Giornata Missionaria: per papa Francesco la missione è invito al banchetto

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“Per la Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno ho tratto il tema dalla parabola evangelica del banchetto nuziale. Dopo che gli invitati hanno rifiutato l’invito, il re, protagonista del racconto, dice ai suoi servi: ‘Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze’. Riflettendo su questa parola-chiave, nel contesto della parabola e della vita di Gesù, possiamo mettere in luce alcuni aspetti importanti dell’evangelizzazione.

Essi si rivelano particolarmente attuali per tutti noi, discepoli-missionari di Cristo, in questa fase finale del percorso sinodale che, in conformità al motto ‘Comunione, partecipazione, missione’, dovrà rilanciare la Chiesa verso il suo impegno prioritario, cioè l’annuncio del Vangelo nel mondo contemporaneo”.

Missione e sinodalità sono le chiavi di lettura del messaggio di papa Francesco per la 98^ Giornata Missionaria Mondiale che si celebra domenica 20 ottobre dal titolo ‘Andate e invitate al banchetto tutti’, tratto dal vangelo di Matteo, ricordando che il nucleo della missione è l’essere inviati: “Questo ci dice che la missione è un andare instancabile verso tutta l’umanità per invitarla all’incontro e alla comunione con Dio. Instancabile! Dio, grande nell’amore e ricco di misericordia, è sempre in uscita verso ogni uomo per chiamarlo alla felicità del suo Regno, malgrado l’indifferenza o il rifiuto”.

E’ stato Gesù a dare questo mandato agli apostoli: “Così Gesù Cristo, buon pastore e inviato del Padre, andava in cerca delle pecore perdute del popolo d’Israele e desiderava andare oltre per raggiungere anche le pecore più lontane. Egli ha detto ai discepoli: ‘Andate!’, sia prima sia dopo la sua risurrezione, coinvolgendoli nella sua stessa missione. Per questo, la Chiesa continuerà ad andare oltre ogni confine, ad uscire ancora e ancora senza stancarsi o perdersi d’animo di fronte a difficoltà e ostacoli, per compiere fedelmente la missione ricevuta dal Signore”.

Il messaggio è un ringraziamento ai missionari per tale opera evangelizzatrice: “Colgo l’occasione per ringraziare i missionari e le missionarie che, rispondendo alla chiamata di Cristo, hanno lasciato tutto per andare lontano dalla loro patria e portare la Buona Notizia là dove la gente ancora non l’ha ricevuta o l’ha accolta da poco.

Carissimi, la vostra generosa dedizione è l’espressione tangibile dell’impegno della missione ad gentes che Gesù ha affidato ai suoi discepoli: ‘Andate e fate discepoli tutti i popoli’. Continuiamo perciò a pregare e ringraziare Dio per le nuove e numerose vocazioni missionarie per l’opera di evangelizzazione sino ai confini della terra”.

Però ogni cristiano ha questo compito missionario: “E non dimentichiamo che ogni cristiano è chiamato a prendere parte a questa missione universale con la propria testimonianza evangelica in ogni ambiente, così che tutta la Chiesa esca continuamente con il suo Signore e Maestro verso i ‘crocicchi delle strade’ del mondo di oggi… Che tutti noi, battezzati, ci disponiamo ad andare di nuovo, ognuno secondo la propria condizione di vita, per avviare un nuovo movimento missionario, come agli albori del cristianesimo!”

Però lo stile del missionario deve essere quello raccontato nel brano evangelico: “Allo stesso modo, la missione di portare il Vangelo ad ogni creatura deve avere necessariamente lo stesso stile di Colui che si annuncia. Nel proclamare al mondo ‘la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto’, i discepoli-missionari lo fanno con gioia, magnanimità, benevolenza, frutto dello Spirito Santo in loro; senza forzatura, coercizione, proselitismo; sempre con vicinanza, compassione e tenerezza, che riflettono il modo di essere e di agire di Dio”.

Altro aspetto sottolineato nel messaggio riguarda l’escatologia della missione: “Sappiamo che lo zelo missionario nei primi cristiani aveva una forte dimensione escatologica. Sentivano l’urgenza dell’annuncio del Vangelo. Anche oggi è importante tener presente tale prospettiva, perché essa ci aiuta ad evangelizzare con la gioia di chi sa che ‘il Signore è vicino’ e con la speranza di chi è proteso alla meta, quando saremo tutti con Cristo al suo banchetto nuziale nel Regno di Dio.

Mentre dunque il mondo propone i vari ‘banchetti’ del consumismo, del benessere egoistico, dell’accumulo, dell’individualismo, il Vangelo chiama tutti al banchetto divino dove regnano la gioia, la condivisione, la giustizia, la fraternità, nella comunione con Dio e con gli altri”.

Quindi è un invito a vivere con intensità ogni momento eucaristico: “Perciò, siamo tutti chiamati a vivere più intensamente ogni Eucaristia in tutte le sue dimensioni, particolarmente in quella escatologica e missionaria… Il rinnovamento eucaristico, che molte Chiese locali stanno lodevolmente promuovendo nel periodo post-Covid, sarà anche fondamentale per risvegliare lo spirito missionario in ogni fedele”.

Specialmente in questo anno che conduce al Giubileo nell’attesa del Regno di Dio: “In questa prospettiva, nell’anno dedicato alla preghiera in preparazione al Giubileo del 2025, desidero invitare tutti a intensificare anche e soprattutto la partecipazione alla Messa e la preghiera per la missione evangelizzatrice della Chiesa… E così la preghiera quotidiana e particolarmente l’Eucaristia fanno di noi dei pellegrini-missionari della speranza, in cammino verso la vita senza fine in Dio, verso il banchetto nuziale preparato da Dio per tutti i suoi figli”.

Per questo la Chiesa è sinodale e missionaria: “I discepoli-missionari di Cristo hanno sempre nel cuore la preoccupazione per tutte le persone di ogni condizione sociale o anche morale. La parabola del banchetto ci dice che, seguendo la raccomandazione del re, i servi radunarono ‘tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni’. Inoltre, proprio ‘i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi’, vale a dire gli ultimi ed emarginati della società, sono gli invitati speciali del re. Così, il banchetto nuziale del Figlio che Dio ha preparato rimane per sempre aperto a tutti, perché grande e incondizionato è il suo amore per ognuno di noi”.

Quindi la missione non esclude nessuno, tenendo fisso lo sguardo alla Madre di Dio: “La missione per tutti richiede l’impegno di tutti. Occorre perciò continuare il cammino verso una Chiesa tutta sinodale-missionaria a servizio del Vangelo. La sinodalità è di per sé missionaria e, viceversa, la missione è sempre sinodale. Pertanto, una stretta cooperazione missionaria risulta oggi ancora più urgente e necessaria nella Chiesa universale come pure nelle Chiese particolari…

Rivolgiamo infine lo sguardo a Maria, che ottenne da Gesù il primo miracolo proprio ad una festa di nozze, a Cana di Galilea. Il Signore offrì agli sposi e a tutti gli invitati l’abbondanza del vino nuovo, segno anticipato del banchetto nuziale che Dio prepara per tutti alla fine dei tempi. Chiediamo ancora oggi la sua materna intercessione per la missione evangelizzatrice dei discepoli di Cristo. Con la gioia e la premura della nostra Madre, con la forza della tenerezza e dell’affetto, andiamo e portiamo a tutti l’invito del Re Salvatore. Santa Maria, Stella dell’evangelizzazione, prega per noi!”

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