Papa Francesco alla Rota Romana chiede il bene della famiglia

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“La cultura della vita è patrimonio che i cristiani desiderano condividere con tutti. Ogni vita umana, unica e irripetibile, costituisce un valore inestimabile. Questo va annunciato sempre nuovamente, con il coraggio della parola e delle azioni”.

Il tweet odierno di papa Francesco ha introdotto l’inaugurazione dell’Anno Giudiziario con la Rota Romana sul bene della famiglia al centro delle cause di nullità matrimoniale, specialmente quando la nullità è richiesta da un coniuge e non accettata dall’altro e ci sono dei figli in mezzo:

“Sappiamo che la giurisprudenza della Rota Romana, in sintonia con il magistero pontificio, ha illustrato la gerarchia dei beni del matrimonio chiarendo che la figura del bonum familiae va ben al di là del riferimento ai capi di nullità; nonostante che in passato si fosse aperto un certo spiraglio a un ipotetico capo di nullità connesso al bonum familiae”.

Il bonum familiae è un concetto ampio che non termina con la ‘nullità’: “Da parte mia, non ho mancato di raccomandare che il bonum familiae non sia visto in modo negativo, quasi possa ritenersi come uno dei capi di nullità.

Esso, infatti, è sempre e comunque il frutto benedetto del patto coniugale; non può estinguersi in toto con la dichiarazione di nullità, perché non si può considerare l’essere famiglia come un bene sospeso, in quanto è frutto del progetto divino, almeno per la prole generata. I coniugi con i figli donati da Dio sono quella nuova realtà che chiamiamo famiglia”.

Il papa ha incentrato il discorso sui figli: “Di fronte a un matrimonio che giuridicamente viene dichiarato nullo, la parte che non è disposta ad accettare tale provvedimento è comunque con i figli un unum idem. Pertanto, è necessario che si tenga conto della rilevante questione: che ne sarà dei figli e della parte che non accetta la dichiarazione di nullità? Finora tutto sembrava ovvio, ma purtroppo non lo è”.

Per il papa è necessario regole adeguate: “Di conseguenza, siamo chiamati a individuare la via che porti a scelte congruenti con i principi affermati. Siamo tutti consapevoli di quanto sia arduo il passaggio dai principi ai fatti. Quando si parla del bene integrale delle persone è necessario domandarsi come può questo avverarsi nelle molteplici situazioni in cui vengono a trovarsi i figli”.

Anzi, la nullità deve tenere conto del bene dei figli: “La nuova unione sacramentale, che segue alla dichiarazione di nullità, sarà di certo fonte di pace per il coniuge che l’ha domandata. Tuttavia, come spiegare ai figli che, ad esempio, la loro mamma, abbandonata dal loro padre e spesso non intenzionata a stabilire un altro vincolo matrimoniale, riceve con loro l’Eucaristia domenicale, mentre il padre, convivente o in attesa della dichiarazione di nullità del matrimonio, non può partecipare alla mensa eucaristica?”

Rivolgendosi ai giudici il papa ha ricordato l’imminente Anno della Famiglia: “Come sapete, il prossimo 19 marzo inizierà l’ ‘Anno della Famiglia Amoris laetitia’. Anche voi, col vostro lavoro, date un prezioso contributo a questo cammino ecclesiale con le famiglie per la famiglia.

Cari Giudici, nelle vostre sentenze non mancate di testimoniare questa ansia apostolica della Chiesa, considerando che il bene integrale delle persone richiede di non restare inerti davanti agli effetti disastrosi che una decisione sulla nullità matrimoniale può comportare”.

Ai giudici il papa ha ricordato che la Chiesa è madre: “La Chiesa è madre e voi, che avete un ministero ecclesiale in un settore tanto vitale qual è l’attività giudiziaria, siete chiamati ad aprirvi agli orizzonti di questa pastorale difficile, ma non impossibile, che riguarda la preoccupazione per i figli, quali vittime innocenti di tante situazioni di rottura, divorzio o di nuove unioni civili”.

La funzione di giudice è anche un servizio pastorale: “Si tratta di esercitare la vostra missione di giudici come un servizio carico di senso pastorale, che non può mai mancare nella delicata decisione sulla nullità o meno dell’unione coniugale. Spesso si pensa alla dichiarazione di nullità matrimoniale come a un atto freddo di mera ‘decisione giuridica’.

Ma non è e non può essere così. Le sentenze del giudice ecclesiastico non possono prescindere dalla memoria, fatta di luci e di ombre, che hanno segnato una vita, non solo dei due coniugi ma anche dei figli. Coniugi e figli costituiscono una comunità di persone, che si identifica sempre e certamente col bene della famiglia, anche quando essa si è sgretolata”.

Il papa ha posto particolare attenzione alla famiglia cristiana: “Lo Spirito Santo, che invocate prima di ogni decisione da prendere sulla verità del matrimonio, vi illumini e vi aiuti a non dimenticare gli effetti di tali atti: innanzitutto il bene dei figli, la loro pace o, al contrario, la perdita della gioia davanti alla separazione”.

Ed ha invocato la fantasia della ‘carità’: “La fantasia della carità favorirà la sensibilità evangelica di fronte alle tragedie familiari i cui protagonisti non possono essere dimenticati. E’ quanto mai urgente che i collaboratori del Vescovo, in particolare il vicario giudiziale, gli operatori della pastorale familiare e soprattutto i parroci, si sforzino di esercitare quella diaconia di tutela, cura e accompagnamento del coniuge abbandonato ed eventualmente dei figli, che subiscono le decisioni, seppur giuste e legittime, di nullità matrimoniale”.

(Foto: Santa Sede)

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