‘Il posto degli oratori’ una ricerca sugli oratori milanesi

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Nei giorni scorsi all’Ambrosianeum di Milano è stato presentato ‘Il posto degli oratori – Una mappa delle proposte educative e ricreative per gli adolescenti di Milano’, uno studio qualitativo e quantitativo che offre una panoramica sulle proposte educative e ricreative offerte dai 146 oratori presenti nei 12 decanati in cui è suddivisa la città, realizzato tra maggio 2022 e gennaio 2023, anche attraverso la somministrazione di questionari online, da docenti e ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e del Politecnico.

Introducendo la ricerca la prof.ssa Rosangela Lodigiani, docente di sociologia dei processi economici e del lavoro, e la dott.ssa Veronica Riniolo, ricercatrice di sociologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, hanno sottolineato la necessità della sfida educativa, divenuta urgenza dopo il Covid: “La sfida educativa, infatti, è divenuta ancora più centrale con la pandemia  Covid-19, quando perfino il diritto di accesso alle proposte educative è vacillato ed il benessere psico-fisico degli adolescenti ha subito un forte contraccolpo.

A causa delle restrizioni sono state chiuse scuole, strutture sportive, centri educativi e ricreativi di vario tipo (tra cui gli oratori) allontanando gli adolescenti dai più importanti contesti ricreativi e formativi nei quali avevano la possibilità di incontrare i propri coetanei ed altre figure adulte di riferimento, diverse dai propri familiari. Ciò ha comportato l’aumento dei sintomi depressivi e della solitudine tra gli adolescenti ed i giovani in numerosi paesi europei, tra cui anche l’Italia.

Inoltre, le fasi di lockdown e la spinta alla remotizzazione dell’insegnamento hanno fatto risaltare ancor di più le disuguaglianze sociali, riflesse nella mancanza di dispositivi elettronici, dell’accesso ad Internet e delle condizioni minime per poter fruire della didattica a distanza, che hanno riguardato soprattutto gli adolescenti, provenienti da famiglie svantaggiate da un punto di vista socio-economico, spesso appartenenti alle minoranze etniche”.

Dallo studio emerge invece la distribuzione fitta e capillare degli oratori all’interno del Comune di Milano, capace di offrire un servizio di prossimità, accessibile a piedi in 5-10 minuti in ogni quartiere. Gli oratori sono quindi in grado di garantire potenzialmente una copertura estesa e diffusa del territorio milanese, rappresentando, soprattutto in alcune aree della città, uno dei pochi centri di aggregazione giovanile e un punto di riferimento e inclusione sociale.

Una parte importante dello studio ha cercato di delineare l’identikit di chi frequenta l’oratorio e di individuare le motivazioni di tale scelta. Accanto ai bambini e ai preadolescenti coinvolti nell’iniziazione cristiana (destinatari della pastorale giovanile ‘classica’) si osserva che, con l’aumentare dell’età, la presenza in oratorio diventa una presenza ‘ingaggiata’, ovvero impegnata a frequentare in modo attivo le proposte. Meno presenti dei bambini in termini numerici, i più grandi hanno però una presenza più attiva, come ha sottolineato la prof.ssa Lodigiani:

“L’indagine fa emergere una apertura all’accoglienza e all’integrazione che nei fatti si realizza negli spazi aperti e nelle attività informali dell’oratorio, nelle attività educative e ricreative più strutturate e persino, anche se più raramente, nei percorsi di educazione alla fede, con soluzioni di inclusione anche molto diversificate tra loro. Soluzioni che riflettono la capacità ma anche la creatività di alcuni responsabili di oratorio, coadiutori, laici impegnati come catechisti o educatori, nel rendere inclusive le proposte”.

Una seconda parte della ricerca è dedicata a esplorare i segni lasciati dalla pandemia anche nei preadolescenti e adolescenti che frequentano l’oratorio e le conseguenze sulla proposta educativa: si osserva che l’emergenza sanitaria ha spinto a sviluppare nuovi linguaggi, consentendo di innovare non tanto i contenuti ma il metodo delle proposte educative e ricreative instaurando rapporti più diretti con gli educatori, gli animatori e i volontari: è risultato così più facile entrare in contatto con le fragilità nascoste o meno visibili.

Nel saluto iniziale Lara Magoni, sottosegretario con delega Sport e Giovani di Regione Lombardia, ha sottolineato che gli oratori sono un presidio necessario nella città: “La rete degli oratori risulta un presidio indispensabile per l’accoglienza e l’inclusività delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi: un luogo sicuro e aperto, che favorisce l’incontro tra adolescenti, offrendo proposte educative, progetti di aggregazione e confronto, con grande attenzione alle situazioni di maggiore fragilità”.

L’assessore all’Istruzione e vicesindaco della città, Anna Scavuzzo, ha sottolineato la necessità della condivisone della responsabilità educativa: “E’ importante condividere la responsabilità educativa con gli attori della città e gli oratori si confermano luogo di confronto e relazioni, di incontro e di crescita che assumono un valore ancora maggiore in questo tempo dopo la pandemia.

L’indagine ci restituisce la necessità di promuovere sempre più collaborazione per affrontare insieme le sfide educative che richiedono un passo avanti da parte di noi tutti, per guardare a una nuova gioventù che porta con sé novità e profezia, e insieme chiede impegno, attenzione e fiducia”.

Mentre il presidente della fondazione ‘Ambrosianeum’, Fabio Pizzul, ha evidenziato la collaborazione tra la suddetta fondazione e la FOM: “La collaborazione tra Fondazione Ambrosianeum e Fondazione Oratori Milanesi credo sia un importante segnale di come ci si possa mettere in ascolto e a servizio della città e delle sue esigenze.

Il fatto, poi, che al centro dell’attenzione ci siano gli oratori, rende ancora più prezioso il lavoro fatto: si tratta di realtà educative, aggregative e spirituali estremamente importanti per far sì che i giovani trovino punti di riferimento e relazioni positive in una città sempre più frammentata”.

Infine il direttore della Fondazione degli oratori milanesi, don Stefano Guidi, ha evidenziato li compito educativo degli oratori: “La Chiesa ambrosiana si interroga sui suoi oratori. Si chiede cosa stanno diventando, nell’ambito dei cambiamenti affascinanti e frenetici che interessano oggi Milano. Si domanda come offrirli rinnovati alla convivenza cittadina, come spazi di incontro libero, sottratto alla richiesta di prestazione. La ricerca, mentre offre la sua analisi documentata, esplicita una domanda di fondo, che non esprime preoccupazione ma soprattutto desiderio di porsi come fattore costruttivo per l’intera città”.

(Foto: Diocesi di Milano)

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