei Focolari e tante altre organizzazioni impegnate a livello locale, ha organizzato per l’occasione una maratona di preghiera che quest’anno, causa pandemia, sarà online ma per la prima volta darà la possibilità di riunire insieme tutte le realtà che nel mondo sono impegnate contro la tratta di persone.

La coordinatrice di ‘Talitha Kum, suor Gabriella Bottani, ha affermato: “Con ‘The Economy of Francesco’, il Santo Padre ha chiesto alla Chiesa di fermarsi sulla riflessione del modello economico dominante e di trovare percorsi alternativi.

Ci siamo trovati perfettamente in sintonia, in quanto la tratta di persone è parte integrante di un’economia di esclusione, dove le regole del mercato stanno distruggendo i valori portanti della convivenza umana, basati sul rispetto della dignità ma anche sulla tutela dell’ambiente.

Il modello economico dominante è una delle principali cause strutturali della tratta di persone nel nostro mondo globalizzato. Attraverso questa Giornata, tracciamo insieme un cammino di riflessione per un’economia che promuova la vita e un lavoro dignitoso per tutti”.

Nel mondo sono oltre 40.000.000 le vittime di tratta: tra queste, il 72% sono donne, mentre il 23% sono minori. Fra le principali finalità della tratta vi sono lo sfruttamento sessuale (quasi 60%) e il lavoro forzato (34%). In questi ultimi anni il fenomeno della tratta è cambiato anche in Italia, specialmente per quanto riguarda la prostituzione coatta.

Sono diminuite infatti le donne nigeriane  (i cui sbarchi sono calati drasticamente, ma il cui sfruttamento è diventato ancora più brutale in Libia) e sono aumentare le donne di altre nazionalità così come le persone transessuali. Il fenomeno, anche a causa del coronavirus, si è ulteriormente spostato dalla strada all’indoor (e all’online), rendendo le vittime ancora più invisibili, inavvicinabili e vulnerabili.

Pime, Mani Tese e Caritas Ambrosiana operano in contesti diversi per la prevenzione del traffico di esseri umani e la protezione delle vittime, come ha spiegato p. Mario Ghezzi, direttore del Centro Pime di Milano, rientrato in Italia dopo 17 anni in Cambogia:

“Il Pime è presente in diversi Paesi di origine e transito delle vittime di tratta. Il nostro principale impegno è nell’ambito dell’educazione e della sensibilizzazione per cercare di prevenire la partenza di giovani senza prospettive e senza progetti migratori mirati, che li spingono quasi inevitabilmente nelle mani di trafficanti e sfruttatori.

Grazie alla nostra rete di missionari e volontari, in diversi Paesi d’Africa, Asia e America Latina, e grazie al sostegno di molti amici e benefattori qui in Italia, cerchiamo di promuove istruzione e sviluppo, specialmente nei luoghi più poveri e abbandonati, e di offrire così ai giovani opportunità di vita dignitosa e prospettive di futuro”.

Invece Mani Tese ha lanciato, nel 2016, il programma di sensibilizzazione ‘I EXIST – say no to modern slavery’ per prevenire e contrastare le cause delle schiavitù moderne, nell’ambito del quale ha promosso iniziative di sensibilizzazione e avviato progetti in India e Cambogia a sostegno delle vittime di lavoro minorile, trafficking e sfruttamento lungo le filiere produttive.

Dal 2017 ha inoltre avviato in Guinea-Bissau una collaborazione con l’organizzazione locale AMIC per strutturare e rafforzare il sistema di protezione per donne e minori vittime di violenza, in particolare di matrimonio forzato e/o precoce, e per i minori trafficati talibè rimpatriati dal Senegal.

Infine l’impegno di Caritas Ambrosiana sul tema della tratta è a tutto tondo: promuove attività di ricerca e di sensibilizzazione attraverso studi, convegni e campagne sul tema. Inoltre, l’organismo diocesano è attivo sul campo in collaborazione con la Cooperativa Farsi Prossimo, con l’offerta di diversi servizi alle vittime: dal primo incontro realizzato dall’unità di strada all’inserimento in percorsi di integrazione reso possibile da una rete di case e alloggi protetti presenti nel territorio.

Caritas Ambrosiana, con altre Caritas diocesane, assicura anche accoglienza ai richiedenti asilo che giungono nel nostro Paese attraverso i ‘Corridoi Umanitari’ attivati in alcuni contesti di particolare emergenza.

E dal convegno contro la tratta Carlotta Santarossa, responsabile delle attività antitratta di Oim Italia, ha disegnato le nuove rotte: “Cambiano le rotte: meno migranti su quella della Libia e del Mediterraneo Centrale. E più su quella Atlantica, che ha conosciuto un boom nel 2020.

Accompagnato, purtroppo, da una drammatica crescita di naufragi e morti. Complessivamente sono morte in mare 2.800 persone lo scorso anno…

La percentuale di minori tra le vittime accertate del traffico di persone è triplicata negli ultimi 15 anni: per bambine e ragazze la finalità è principalmente lo sfruttamento sessuale (50%), mentre i maschi sono usati per il lavoro forzato, che è cresciuto molto e riguarda il 38% delle vittime di tratta”.

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