Se Gesù non fosse risorto davvero…

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Se siamo cristiani dobbiamo porci seriamente una domanda: io credo che Gesù sia risorto dai morti? Di conseguenza… credo che sia più forte del male, delle tenebre e del Maligno stesso, che lo ha messo su quella croce? Credo che la vittoria finale sarà di Cristo, non di Satana, nonostante il mondo – in questo momento – sia ancora agonizzante?

Le cose sono due: o Gesù era un uomo qualsiasi, che è morto e poi rimasto nel sepolcro; oppure è uscito da quella tomba, cambiando per sempre il paradigma della storia umana: se prima si passava dalla vita alla morte, ora si passa dalla morte alla vita.

Ripercorriamo molto brevemente la storia che oggi fa di noi dei cristiani; quella di un falegname che ha passato tre anni della sua vita a parlare di un Regno che non è di questo mondo e a dire che Dio ci ama. Si è fermato per varie città, ad insegnare e a guarire, proprio per dare prova di quell’amore.

Nel frattempo, ha formato un bel gruppo di amici e seguaci, cui lasciare come dono e responsabilità la sua Parola e la prima comunità, la Chiesa nascente. Ispirati dal demonio, per invidia e per chiusura di cuore, i capi del suo stesso popolo hanno deciso di farlo fuori. Lo hanno arrestato, crocifisso. Gesù è morto, in una delle maniere più atroci possibili. Poi, deposto da quella croce, è stato sepolto come tutti. Ora, ipotizziamo che Gesù non sia risorto.

Beh, in quel caso, non era Dio. Era un uomo come altri, ben intenzionato, molto saggio, ma pur sempre un uomo, senza alcun potere sul male e sulla morte. E poi, un po’ troppo sicuro di sé, visto che aveva promesso di risorgere e invece, poi, non l’ha fatto.

Se Gesù, invece, è risorto davvero… cosa significa? Significa anzitutto che non era un bugiardo: ha compiuto ciò che aveva promesso. In quel caso, davvero esiste un altro Regno, oltre a quello visibile in cui abitiamo, e in quel Regno la nostra anima sopravvive. Significa, poi, che per quanto ingiusta possa essere questa vita, la croce non ha l’ultima parola. Anzi, è proprio la croce a condurre a una gioia immensa: quella della Pasqua. 

Significa che tutti i crocifissi del nostro tempo riavranno in abbondanza la vita, poiché Gesù si identifica negli afflitti. Chi sono i crocifissi dei nostri giorni? Ognuno può pensare a qualcuno. Che conosce o meno. Sono tanti. Pensiamo a quei bambini terrorizzati, orfani, denutriti che vivono nei territori di guerra.

Pensiamo alle donne violentate, alle persone malate, ai disabili che faticano anche solo a bere un bicchiere d’acqua. Pensiamo alle prostitute, ai poveri emarginati. Se Gesù non è risorto, allora la vita è semplicemente ingiusta. Non esiste liberazione né riscatto dalle tante schiavitù che vediamo.

Ma se Gesù è risorto… davvero possiamo dire ‘Beati gli afflitti’, perché sono i prediletti dal Padre.

Si avvicina la Pasqua. E anche quest’anno mi sono dovuta porre questa domanda. Io mi sono risposta che sì, nella resurrezione di Gesù ci credo. Non solo perché me l’hanno raccontata gli evangelisti e trovo che il loro racconto sia credibile, se non altro per lo stupore immenso che essi stessi hanno provato di fronte a una cosa mai successa prima nella storia.

Ma anche perché io Gesù risorto lo vedo oggi. Lo vedo nella mamma di quella ragazza morta in un incidente stradale, che in Dio non solo non è caduta in disperazione, ma ha fatto fruttare la sua sofferenza, portando a conversione centinaia di giovani con i suoi libri e le sue testimonianze.

Lo vedo nella storia di quell’uomo ex-tossicodipendente che oggi, dopo essersi convertito, aiuta altri giovani nella sua stessa condizione. Lo vedo nella mia stessa famiglia: due anni fa abbiamo perso un figlio in grembo e gli abbiamo permesso di avere un funerale, sebbene mi trovassi solo alla nona settimana di gestazione. So che grazie a quella sofferenza ho aiutato molte persone a riflettere sulla dignità della vita fin dal concepimento.

Verrà il tempo in cui la Croce, collocazione provvisoria, sarà eliminata del tutto. Verrà il tempo della gioia perfetta, senza macchia. Della beatitudine senza fine. Fino ad allora, però, non sprechiamo le croci.

Se Gesù è risorto davvero, è proprio perché l’ha accolta. Trasformandola in strumento di vita.

Per questa Pasqua chieditelo anche tu. O meglio, chiedilo direttamente a Lui: cosa posso farci di buono con questa sofferenza? Cosa puoi farci Tu, Signore? Vedrai miracoli. Perché Gesù la morte e la disperazione le ha vinte davvero.

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