Il papa: la misericordia è la vita della Chiesa

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Giornata intensa quella di papa Francesco, segnata da incontri incentrati sulla Misericordia, come quello incentrato sulla figura di Rut nel discorso ai Missionari della Divina Misericordia, congratulandosi perché sempre più aderiscono ed iscritti nella Costituzione apostolica ‘Praedicate Evangelium’:

“Ho voluto mettervi lì, nella Costituzione apostolica, perché voi siete uno strumento privilegiato nella Chiesa, oggi, e non siete un movimento che oggi c’è e domani non c’è; siete nella struttura della Chiesa. Per questo ho voluto mettervi lì.

Mi auguro, quindi, che possiate crescere ancora di più, e per questo rivolgo ai Vescovi il mio auspicio che possano individuare sacerdoti santi, misericordiosi, pronti al perdono, per diventare a pieno titolo missionari della Misericordia”.

Ed ha raccontato chi era Rut: “Rut è una ragazza povera e di origine modesta; diventa vedova ancora molto giovane e per di più vive in un paese straniero che la considera un’intrusa e neppure degna di solidarietà. La sua è una condizione che nella cultura di oggi nessuno riuscirebbe a comprendere fino in fondo.

Rut dipendeva in tutto dagli altri: prima del matrimonio dipendeva dal padre e dopo il matrimonio dal marito; da vedova dovrebbe essere protetta dai figli, ma lei non ne ha; è emarginata nel villaggio dove vive, perché è una moabita; è senza sostegno e senza alcuna difesa. Insomma, la sua vita è tra le peggiori che si possano immaginare e sembra non avere futuro”.

Rut è importante perché sa cosa è misericordia: “Rut non è figlia di Abramo secondo il sangue; lei rimane pur sempre una moabita e così sarà sempre chiamata, però la sua fedeltà e generosità le permettono di entrare con tutti i diritti nel popolo d’Israele. Dio, infatti, non abbandona chi si affida a Lui, ma gli va incontro con un amore che ripaga oltre ogni desiderio.

Rut lascia trasparire i tratti della misericordia quando non lascia sola Noemi, ma con lei condivide il suo futuro; quando non si accontenta di rimanerle vicino, ma con lei partecipa la fede e l’esperienza di essere parte di un nuovo popolo; quando è intenzionata a superare ogni ostacolo pur di rimanere fedele. Quanto ricaviamo è davvero il volto della misericordia che si manifesta con la compassione e la condivisione”.

Il libro di Rut racconta la fiducia in Dio: “Quelle poche pagine fanno emergere la fiducia nell’amore di Dio che a tutti va incontro. Ancora di più: si rivela che Dio conosce la bellezza interiore delle persone anche se non hanno ancora la fede del popolo eletto; egli è attento ai loro sentimenti, soprattutto alla fedeltà, alla lealtà, alla generosità e alla speranza che alberga nel cuore delle persone quando sono messe alla prova.

Nella sua semplicità, questo racconto rivela una sorprendente ricchezza di significati. Essere generosi si manifesta come la scelta giusta e coraggiosa che non deve mai venire meno nella nostra esistenza sacerdotale”.

Ed ha chiesto di non smarrire la ‘coperta’ della misericordia: “Ecco dunque l’esortazione che vi faccio: avere sempre a portata di mano la coperta della misericordia (pensiamo a Noè), per avvolgere con il suo calore quanti si avvicinano a voi per essere perdonati; offrire consolazione a quanti sono nella tristezza e nella solitudine; essere generosi come Rut, perché solo così il Signore vi riconoscerà come suoi ministri fedeli”.

Ugualmente ai partecipanti al convegno ‘Solidarietà Internazionale Trinitaria’, promosso dall’Ordine della Santissima Trinità il papa ha evidenziato che la Trinità riscatta la libertà: “Gesù è l’inviato del Padre ed è mosso dallo Spirito Santo. In Lui tutta la Trinità è all’opera. E l’opera di Dio Amore, Padre, Figlio e Spirito Santo, è la redenzione dell’uomo: per questo Cristo ha versato il suo sangue sulla croce.

In riscatto per noi, per ognuno di noi. Quest’opera si prolunga nella missione di tutta la Chiesa. Ma nel vostro Ordine ha trovato un’espressione singolare, peculiare, direi ‘letterale’, cioè l’impegno per il riscatto degli schiavi. ‘Riscattare’. E per riscattare qualcuno si deve pagare, e voi pagate con la vostra vita, il prezzo”.

Ed il carisma dell’ordine è molto bello: “Questo carisma è di flagrante attualità, purtroppo! Lo è sia perché anche nel nostro tempo, che si vanta di aver abolito la schiavitù, in realtà sono tanti, troppi gli uomini e le donne, persino i bambini ridotti a vivere in condizioni disumane, schiavizzati.

E sia perché, come opportunamente evidenzia il vostro convegno, la libertà religiosa è violata, a volte calpestata in molti luoghi e in diverse modalità, alcune rozze ed evidenti, altre sottili e nascoste”.

Ed infine ha incontrato le comunità srilankesi nel giorno degli attacchi del 2019 contro le chiese nello Sri Lanka: “Ed allora comprendiamo perché il Figlio di Dio, l’Innocente, il Santo, il Giusto, per salvarci ha dovuto morire crocifisso.

Ha preso su di sé non solo la morte, ma la crudeltà del male, dell’odio, della violenza fratricida. La sua Croce e la sua Risurrezione sono luce di speranza nelle tenebre più fitte. Preghiamo oggi per tutte le vittime della violenza e della guerra, in particolare del terrorismo”.

Quindi un appello alle autorità: “Non vorrei finire senza fare un appello alle Autorità del vostro Paese. Per favore e per amore alla giustizia, per amore al vostro popolo, che si chiarisca definitivamente chi sono stati i responsabili di questi eventi. Questo porterà pace alla vostra coscienza e alla Patria”.

(Foto: Santa Sede)

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