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Papa Francesco invita ad essere umili lavoratori
Madre Martinez beata per la cura delle madri e dei figli

Domenica 25 giugno nella diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca è stata beatificata di madre Elisa Martinez, fondatrice dell’Istituto ‘Figlie di Santa Maria di Leuca’ con la celebrazione presieduta dal card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei santi, alla presenza della bambina miracolata per intercessione della beata con i suoi genitori, originari di Loreto (Ancona): il miracolo della bambina è consistito nella sua guarigione quand’era ancora nel seno materno da ‘trombosi e occlusione completa calcificata dell’arteria ombelicale sinistra fetale con esteso infarto placentare e plurifocali alterazioni dei villi come da ipossiemia’.
L’Instrumentum Laboris traccia una Chiesa sinodale

“Sulla base di tutto il materiale raccolto durante la fase dell’ascolto, e in particolare dei Documenti finali delle Assemblee continentali, è stato redatto il presente Instrumentum Laboris. Con la sua pubblicazione si chiude la prima fase del Sinodo ‘Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione’, e si apre la seconda, articolata nelle due sessioni in cui si svolgerà la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2023 e ottobre 2024).
Papa Francesco al coordinamento francescano rivela perché ha scelto il nome

Sono cinque i centenari che, dal 2023 al 2026, scandiranno il cammino della famiglia francescana in tutto il mondo: nel 2023, cadrà l’ottavo centenario sia della ‘Regola Bollata’, dettata da san Francesco a Fonte Colombo, in provincia di Rieti, sia del primo presepe, allestito a Greccio; nel 2024, invece, saranno 800 anni dalle stimmate, ricevute dal Poverello di Assisi a La Verna, vicino Arezzo; l’anno dopo, sarà la volta dell’ottavo centenario della composizione del Cantico delle Creature, risalente al 1225, ed infine nel 2026 si celebreranno gli 800 anni della morte del Santo Patrono di Italia.
Papa Luciani beato: il ‘grazie’ del Triveneto

