Papa Francesco: la Comunione dei santi fa sentire Chiesa

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Al termine dell’udienza generale odierna papa Francesco ha ricordato le violenze che si stanno perpetrando in Myanmar ed ha auspicato che i Giochi olimpici che si apriranno in Cina siano occasione di pace:

“Lo sport, con il suo linguaggio universale, può costruire ponti di amicizia e di solidarietà tra persone e popoli di ogni cultura e religione. Ho apprezzato, pertanto, che allo storico motto olimpico ‘Citius, Altius, Fortius’ (più veloce, più in alto, più forte) il Comitato Olimpico Internazionale abbia aggiunto la parola ‘Communiter’, cioè Insieme, perché i Giochi Olimpici facciano crescere un mondo più fraterno”.

Un pensiero particolare agli atleti che si sfideranno nelle paralimpiadi invernali, perché aiutino le comunità ad essere inclusive: “Con un particolare pensiero abbraccio tutto il mondo paralimpico. La medaglia più importante la vinceremo insieme se l’esempio delle atlete e degli atleti con disabilità aiuterà tutti a superare pregiudizi e timori e a far diventare le nostre comunità più accoglienti e inclusive.

Questa è la vera medaglia d’oro! Inoltre, seguo con attenzione ed emozione le storie personali di atlete e atleti rifugiati. Le loro testimonianze contribuiscano a incoraggiare le società civili ad aprirsi con sempre maggiore fiducia a tutti, senza lasciare nessuno indietro. Alla grande famiglia olimpica e paralimpica auguro di vivere un’esperienza unica di fratellanza umana e di pace”.

Ed infine un pensiero alla festa di oggi: “Da questo mistero emerge un messaggio per tutti: Cristo si propone come esempio nell’offerta al Padre, indicando con quale generosità occorra aderire alla volontà di Dio e al servizio ai fratelli.

Oggi è anche la festa dell’Incontro, dell’incontro di Gesù con il suo popolo, e anche specialmente dell’incontro di Gesù bambino con i vecchi. Mi raccomando, andiamo avanti sviluppando questo atteggiamento di incontro fra i bambini e i nonni, i giovani con i vecchi: questo atteggiamento è una risorsa dell’umanità.

I vecchi ci danno la forza per andare avanti, la loro memoria, la loro storia; e i giovani la portano avanti. Lavoriamo anche noi per questo incontro dei nipoti con i nonni, dei giovani con i vecchi”.

Mentre nell’udienza generale il papa ha incentrato la riflessione ancora sulla figura di san Giuseppe parlando della ‘comunione dei santi’: “A partire proprio da questo ‘sentire comune’ che nella storia della Chiesa ha accompagnato la figura di san Giuseppe, oggi vorrei soffermarmi su un importante articolo di fede che può arricchire la nostra vita cristiana e può anche impostare nel migliore dei modi la nostra relazione con i santi e con i nostri cari defunti: parlo della comunione dei santi”.

Papa Francesco ha rilevato che quando si invoca un santo si deve pregare Gesù: “Persino quando ci affidiamo pienamente all’intercessione di un santo, o ancora di più della Vergine Maria, la nostra fiducia ha valore soltanto in rapporto a Cristo. Come se la strada verso questo santo o la Madonna non finisce lì: no.

Va lì, ma in rapporto a Cristo. Cristo è il legame che ci unisce a Lui e tra di noi che ha un nome specifico: questo legame che ci unisce tutti, fra noi e noi con Cristo, è la ‘comunione dei santi’. Non sono i santi a operare i miracoli, no!.. Il santo è un intercessore, uno che prega per noi e noi lo preghiamo, e prega per noi e il Signore ci dà la grazia: il Signore agisce tramite il Santo”.

Il Catechismo della Chiesa cattolica spiega bene la ‘comunione dei Santi’: “Significa che è la comunità dei peccatori salvati. La Chiesa è la comunità dei peccatori salvati. E’ bella, questa definizione. Nessuno può escludersi dalla Chiesa, tutti siamo peccatori salvati.

La nostra santità è il frutto dell’amore di Dio che si è manifestato in Cristo, il quale ci santifica amandoci nella nostra miseria e salvandoci da essa. Sempre grazie a Lui noi formiamo un solo corpo, dice san Paolo, in cui Gesù è il capo e noi le membra”.  

E la comunione dei Santi abbraccia tutti: “Infatti, la comunione dei santi non riguarda solo i fratelli e le sorelle che sono accanto a me in questo momento storico, ma riguarda anche quelli che hanno concluso il pellegrinaggio terreno e hanno varcato la soglia della morte. Anche loro sono in comunione con noi.

Pensiamo, cari fratelli e sorelle: in Cristo nessuno può mai veramente separarci da coloro che amiamo perché il legame è un legame esistenziale, un legame forte che è nella nostra stessa natura; cambia solo il modo di essere insieme a ognuno di loro, ma niente e nessuno può rompere questo legame”.

La Comunione dei Santi è una costante amicizia nella Chiesa: “Nella storia della Chiesa ci sono delle costanti che accompagnano la comunità credente: anzitutto il grande affetto e il legame fortissimo che la Chiesa ha sempre sentito nei confronti di Maria, Madre di Dio e Madre nostra.

Ma anche lo speciale onore e affetto che ha tributato a San Giuseppe. In fondo, Dio affida a lui le cose più preziose che ha: suo Figlio Gesù e la Vergine Maria.

E’ sempre grazie alla comunione dei santi che sentiamo vicini a noi i Santi e le Sante che sono nostri patroni, per il nome che portiamo, per esempio, per la Chiesa a cui apparteniamo, per il luogo dove abitiamo, e così via, anche per una devozione personale”.

La Comunione dei Santi non è una cosa magica: “Ed è questa la fiducia che deve sempre animarci nel rivolgerci a loro nei momenti decisivi della nostra vita.

Non è una cosa magica, non è una superstizione, la devozione ai santi; è semplicemente parlare con un fratello, una sorella che è davanti a Dio, che ha percorso una vita giusta, una vita santa, una vita esemplare, e adesso è davanti a Dio. E io parlo con questo fratello, con questa sorella e chiedo la sua intercessione per i miei bisogni”.

Ed ha concluso con una preghiera a san Giuseppe, che il papa recita da oltre 40 anni: “Glorioso Patriarca san Giuseppe, il cui potere sa rendere possibili le cose impossibili, vieni in mio aiuto in questi momenti di angoscia e difficoltà.

Prendi sotto la tua protezione le situazioni tanto gravi e difficili che ti affido, affinché abbiano una felice soluzione. Mio amato Padre, tutta la mia fiducia è riposta in te.

Che non si dica che ti abbia invocato invano, e poiché tu puoi tutto presso Gesù e Maria, mostrami che la tua bontà è grande quanto il tuo potere. Poiché tu puoi tutto presso Gesù e Maria, mostrami che la tua bontà è grande quanto il tuo potere”.

(Foto: Santa Sede)

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