Dalla diocesi di Forlì la casa di Betania è una Chiesa aperta

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Per gli orientamenti pastorali per l’anno 2022-2023 il vescovo di Forlì-Bertinoro, mons. Livio Corazza, ha scelto come icona biblica la ‘casa di Betania’, perché ‘di una cosa sola c’è bisogno’, realizzata appositamente per la diocesi unendo più pericopi evangeliche: Lc 10,38-42 (il brano biblico di riferimento indicato dalla Chiesa italiana) e Gv 12,1-2:

“Gesù è in viaggio verso Gerusalemme, ha chiara la sua meta e lungo il suo percorso attraversa un villaggio, che sappiamo essere Betania dal Vangelo di Giovanni: qui viene accolto nella casa di Marta. E’ bella questa alternanza di itineranza e di momenti di sosta e di intimità lungo il suo viaggio: ci parla di tanta umanità e di equilibrio, di un Dio che si fa accogliere e che condivide momenti di gioia e di quotidianità con degli amici”.

Il vescovo spiega la scelta con queste parole: “La cosa bella è che ogni personaggio contribuisce ad imbandire la tavola con ciò che è ed ha, senza la pretesa di essere o di mostrarsi diverso da quello che è. Gesù condivide la sua presenza e la sua Parola. Lazzaro mette sul tavolo il suo essere stato salvato senza merito, la sua gioia e la sua riconoscenza per la vita nuovamente ricevuta.

Maria porta la sua fame di profondità, il suo saper essere attesa pura ed accogliente dell’amore che in lei trova spazio e può riversarsi senza misura. Marta porta il suo sguardo attento ai bisogni dell’altro e una brocca piena d’acqua che può essere così trasformata nella gioia della convivialità.

A questa tavola c’è posto per tutti, ciascuno con le sue caratteristiche che non sono cambiate dalla risurrezione di Lazzaro. Per partecipare alla Pasqua e alla comunione che ne nasce non è chiesto a nessuno lo sforzo di trasformare i propri talenti in qualcosa che non sono, ma la disponibilità a metterli in comune perché sia il Signore a farli entrare nella sua Pasqua e a servirsene per i suoi progetti”.

E negli ‘orientamenti pastorali il vescovo ha sottolineato l’amore delle due sorelle verso Gesù: “Marta voleva far dare un pasto a Gesù e ai suoi discepoli, ma ancora non aveva compreso di lasciare a Gesù la Parola e la centralità nella scena della sua vita.

Marta, come dice papa Francesco, è malata di ‘martalismo’ e continua a servire come ha sempre fatto, ma con la risurrezione tutto è cambiato. Rimprovera la sorella di averla lasciata sola per ascoltare Gesù: paradossale.

Maria ascolta, mettendosi ai suoi piedi e non facendo nient’altro. Istintivamente, anche noi siamo portati a stare dalla parte di Marta. Qualche volta pensiamo che ascoltare la Parola sia perdere tempo e facciamo molta fatica a fare silenzio. E c’è anche qualcuno che pensa che dedicare la vita alla preghiera sia una perdita di tempo. Spesso le nostre preghiere sono fatte di parole, ma non di Parola”.

E’ un invito a ‘stare’ con Gesù: “In questo secondo anno di cammino sinodale ci ricordiamo a vicenda che stare con Gesù, fare spazio a Lui, confrontarci con i suoi sentimenti, con la sua Parola, significa scegliere che la parte migliore non ci sarà tolta. Come nelle processioni, mettendo al centro Gesù impareremo a camminare insieme.

Cercando il Signore, troviamo e ascoltiamo il prossimo. Siamo sinodali se al centro c’è Gesù! Come Maria, mettiamoci ai piedi di Gesù, ascoltiamo, da soli o insieme, il suo vangelo. Confermiamo o decidiamo di partecipare ai gruppi del vangelo. Da lì ripartiremo per servirlo nei fratelli più piccoli, anche loro Corpo di Cristo”.

E’ un invito ad essere una Chiesa ‘aperta’: “Siamo chiamati a ripensare alla nostra presenza ecclesiale sul territorio forlivese da qui ai prossimi anni, consolidando la nostra capacità di ascolto dentro e fuori il contesto ecclesiale in vista di scelte concrete che siamo chiamati a fare nel prossimo futuro. raggiungeremo questo obiettivo tenendo conto dei punti di forza e di debolezza delle nostre comunità.

Dobbiamo prepararci spiritualmente, moralmente, personalmente e comunitariamente a fare delle scelte condivise. Non partendo dallo spirito di questo mondo, ma, con libertà di spirito, senza vincoli del passato, mettendoci in ascolto del vangelo di Gesù, il quale ci indica la meta e la risorsa”.

Solo se la Chiesa si apre al mondo riesce ad essere accogliente, senza dimenticare l’ascolto della Parola di Dio: “Anche da piccole comunità, ma significative e fraterne, non chiuse, accoglienti verso chi viene, può nascere la speranza di una nuova umanità. Altrimenti, moltiplichiamo le celebrazioni, ma giriamo a vuoto.

Il prete sarà colui che rappresenta l’Apostolo, che ci mette in comunione con le altre comunità (la comunità è una sola, e non è la parrocchia, essa è una porzione dell’unica comunità), con l’intero Corpo di Cristo. Il nostro ritrovarci non è la riunione di un gruppo di amici, ma è l’incontro con l’unico Signore che ci salva.

A Betania, Marta stava preparando tutto quello che serve per accogliere Gesù e i suoi amici, ma aveva dimenticato la cosa più importante. Anche noi, non dimentichiamo che una sola è la cosa che veramente conta: ascoltare la Parola del Signore”.

E nella solennità di san Mercuriale, patrono di Forlì, il vescovo ha sottolineato che il sinodo è una risorsa: “In sintesi, in questa situazione di crescente povertà ed individualismo, dovremo riscoprire, rafforzare e sostenere le energie della società civile, il volontariato, il terzo settore, l’associazionismo a fianco della famiglia e di una politica avveduta e attenta ai più fragili per una società che include e non esclude e vede tutti protagonisti nella costruzione del bene comune.

Chiudo ricordando l’esperienza che le nostre comunità cristiane stanno sperimentando con l’esperienza dei gruppi sinodali, luoghi di incontro e di ascolto, in piccoli gruppi, sulle sfide sociali ed ecclesiali che stiamo vivendo. Porremo a tutti due domande: il Vangelo parla ancora al mondo d’oggi? Quali aspetti della comunità cristiana sono apprezzati di più e quali invece, creano ostacoli? Oggi, sono convinto che ascoltare ed ascoltarsi, anche tra mondi diversi, possa favorire la convivenza sociale. Anche la Chiesa cattolica che è in Forlì-Bertinoro cercherà di fare la propria parte”.

(Foto: diocesi Forlì-Bertinoro)

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