Come in un Santuario all’aperto 2.000 pellegrini hanno cantato il ‘Te Deum di ringraziamento’ per la beatificazione di Giovanni Paolo I, insieme al patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia ed i vescovi dove il papa aveva svolto il suo servizio da prete e da vescovo (mons. Renato Marangoni di Belluno-Feltre, e mons. Corrado Pizziolo di Vittorio Veneto), come ha detto mons. Marangoni:
“Desideriamo affidarci al nuovo beato perché in lui ci è stato donato il Vangelo di Gesù, luce nelle nostre vite, perché ci ha indicato l’amore intramontabile con cui Dio ci salva da paure e difficoltà, perché ha testimoniato lo stile di Dio, perché ha trasmesso la sua bontà. Per questo papa Francesco ha invitato a chiedere a papa Luciani il sorriso dell’anima, quello trasparente e che non inganna”.
Nell’omelia il patriarca di Venezia ha puntualizzato il concetto di umiltà secondo papa Luciani: “L’umiltà non è tirarsi indietro per mancanza di coraggio; la fortezza, infatti, è anch’essa virtù cristiana. L’umiltà è non imporsi, non mettersi in mostra, non autocandidarsi ed anche saper ammettere i propri limiti, accettare incarichi scomodi e assumere scelte difficili che non saranno capite, ma che sono vere e giuste. Umiltà è, poi, affidarsi al Signore”.
Ma umiltà va di pari passo con intelligenza: “E’ la stessa meraviglia, ricolma di gratitudine per le opere che Dio compie nella storia anche ‘minuta’ dei nostri paesi e della nostra gente, che oggi ci pervade nell’acclamare Albino Luciani tra i Beati della Chiesa! Sottolineare la sua umiltà, peraltro, non significa non riconoscerne l’intelligenza, la fortezza e il valore pastorale del suo ministero, nei diversi uffici ecclesiali che gli furono affidati, ed anche del suo magistero”.
Papa Luciani voleva parlare a tutti: “Luciani mai cercò di mettersi in mostra per la sua cultura o per il sapere teologico né, tantomeno, voleva dare l’immagine d’ ‘intellettuale’ o ‘accademico’, poiché non mirava ad essere apprezzato perché dotto o istruito; piuttosto, aveva a cuore il bene delle persone a cui si rivolgeva (nelle omelie, nei discorsi, nelle udienze) e sapeva essere efficace e parlare al cuore e all’anima con riferimenti comprensibili da tutti, presi dall’esistenza di ogni giorno e non per questo meno profondi. Ma questo, presso i sapienti del mondo, non paga mai”.
La sua umiltà era fedeltà a Dio: “La sua umiltà fu un cammino di fedeltà e obbedienza al Signore che lo ha voluto prete, vescovo e papa. Albino Luciani fu un grande catechista ed evangelizzatore, appassionato nel trasmettere il Vangelo, come già si vede nel suo saggio ‘Catechetica in pillole’ pubblicato nel 1949, ricco di consigli e indicazioni per vivere bene quel momento, consapevole della sua importanza…
L’umiltà di Albino Luciani non aveva come criterio il ‘politicamente corretto’ che, oggi come ieri, impone al catechista, al prete o al vescovo di autocensurarsi per non dire parole scomode o affrontare temi sgraditi, diventando così ‘afoni’ rispetto al Vangelo e finendo col proporre se stessi e non Gesù ‘via, verità e vita’. Questa e non altra è l’umiltà coraggiosa e autentica a cui Luciani si rifaceva e che viveva lui stesso prima di indicarla agli altri”.
Ed ha concluso l’omelia ricordando che la sua ‘umiltà’ era fondata sulle tre virtù teologali: “Tre ‘stelle’ guidarono l’umile e grande figlio di Canale d’Agordo lungo tutta la sua vita. Tre stelle che insieme alla parola “Humilitas” sono state presenti nel suo stemma episcopale: queste tre stelle sono proprio le tre virtù teologali…
Tutto ciò era talmente vivo e radicato in Lui al punto che umiltà, fede, speranza e carità furono il tema ricorrente e ripetuto con forza nel suo brevissimo ma intenso magistero di vescovo di Roma e Vicario di Cristo”.
(Foto: Patriarcato di Venezia)
Papa Francesco a L’Aquila: la rivoluzione cristiana sta nel servizio

Al termine dell’Angelus papa Francesco ha aperto nella basilica di Collemaggio de L’Aquila la porta santa della Perdonanza celestiniana con una breve ammonizione: “Concedi alla Chiesa questo tempo di penitenza e di perdono perché abbia la gioia di rinnovarsi. Aprici completamente la porta della tua misericordia per schiuderci un giorno le porte della tua dimora in cielo. Concedi a quanti varcheranno questa soglia di ottenere la salvezza”.
XXII domenica del Tempo Ordinario: l’umiltà è la virtù del cristiano

Il brano del Vangelo non è certo una lezione di galateo, ma è lezione di vita vera, di vita cristiana. Gesù si trovava ospite in casa di un fariseo e, come questi osservava Gesù per coglierlo in fallo e poterlo accusare, così Gesù guarda attorno a sé e prende spunto per fare una lezione di vita. Dalla lettura del Vangelo si evidenziano due insegnamenti: anzitutto la condanna all’arrivismo.
Il papa incoraggia i giovani ad imparare da Gesù
La beata suor Maria Costanza Panas: il profumo della santità accogliente

“Grande gioia per la Chiesa di Fabriano-Matelica che apprende la notizia della beatificazione di suor Costanza Panas. Per la nostra diocesi e tutta la Chiesa questa notizia è un grande dono che ci sprona a vivere questo segno provvidenziale con gratitudine al Signore e verso il Santo Padre che ha autorizzato la Congregazione delle cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante il miracolo attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Maria Costanza Panas, monaca professa delle Clarisse Cappuccine del Monastero di Fabriano”: