Papa Francesco affida la Via Crucis alle famiglie

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Questa sera sono le famiglie le protagoniste delle meditazioni della tradizionale Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo, presieduta da papa Francesco, in vista dell’Incontro Mondiale delle Famiglie che si terrà a Roma a giugno, come ha dichiarato il direttore della sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni:

“In occasione dell’anno dedicato alla famiglia, con cui la Chiesa celebra i 5 anni dall’esortazione apostolica Amoris Laetitia, papa Francesco ha affidato la preparazione dei testi delle meditazioni e delle preghiere per le stazioni della Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo ad alcune famiglie legate a comunità ed associazioni cattoliche di volontariato ed assistenza”.

Il papa ha assegnato i testi delle meditazioni e delle preghiere della Via Crucis ad alcune famiglie legate a comunità, associazioni, aggregazioni e altre realtà familiari. Il coordinamento per la stesura e l’armonizzazione dei testi è stato curato da Gigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni familiari, e dalla moglie Anna Chiara Gambini.

Le stazioni saranno animate da una coppia di giovani sposi (I); una famiglia in missione (II); sposi anziani senza figli (III); una famiglia numerosa (IV); una famiglia con un figlio con disabilità (V); una famiglia che gestisce una casa famiglia (VI); una famiglia con un genitore malato (VII); una coppia di nonni (VIII); una famiglia adottiva (IX); una vedova con figli (X); una famiglia con un figlio consacrato (XI); una famiglia che ha perso una figlia (XII); una famiglia russa ed una famiglia ucraina (XIII); mentre la quattordicesima stazione sarà animata da una famiglia di migranti.

Quindi saranno i racconti familiari e le esperienze di coppie a rappresentare questa trama narrativa, in modo tale che tutte le famiglie del mondo possano facilmente identificarsi nelle brevi storie che saranno illustrate al Colosseo, stazione dopo stazione, mentre le famiglie protagoniste della Via Crucis si scambieranno la croce.

Si partirà con una coppia di giovani sposi. Seguiranno una famiglia in missione, una coppia di sposi anziani, una famiglia con 5 figli e una con un figlio disabile. Poi una famiglia che gestisce una casa di accoglienza, una che affronta la malattia, una coppia di nonni e una famiglia con figli adottivi. Alla decima stazione ci sarà una donna con figli che ha perso il marito. Quindi una famiglia con un figlio consacrato e una che si confronta con la perdita di un figlio. Infine, la famiglia ucraina con quella russa e la famiglia di migranti.

Una Via Crucis che tocca le realtà delle famiglie di tutto il mondo, nelle situazioni più difficili, nella loro quotidianità. Come quella di giovani sposi che nonostante la pandemia e i litigi quotidiani sono felici ma si confrontano con i dubbi: “Spesso abbiamo paura. Quando pensiamo alle coppie di amici più grandi che non ce l’hanno fatta.

Quando leggiamo sui giornali che aumentano le separazioni. Quando ci dicono che sicuramente ci lasceremo perché così va il mondo. spesso abbiamo paura. Quando pensiamo alle coppie di amici più grandi che non ce l’hanno fatta. Quando leggiamo sui giornali che aumentano le separazioni. Quando ci dicono che sicuramente ci lasceremo perché così va il mondo”.

E ci si rende conto che il matrimonio non è solo una bella avventura, ma anche ‘faticosa’: “E i nostri sogni? Plasmati dagli eventi. La nostra realizzazione professionale? Modificata dai fatti della vita che irrompe. E poi il timore di poter un giorno rinnegare tutto, come Pietro; l’angoscia e la tentazione del rimpianto di fronte all’ennesima spesa imprevista; la preoccupazione per le tensioni con i figli adolescenti.

I vecchi desideri hanno ceduto il passo alla nostra famiglia. Non è facile, certo, ma è infinitamente più bello così. E nonostante i pensieri e la densità delle nostre giornate, che sembrano non bastarci mai, non torneremmo mai indietro”.

Una famiglia che si confronta con il dolore: “La menzogna più grande con cui abbiamo combattuto era quella di non essere più famiglia. Non conosco altro modo per rispondere al mio cuore e al mio dolore nella carne, se non quello di affidarmi al Signore che vive questo pezzo di strada terrena con me. Tante volte, nelle sedute di chemioterapia di mia figlia, mi sono sentita come Maria sotto la croce; ed è quella esperienza che mi fa sentire oggi, anche se solo per un pezzetto, madre del mio Signore”.

Ma anche una famiglia che non accetta la scelta del figlio a consacrarsi a Dio: “All’inizio non l’abbiamo presa bene. Lo abbiamo contrastato. Lo abbiamo abbandonato. Credevamo che la nostra freddezza lo avrebbe fatto tornare sui suoi passi. Abbiamo provato a insinuare nella sua testa il dubbio che stesse sbagliando tutto. Come due malfattori.

Ma abbiamo capito che non si può lottare contro di Te. Noi siamo un vaso e Tu sei il mare. Noi siamo una scintilla e Tu sei il fuoco. E allora, come il buon ladrone, anche noi ti chiediamo di ricordarti di noi quando entrerai nel tuo Regno”.

Le ultime due stazioni sono affidate ad ucraini e russi ed ai migranti: “Le lacrime sono finite. La rabbia ha lasciato il passo alla rassegnazione. Sappiamo che Tu ci ami, Signore, ma non lo sentiamo questo amore e questa cosa ci fa impazzire. Ci svegliamo al mattino e per qualche secondo siamo felici, ma poi ci ricordiamo subito quanto sarà difficile riconciliarci. Signore dove sei? Parla nel silenzio della morte e della divisione ed insegnaci a fare pace, ad essere fratelli e sorelle, a ricostruire ciò che le bombe avrebbero voluto annientare”.

E proprio la penultima stazione è stata al centro di una polemica; infatti in un tweet l’ambasciatore Andrii Yurash, diplomatico ucraina in Vaticano, ha apprezzato poco la scelta: “L’Ambasciata ucraina presso la Santa Sede capisce e condivide la preoccupazione generale in Ucraina e in molte altre comunità sull’idea di mettere insieme le donne ucraine e russe nel portare la Croce durante la Via Crucis di venerdì al Colosseo. Ora stiamo lavorando sulla questione cercando di spiegare le difficoltà della sua realizzazione e le possibili conseguenze”.

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