Crisi della democrazia tra sinodalità e regola francescana
Una matriosca di crisi: così potrebbe essere descritta la realtà attuale in cui a una crisi sanitaria fa seguito una crisi economica e quindi una sociale politica. Quest’ultima ha un’espressione particolare nella manifestazione statunitense a Capitol Hill in cui alcuni sono entrati nel Campidoglio causando scontri con anche dei morti.
Una ferita non da poco alla democrazia non solo statunitense; un fatto non estemporaneo e che quindi richiederà un paziente lavoro negli USA sia da parte dei repubblicani che dei democratici e in ogni nazione da parte di tutte le parti – termine da cui deriva il vocabolo “partito” – della società.
A questo proposito viene in mente il documento La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa pubblicato dalla Commissione Teologica Internazionale nel marzo 2018 dopo aver ricevuto il parere favorevole di papa Francesco. Infatti in esso al numero 119 si indica la sinodalità non solo come un cammino ecclesiale ma anche quale diaconia, ossia servizio sociale:
“La vita sinodale della Chiesa si offre, in particolare, come diaconia nella promozione di una vita sociale, economica e politica dei popoli nel segno della giustizia, della solidarietà e della pace. Dio, in Cristo, non redime solamente la singola persona, ma anche le relazioni sociali tra gli uomini.
La pratica del dialogo e la ricerca di soluzioni condivise ed efficaci in cui ci s’impegna a costruire la pace e la giustizia sono un’assoluta priorità in una situazione di crisi strutturale delle procedure della partecipazione democratica e di sfiducia nei suoi principi e valori ispirativi, col pericolo di derive autoritarie e tecnocratiche”.
In termini politici potremmo dire che una visione sinodale è la capacità di vincere senza stravincere, ossia lasciando alle minoranze la possibilità di dare il loro apporto. A livello ecclesiale si può ricordare le diverse sensibilità di papa Giovanni XXIII e del cardinale Alfredo Ottaviani segretario dell’allora Sant’Uffizio che sfociarono anche in vere e proprie tensioni; eppure non fu rimosso da Roncalli, il papa che istituì il Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e creò cardinale il suo primo presidente, ossia il gesuita padre Augustin Bea.
La scelta di Giovanni XXIII potrebbe essere considerata una strategia di politica ecclesiastica ma se si leggono le sue agende si coglie che sotto tali scelte vi fu una visione teologale della Chiesa la quale è un solo Corpo dalle molte membra in cui si è chiamati a vivere l’unità nella differenza.
Tale processo sinodale, la cui bellezza è ‘l’armonia di parti ottimamente colorate’ (san Bonaventura da Bagnoregio), a cui è chiamata in primis la Chiesa, ma anche la società e la politica, trova in questo 2021 un ulteriore stimolo dalla ricorrenza dell’ottavo Centenario della redazione della Regola non bollata dei frati Minori.
Infatti tale testo – che dopo ulteriori redazioni sarà approvato definitivamente nel 1223 da papa Onorio III – è frutto dell’incontro, scambio, confronto e anche scontro tra i frati riuniti in capitolo presso la Porziuncola, ossia la piccola cappella di Santa Maria degli Angeli nella pianura assisana.
Vi si coglie l’apporto di frate Francesco d’Assisi ma anche le integrazioni bibliche di frate Cesario da Spira; ci sono ampliamenti ma anche inserimenti negativi con divieti di comportamenti non confacenti con la scelta evangelica. Una controprova di tale metodo che oggi diremmo sinodale nella sua composizione è la bolla ‘Quo elongati’ con cui papa Gregorio IX affermò che i frati Minori non sono tenuti a osservare il Testamento dell’assisiate in quanto ‘egli non poteva, senza il consenso dei frati e principalmente dei ministri, perché riguardava tutti, obbligare’ (Fonti Francescane, 2731)
Come evidenziato dalle ricerche coordinate da Gert Melville sulle istituzioni religiose medievali presso l’Università di Dresda, lo studio e il confronto con le regole religiose può far scoprire in esse elementi utili per affrontare sfide e occasioni del momento attuale.
Senza presunzione si può affermare che l’attuale situazione politica statunitense e italiana, ma non solo, può trovare impulsi e sollecitazioni per una più matura vita democratica proprio dalla Regola francescana di cui si celebra in questo 2021 l’ottavo centenario.
(Tratto dal sito Il cattolico)