Papa Francesco: la missione è il centro della Chiesa

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A pochi giorni dalla beatificazione di Pauline Jaricot, fondatrice dell’Opera della Propagazione della Fede, il papa ha scritto un messaggio alle Pontificie Opere Missionarie, riunite fino al 23 maggio, al Centro Valpré di Lione, per l’assemblea generale, dove si incontrano 120 direttori nazionali in concomitanza con la beatificazione di Pauline Jaricot, che 200 anni fa ha fondato una delle quattro opere missionarie, quella della ‘Propagazione della fede’:

“Vi siete dunque dati appuntamento a Lione perché lì, 200 anni fa, una giovane di 23 anni, Pauline Marie Jaricot, ebbe il coraggio di fondare un’Opera per sostenere l’attività missionaria della Chiesa; qualche anno più tardi diede inizio al ‘Rosario Vivente’, un organismo dedito alla preghiera e alla condivisione delle offerte.

Di famiglia benestante, ella morì in povertà: con la sua beatificazione la Chiesa attesta che ha saputo accumulare tesori in Cielo, tesori che nascono dal coraggio del dono e rivelano il segreto della vita: solo donandola si possiede, solo perdendola si ritrova”.

Per la futura beata la Chiesa è missionaria, come più tardi ribadisce il decreto conciliare ‘Ad Gentes’: “Pauline Jaricot amava dire che la Chiesa è di sua natura missionaria e che quindi ogni battezzato ha una missione; anzi, è una missione. Aiutare a vivere questa consapevolezza è il primo servizio delle Pontificie Opere Missionarie, un servizio che esse compiono con il Papa e a nome del Papa.

Questo legame delle POM con il ministero petrino, stabilito cent’anni fa, si traduce in servizio concreto ai Vescovi, alle Chiese particolari, a tutto il Popolo di Dio. Al contempo è vostro compito, secondo il Concilio, aiutare i Vescovi ad aprire ogni Chiesa particolare agli orizzonti della Chiesa universale”.

Il papa ha rimarcato i ‘tre aspetti che, grazie all’azione dello Spirito Santo, tanto hanno contribuito alla diffusione del Vangelo nella storia delle POM’, di cui il primo aspetto è la conversione missionaria:

“In questo senso Pauline Jaricot vedeva la sua esistenza come una risposta alla misericordia compassionevole e tenera di Dio: fin dalla giovinezza cercava l’identificazione con il suo Signore, anche mediante le sofferenze che attraversava, allo scopo di accendere la fiamma del suo amore in ogni uomo. Sta qui la sorgente della missione, nell’ardore di una fede che non si accontenta e che, attraverso la conversione, si fa di giorno in giorno imitazione, per incanalare la misericordia di Dio sulle strade del mondo”.

La conversione missionaria è possibile con la preghiera: “Ma ciò è possibile solo attraverso la preghiera, che è la prima forma di missione. Non a caso Pauline affiancò l’Opera della Propagazione della Fede al Rosario Vivente, quasi a ribadire che la missione comincia con la preghiera e non può realizzarsi senza di essa. Sì, perché è lo Spirito del Signore che precede e permette ogni nostra opera buona: il primato è sempre della sua grazia. Altrimenti, la missione diventerebbe un correre invano”.

Conversione e preghiera si concretizzano attraverso la carità: “Infine, la concretezza della carità: insieme alla rete di preghiera Pauline diede vita a una raccolta di offerte su vasta scala e in una forma creativa, accompagnandola con l’informazione sulla vita e le attività dei missionari. Gli oboli di tanta gente semplice furono provvidenziali per la storia delle missioni”.

(Foto: Vatican News)

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