Il papa prega per la pace nei Paesi in guerra

Negli Angelus di questo fine settimana ferragostano papa Francesco ha rivolto il pensiero ai popoli che sono in guerra, specialmente in Africa, e per il Libano e la Bielorussia, che segue con particolare attenzione: “Continuo a pregare per il Libano, e per le altre situazioni drammatiche nel mondo che causano sofferenza alla gente. Il mio pensiero va anche alla cara Bielorussia. Seguo con attenzione la situazione post-elettorale in questo Paese e faccio appello al dialogo, al rifiuto della violenza e al rispetto della giustizia e del diritto. Affido tutti i bielorussi alla protezione della Madonna, regina della pace”.
Ed ha pregato per la situazione in Nigeria e soprattutto per la questione che riguarda il Nilo, conteso tra i Paesi in cui esso scorre: “Oggi vorrei pregare in particolare per la popolazione della regione settentrionale della Nigeria, vittima di violenze e attacchi terroristici. Seguo con particolare attenzione la situazione delle difficili trattative sulla questione del Nilo tra Egitto, Etiopia e Sudan.
Invito tutte le parti a continuare sulla via del dialogo, affinché il ‘Fiume Eterno’ continui a essere una linfa di vita che unisce e non divide, che nutre sempre amicizia, prosperità, fratellanza e mai inimicizia, incomprensione o conflitto. Sia al dialogo, cari fratelli dell’Egitto, dell’Etiopia e del Sudan, sia il dialogo la vostra unica scelta, per il bene delle vostre care popolazioni e del mondo intero”.
La voce del papa si unisce a quella dei vescovi nigeriani che hanno più volte denunciato la ‘crescente insicurezza’ e gli atti di terrorismo; in un comunicato di pochi giorni fa l’episcopato della CBCN ha parlato esplicitamente di ‘massacro attualmente in corso nel Kaduna meridionale’, indicendo ‘40 giorni di preghiera per la salvezza del Paese’, a partire dal 22 agosto, durante i quali i fedeli sono invitati a recitare quotidianamente alle ore 12, dopo la preghiera dell’Angelus, un Padre Nostro, tre Ave Maria e un Gloria al Padre, per implorare Dio ‘perché salvi la Nigeria’, unita all’appello alle autorità:
“Gli autori delle uccisioni devono essere assicurati alla giustizia… Non ci sarà mai uno sviluppo costruito sullo spargimento di sangue di persone innocenti brutalmente assassinate dai fondamentalisti religiosi senza alcun ricorso alla giustizia per le vittime”.
Intanto anche la Chiesa bielorussa fa sentire la sua voce in favore della pace e della verità, attraverso le parole del il presidente della Conferenza episcopale bielorussa, il metropolita di Minsk, monsignor Tadeusz Kondrusiewicz: “La nostra Patria sta attraversando un momento difficile, che purtroppo è già oscurato dallo spargimento di sangue, migliaia di civili arrestati e brutalmente picchiati che vogliono sapere la verità sulle elezioni presidenziali del 9 agosto…
Dio ci ha creati liberi. La verità ci rende veramente liberi, dice Cristo. Le persone hanno il diritto di conoscere la verità, che non può essere sacrificata per compiacere gli interessi politici o opportunistici di qualcuno”.
Inoltre alle parole del papa per il Libano nei giorni scorsi si sono aggiunte anche quelle di Sua Beatitudine, Sviatoslav Shevchuk, ai patriarchi del Libano: “Vogliamo abbracciare la vostra Chiesa e il vostro Paese con il nostro amore fraterno e assicurarvi il sostegno spirituale in questi tempi di grande perdita, dolore e insicurezza.
Questa terribile tragedia ha sconvolto il mondo intero, e noi preghiamo affinché il mondo si unisca per offrire il sostegno al popolo libanese che ha sofferto così tanto nel corso della storia e ha già subito i disagi della pandemia globale, della crisi economica e dei diverbi politici. La vostra città ha sofferto molto, come un uomo lasciato a morire sulla strada per Gerico. Oggi il mondo intero è chiamato a diventare il Buon samaritano che, spinto dalla compassione, guarisce le vostre ferite”.