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Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità: al centro lo stato di avanzamento della riforma sulla disabilità

Si è riunito lunedì 27 ottobre presso la Presidenza del Consiglio dei ministri l’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità. La riunione plenaria è stata dedicata all’analisi dei recenti sviluppi e delle politiche attualmente in essere per il miglioramento della condizione di vita delle persone con disabilità in Italia.

Un focus significativo dei lavori è stato riservato alla valutazione dello stato di avanzamento della Riforma in materia di disabilità. I membri dell’Osservatorio hanno approfondito in modo specifico i progressi raggiunti con l’implementazione della seconda fase della Riforma, che sta prendendo forma in diverse città del territorio nazionale.

Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per i Diritti delle persone con disabilità e famiglie (FISH) ha espresso soddisfazione per i risultati intermedi e ha sottolineato l’importanza di proseguire nel solco collaborazione tra le istituzioni e il Terzo Settore per garantire che gli obiettivi della Riforma. “Solo attraverso un impegno condiviso – ha evidenziato Falabella – sarà possibile garantire il pieno conseguimento degli obiettivi della Riforma della disabilità, orientati a promuovere l’inclusione sociale e l’autonomia delle persone con disabilità e delle loro famiglie”.

Si è discusso, inoltre, della definizione del nuovo Piano di Azione Triennale, attualmente in fase di completamento. È quasi concluso, infatti, il lavoro di condivisione e confronto sui provvedimenti da inserire nel documento, che raccoglierà le principali linee strategiche e operative per i prossimi tre anni. Il Piano verrà presentato in occasione del 3 dicembre, Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità.

Infine, il presidente Falabella ha evidenziato la necessità di assicurare le risorse economiche adeguate alle politiche di inclusione in vista della prossima Legge di Bilancio e di rimuovere la norma (Art. 129) che consente alla Pubblica Amministrazione di effettuare controlli unilaterali sui permessi della Legge 104, ritenendola incompatibile con la tutela e il rispetto dei diritti delle persone con disabilità e dei caregiver.

Il presidente della FISH ha anche sollecitato con urgenza la presentazione della proposta di legge nazionale sui caregiver familiari, sottolineando che il gruppo tecnico incaricato ha concluso i propri lavori e che è quindi necessario procedere rapidamente all’esame e all’approvazione del testo, al fine di dare finalmente un riconoscimento normativo e tutele concrete a chi presta assistenza familiare. L’Osservatorio continuerà a monitorare con attenzione l’attuazione delle misure e a fornire il proprio contributo tecnico e scientifico per l’implementazione delle politiche in materia di disabilità.

Inoltre la FISH ha accolto con favore la firma del decreto del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che assegna oltre € 18.600.000 per l’eliminazione delle barriere architettoniche nelle scuole statali e paritarie:

“È un segnale importante perché conferma l’attenzione verso uno dei temi più urgenti per la piena inclusione scolastica: garantire a tutti gli studenti e le studentesse con disabilità ambienti realmente accessibili e dignitosi. Rimuovere una barriera fisica significa aprire la strada a una partecipazione più piena e consapevole alla vita scolastica, nel rispetto dei diritti sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità”.

Falabella ha sottolineato tuttavia che l’impegno non può esaurirsi in un intervento una tantum: è necessario un piano strutturale, pluriennale e monitorabile, che coinvolga attivamente gli enti locali, le scuole e le associazioni rappresentative delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Solo così si potrà garantire una scuola veramente inclusiva, accessibile e accogliente per tutti.

“La Federazione, ha concluso Falabella, continuerà a collaborare con il Ministero e con tutte le istituzioni competenti per tradurre le risorse annunciate in interventi concreti, efficaci e misurabili, affinché nessun alunno o alunna venga mai più escluso da un’aula o da un laboratorio per una barriera architettonica o culturale”.

Progetto ‘Nessuno rimane indietro’ per cure maxillo-facciali gratuite per le persone con disabilità

Si è svolta martedì 28 ottobre presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la conferenza di presentazione del Protocollo d’Intesa “Nessuno rimane indietro – Progetto pilota per interventi di chirurgia maxillo-facciale e chirurgia orale in favore delle fasce vulnerabili”. Il progetto è nato dalla collaborazione tra la FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle persone con disabilità e famiglie), Fondazione Roma, Istituto Santa Chiara e Clinica Parioli.

“L’avvio di questo progetto – dichiara Vincenzo Falabella, presidente della FISH – rappresenta per la Federazione un segnale concreto verso la piena attuazione dei principi sanciti dalla Costituzione italiana all’articolo 3 e all’articolo 24. Principi pienamente coerenti con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che riconosce e promuove il diritto all’inclusione, all’autonomia e alla pari dignità. L’obiettivo è che questa iniziativa non resti un’esperienza isolata, ma diventi la regola che orienta ogni politica sanitaria e sociale del Paese, realizzando appieno i valori costituzionali di solidarietà, equità e giustizia sociale.”

“La Fondazione Roma – afferma Franco Parasassi, presidente della Fondazione Roma – non può rimanere insensibile di fronte a determinate situazioni di fragilità, in particolare quelle che investono l’ambito sanitario. Per tale ragione, abbiamo deciso di avviare questo progetto molto importante volto a garantire, soprattutto ai ragazzi autistici, l’accesso in via del tutto gratuita a prestazioni di chirurgia maxillofacciale e di chirurgia orale.”

Durante la conferenza è emersa chiaramente, infatti, la volontà dei partner di garantire l’accesso alle cure specialistiche in un settore delicato come quello maxillo-facciale e orale, spesso non pienamente coperto o accessibile per le persone in condizioni di fragilità economica o sociale. Il progetto mira a colmare questo divario, affermando il principio che nessuna persona debba essere esclusa da trattamenti sanitari essenziali a causa della propria condizione di vulnerabilità, fornendo un modello operativo replicabile a livello nazionale.

“Clinica Parioli in continuità con lo spirito di umanità, innovazione e responsabilità sociale che da sempre la contraddistinguono nel panorama sanitario romano, è orgogliosa di condividere con Fondazione Roma, Istituto Santa Chiara e FISH questo ambizioso progetto finalizzato al supporto verso le persone in condizioni di fragilità, mettendo a disposizione le sue migliori risorse umane e strumentali”, dichiara Stefano Sabatini, direttore sanitario della Clinica Parioli.

“Prende ufficialmente il via oggi il progetto ‘Nessuno rimane indietro’, resosi necessario per la cura di quei pazienti che, troppo spesso, restano esclusi da ogni possibilità terapeutica – sottolinea Giovanni Vantaggiato, direttore del Dipartimento di odontoiatria e chirurgia orale dell’Istituto Santa Chiara. “Grazie alla partecipazione e alla sinergia di tutti i partner coinvolti, siamo finalmente riusciti ad avviare un progetto che restituisce grande dignità e rafforza la consapevolezza di essere tutti uguali di fronte alla malattia e al diritto di ricevere una cura appropriata”.

La partecipazione del Consigliere della Regione Lazio, Fabio Capolei, è stata fondamentale per trasmettere le best practice del progetto alle istituzioni del territorio regionale. L’auspicio di tutti i partner è che il progetto possa essere replicato in tutte le Regioni per estendere il diritto alla cura a ogni cittadino.

Continuità e specializzazione: la proposta di legge del CNEL per l’insegnamento di sostegno di qualità nella scuola italiana

Giovedì 23 ottobre, l’Assemblea del CNEL ha approvato una proposta di legge, presentata da Vincenzo Falabella presidente della FISH e consigliere del CNEL, per rafforzare l’inclusione scolastica, focalizzandosi su due pilastri: continuità didattica per gli alunni con disabilità e formazione specializzata per gli insegnanti.

Il PDL mira a superare la precarietà, anticipando il periodo di svolgimento delle procedure di nomina, limitando il turnover dei docenti di sostegno e investendo in modo strutturale nella loro formazione (iniziale e in servizio), estendendola anche a tutti i docenti curriculari. La proposta di legge prevede, inoltre, incentivi per rendere più stabile e attrattiva la carriera del docente di sostegno, incluso un periodo minimo obbligatorio di permanenza nella scuola di appartenenza, e misure per contenere la mobilità verso il posto comune, garantendo così pari opportunità formative a tutti gli studenti e a tutte le studentesse. Si prevede, infine, l’istituzione delle scuole di specializzazioni per il sostegno.

L’iniziativa legislativa nasce dall’urgenza di colmare il divario tra i diritti degli studenti con disabilità e la loro effettiva garanzia nel sistema scolastico. Le statistiche Istat rivelano l’entità del problema: un allarmante 29,6% di insegnanti di sostegno non specializzati (con il 38,2% al Nord). Il 68% degli alunni, inoltre, cambia docente di sostegno annualmente, e quasi metà degli studenti con disabilità intellettive vive interruzioni del supporto anche in corso d’anno. Questo non è solo un problema organizzativo ma umano di “vite spezzettate” in cui il legame fiduciario e didattico viene continuamente reciso, impedendo un apprendimento sereno e minando la stabilità emotiva dei bambini e delle bambine e delle loro famiglie.

“La proposta di legge approvata dall’Assemblea del CNEL rappresenta un passo importante verso una reale inclusione scolastica. I dati ISTAT delineano una situazione preoccupante: quasi un terzo degli insegnanti di sostegno non possiede la specializzazione necessaria e il 68% degli studenti con disabilità è costretto ogni anno a cambiare docente. Questa continua instabilità compromette la continuità didattica e priva gli studenti del diritto a un percorso educativo coerente e di qualità. Come FISH, ribadiamo il nostro impegno affinché vengano garantite la stabilità e la competenza del personale docente, nel pieno rispetto dei principi sanciti dalla Costituzione”, così Vincenzo Falabella, presidente della FISH e consigliere del CNEL.

Per questo la FISH, Fondazione Roma, Istituto Santa Chiara e Clinica Parioli annunciano la sottoscrizione del nuovo Protocollo d’Intesa denominato ‘Nessuno rimane indietro – Progetto pilota per interventi di chirurgia maxillo-facciale e chirurgia orale in favore delle fasce vulnerabili’.

“Per FISH, la difesa dei diritti significa accesso equo alla salute. Il Protocollo d’Intesa ‘Nessuno rimane indietro’ è la nostra risposta concreta per colmare un vuoto assistenziale: l’accesso a cure di chirurgia maxillo-facciale e orale per le fasce più vulnerabili. Il nostro ruolo è cruciale: attraverso la nostra rete associativa, ci assumiamo la responsabilità di garantire che il sostegno arrivi a chi ne ha più bisogno, in particolare persone con disabilità con elevata necessità di supporto e anziani in stato di fragilità economica”, sottolinea il presidente della FISH Vincenzo Falabella.

Questo Protocollo d’Intesa, grazie al sostegno economico della Fondazione Roma e alle competenze della Clinica Parioli e dell’Istituto Santa Chiara, coinvolge la rete associativa della Federazione e risponde in modo immediato e tangibile a un bisogno molto diffuso: l’accesso a cure tempestive e di qualità, specialmente in ambito di chirurgia maxillo-facciale e odontoiatrica, per persone con disabilità o che vivono una condizione di fragilità economica e sociale.

Osservatorio Inclusione Scolastica: al centro continuità didattica e il nuovo PEI informatizzato

Giovedì 2 ottobre si è riunito, alla presenza del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, l’Osservatorio Permanente per l’Inclusione Scolastica, un organismo consultivo che si occupa di monitorare le politiche educative relative all’inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità. All’ordine del giorno vi erano diversi temi rilevanti, tra cui le misure da adottare per garantire la continuità didattica agli studenti e alle studentesse con disabilità e la situazione dei percorsi formativi ai sensi dell’articolo 6 e 7 del Decreto 71/2024. Un altro importante tema trattato è stato l’adozione della modalità informatizzata per la redazione dei Piani Educativi Individualizzati (PEI), strumento fondamentale per la personalizzazione dell’offerta formativa e il supporto specifico agli studenti con disabilità.

 Alla riunione ha partecipato anche la Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie (FISH), che attraverso le proprie rappresentanze all’interno dell’Osservatorio ha presentato alcune criticità, pervenute da molte famiglie, relative all’avvio dell’anno scolastico. Nonostante gli sviluppi positivi derivanti dall’applicazione del Decreto 32/2025, che ha avuto un impatto positivo nel garantire la continuità didattica, restano irrisolte alcune problematiche, in particolare per quanto riguarda l’effettiva implementazione delle misure di supporto agli studenti e alle studentesse con disabilità e alle loro famiglie.

 Nel corso del dibattito sono state avanzate diverse proposte operative per affrontare le problematiche emerse, tra cui l’implementazione di un percorso formativo dedicato per gli insegnanti di sostegno e una campagna più capillare di informazione riguardo la redazione dei PEI. Inoltre, per migliorare l’efficacia delle attività dell’Osservatorio, è stato richiesto di recepire ufficialmente il regolamento di funzionamento dell’organismo, di incrementare il numero degli incontri e di creare dei gruppi di lavoro tematici, che permettano di affrontare in modo puntuale e approfondito le problematiche legate all’inclusione scolastica.

 Il Ministro Valditara ha espresso il suo impegno a proseguire il lavoro congiunto con tutte le parti coinvolte, per garantire che la scuola sia davvero inclusiva per tutti e tutte.

 Inoltre la Legge 112/2016, universalmente nota come ‘Dopo di Noi’, rappresenta un pilastro essenziale nel sistema di welfare italiano, concepito per garantire misure di assistenza, cura e protezione in favore delle persone con disabilità grave prive di sostegno familiare o in previsione del venir meno di esso. L’obiettivo primario è sostenere soluzioni abitative innovative che promuovano la qualità della vita e l’inclusione sociale del disabile.

 La vicenda del signor Giuseppe, sfrattato a 91 anni insieme al figlio disabile, una storia recentemente riportata dal Corriere della Sera, squarcia il velo sull’urgenza sociale e le criticità irrisolte della Legge.

 Queste storie evidenziano come la promozione dell’autonomia abitativa e del modello di vita indipendente sia strettamente legata alla creazione di percorsi di sostegno all’autonomia (co-housing, gruppi appartamento) e agli investimenti infrastrutturali per l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’installazione di sistemi di teleassistenza.

 La transizione al ‘Dopo di Noi’ dovrebbe iniziare, infatti, in modo programmato e graduale già nel periodo ‘Durante Noi’, ma questo percorso è ostacolato da criticità sistemiche come la disomogeneità applicativa tra le diverse Regioni e Ambiti Territoriali e l’incertezza sui servizi. In molte aree, la definizione e la garanzia dei LEPS (Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali) restano incomplete o assenti, lasciando le famiglie in una situazione di profonda incertezza sui servizi a cui hanno diritto.

 “La Legge ‘Dopo di Noi’ è nata per rispondere alla paura di migliaia di famiglie italiane: cosa sarà dei nostri cari con disabilità grave quando non potremo più assisterli?”, sottolinea il presidente della Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie (FISH) Vincenzo Falabella: “A distanza di anni dalla sua entrata in vigore, pur riconoscendo il valore della norma, dobbiamo denunciare una frattura significativa tra il principio di diritto e la sua effettiva applicazione sul territorio. La storia del signor Giuseppe e di suo figlio ci ricorda che siamo ancora lontani dalla piena attuazione della Legge. Dobbiamo continuare a lavorare per questo obiettivo che è un dovere istituzionale e una promessa di civiltà”.

           

La FISH Calabria compie 30 anni: 18 ottobre le celebrazioni a Lamezia Terme

La FISH Calabria si prepara a celebrare un traguardo storico: 30 anni di attività sul territorio. Dalla sua fondazione, la Federazione regionale si è affermata come punto di riferimento cruciale e voce autorevole nelle politiche regionali sulla disabilità, promuovendo con costanza l’inclusione sociale e la piena attuazione dei diritti.

Per onorare questo significativo anniversario, sabato 18 ottobre a Lamezia Terme, la FISH Calabria ha organizzato una importante giornata di celebrazioni. L’evento sarà l’occasione non solo per celebrare i traguardi raggiunti in tre decenni di impegno, ma anche per prepararsi alle sfide del presente e del futuro nel campo dei diritti e dell’inclusione.

“Festeggiare il traguardo dei 30 anni di attività con il Congresso elettivo, che vedrà la partecipazione del presidente della FISH nazionale Vincenzo Falabella, è stata una scelta importante. Abbiamo voluto mettere al centro il desiderio di ritrovarsi in presenza e di rinnovare gli Organi Statutari che dovranno traghettare la nostra associazione verso il futuro”, dichiara la presidente della FISH Calabria, Annunziata Coppedè.

Il futuro della Federazione regionale si concentra su un rinnovato e proattivo impegno: portare la prospettiva delle persone con disabilità al centro di tutti i tavoli decisionali, della programmazione strategica e dei servizi essenziali della Regione. L’obiettivo primario resta l’adozione e l’applicazione capillare della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità da parte di tutti gli enti e associazioni calabresi.

“Celebriamo con grande orgoglio i 30 anni di instancabile impegno della FISH Calabria. La sede calabrese non è solo una nostra diramazione territoriale; è un modello di attivismo e competenza che ha saputo incidere profondamente sulle politiche regionali. Alla FISH Calabria i nostri migliori auguri. Il loro lavoro è un pilastro essenziale per il pieno riconoscimento della cittadinanza attiva di ogni persona con disabilità, in Calabria e in tutta l’Italia. Avanti con rinnovata forza!”, così il presidente della FISH nazionale Vincenzo Falabella.

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Inclusione scolastica: FISH chiede continuità didattica e formazione obbligatoria per gli insegnanti

Si è svolta nei giorni scorsi l’audizione della Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie (FISH) presso la VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione) della Camera dei deputati. I relatori per la FISH Vincenzo Falabella, presidente e Roberto Speziale, vicepresidente vicario hanno presentato la Memoria della Federazione nell’ambito dell’esame della proposta di legge C. 2303, recante l’introduzione della qualifica di ‘docente per l’inclusione’.

A oltre quarant’anni dall’introduzione, con la Legge 104 del 1992, dell’insegnante specializzato per il sostegno, il sistema italiano presenta criticità strutturali che compromettono gravemente la realizzazione effettiva del diritto all’inclusione scolastica. In particolare, ad oggi circa il 43% degli insegnanti di sostegno è privo di specializzazione specifica, e quindi non ha seguito percorsi formativi abilitanti e professionalizzanti per rispondere ai bisogni educativi degli alunni con disabilità, come ha dichiarato il presidente Falabella:

“Questa percentuale inaccettabile compromette seriamente la qualità dell’istruzione offerta ai nostri studenti e alle nostre studentesse con disabilità, L’introduzione di una figura professionale dedicata all’insegnamento di sostegno non può e non deve essere un contentino o un provvedimento spot, ma l’occasione per sanare le disfunzioni sistemiche che riguardano formazione, continuità e stabilità del personale”.

La Federazione, da decenni impegnata per un’istruzione di qualità, ha presentato una propria Proposta di Legge per la Continuità Didattica e la Formazione Specializzata sul Sostegno, che prevede in particolare l’istituzione di specifiche classi di concorso per il sostegno didattico; il riconoscimento della continuità didattica come elemento strutturale dell’inclusione; i criteri chiari e qualificanti per la nomina dei docenti specializzati; l’obbligo di formazione specifica in materia di inclusione anche per i docenti curricolari; la definizione chiara di ruolo e competenze degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione (ASACOM), figure essenziali per l’effettiva partecipazione scolastica, secondo l’affermazione di Roberto Speziale, vicepresidente vicario della FISH:

“Concordo pienamente con quanto dichiarato dal presidente Falabella, l’inclusione scolastica deve essere, prima di tutto e soprattutto una questione di qualità e non solo di quantità. Al centro ci devono essere sempre gli interessi delle bambine/i, alunne/i, studenti/esse con disabilità. Il primo soggetto che deve essere responsabilizzato è l’insegnante curriculare ma è anche necessario valorizzare ulteriormente la figura del docente specializzato sul sostegno e dell’assistente all’autonomia e comunicazione, se si vuole realmente che l’inclusione scolastica non rimanga un mero enunciato normativo”. “L’auspicio è che al più presto si approvi la proposta della FISH in ordine all’istituzione di specifiche classi di sostegno”.

Per questo la FISH esprime perplessità in merito agli emendamenti, presentati agli articoli 6 e 7 del Decreto-Legge 71/2024, i quali prevedono lo slittamento del termine dei corsi di specializzazione per insegnanti di sostegno erogati dall’INDIRE (Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa) fino a dicembre 2026.

Il Decreto 71/2024 stabilisce che fino al 31 dicembre 2025 la specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni e alle alunne con disabilità possa essere conseguita attraverso percorsi di formazione attivati da INDIRE, in modalità prevalentemente asincrona. Gli emendamenti in questione estenderebbero la validità di queste modalità di erogazione dei corsi fino al 31 dicembre 2026.

La FISH, pur comprendendo le difficoltà insite nell’apportare cambiamenti tempestivi e radicali a un sistema complesso come quello della formazione degli insegnanti di sostegno, invita i Senatori che hanno presentato gli emendamenti di ritirarli e ad aprire un confronto con la Federazione. La FISH, infatti, ribadisce con forza la necessità di lavorare per la creazione di un sistema scolastico veramente inclusivo, che garantisca una formazione adeguata e di alta qualità ai docenti.

La Federazione sottolinea che la formazione degli insegnanti di sostegno è un pilastro essenziale per assicurare un’istruzione di qualità per tutti e tutte, in grado di rispondere in modo efficace e competente alle esigenze degli studenti e delle studentesse con disabilità.

La FISH continuerà a lavorare per questi obiettivi con l’auspicio che il sistema scolastico evolva presto verso soluzioni che coniughino l’efficienza organizzativa, con l’indispensabile necessità di una formazione adeguata agli insegnanti di sostegno.

Fornitura di ausili e presidi per persone con disabilità: audizione della FISH al Ministero della Salute

Si è svolta lunedì 22 settembre l’audizione della Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie (FISH) presso la Sottocommissione costituita nell’ambito della Commissione nazionale per l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza (LEA) e la promozione dell’appropriatezza nel SSN del Ministero della Salute. I relatori per la FISH Michele Adamo, consigliere della Federazione e segretario nazionale dell’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (UILDM) e Giovanni Merlo, direttore di FISH Lombardia – Ledha (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), hanno presentato i risultati di un questionario somministrato alla rete associativa della Federazione, evidenziando le criticità nella fornitura di ausili e presidi per le persone con disabilità.

La fornitura di questi strumenti rientra nei LEA, l’insieme di prestazioni e servizi che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ha il dovere di garantire a tutti i cittadini. Nonostante ciò, i dati esposti dalla FISH svelano inefficienze sistemiche e oneri importanti a carico dei cittadini. Secondo l’indagine di ‘Confindustria Dispositivi Medici’ di ottobre 2023, infatti, il 50% dei pazienti attende oltre tre mesi per ricevere un ausilio e a questo si aggiunge anche un’inadeguata valutazione di adattabilità al domicilio, che viene effettuata solo nel 19% dei casi.

Le criticità si traducono anche in un impoverimento per le famiglie. Il 43,3%, infatti, delle persone con disabilità sostiene spese aggiuntive superiori al 10% del costo del dispositivo, superando talvolta la tariffa ufficiale. L’incidenza della spesa privata raggiunge, dunque, il 74,98% rispetto a quella pubblica, un chiaro indicatore dell’eccessivo carico finanziario sulle persone con disabilità e le loro famiglie.

Durante l’audizione, la FISH ha proposto una serie di soluzioni. Innanzitutto, è fondamentale estendere gli strumenti di valutazione previsti per i LEA anche al settore degli ausili e aumentare in modo strutturale gli investimenti pubblici. Questo deve essere accompagnato da azioni concrete per migliorare il sistema. In primis, armonizzare i tariffari regionali, eliminando le disparità territoriali e snellire le procedure burocratiche (prescrizione, autorizzazione ed erogazione) per i presidi monouso (come cateteri o ausili per stomia).

E’ necessario, inoltre, reintrodurre i codici di standardizzazione dei prodotti (ISO), nel nomenclatore tariffario, indispensabili per la rapida sostituzione e riparazione dei diversi componenti (come batterie e ruote). Infine, la Federazione ha sottolineato la necessità di un supporto e coinvolgimento costante delle famiglie e delle associazioni di rappresentanza nella definizione delle politiche sanitarie, per assicurare che le decisioni rispondano alle reali esigenze delle persone con disabilità.

Dall’associazionismo italiano un invito a non abbandonare Gaza

Attaccate mentre erano ferme in acque internazionali al largo dell’isola di Creta alcune barche della Global Sumus Flotilla, secondo le dichiarazioni in un video pubblicato sui suoi profili social di Maria Elena Delia, portavoce italiana della Global Sumud Flotilla: “Quello che è accaduto questa notte ha poche decine di miglia al largo di Creta è stata un episodio di una gravità intollerabile,.E dovrebbe essere intollerabile da parte di tutti e di tutte. Da parte del nostro governo, delle istituzioni, e di chiunque abbia un po’ di coscienza”.

Ed ha raccontato l’attacco: “Le nostre barche sono state attaccate da droni, colpite con sostanze urticanti e bombe sonore. I droni hanno volutamente danneggiato gli alberi. E danneggiare un albero di una barca a vela significa impedirle di muoversi o comunque crearle delle difficoltà nel movimento. Tutto questo è avvenuto nei confronti di barche che battono bandiera italiana, inglese e polacca. Questo significa che è come se l’Inghilterra, la Polonia e l’Italia fossero state attaccate, significa che qualcuno ha dichiarato guerra a questi tre stati. E allora mi aspetto l’indignazione di tutta la nostra politica, perché questo è stato un attacco all’Italia e agli italiani”.

Secondo quanto riportato sui social dagli attivisti della Global Sumud Flotilla, nelle ultime 24 ore, più di 15 droni hanno sorvolato ogni dieci minuti a bassa quota la nave Alma. I partecipanti alla missione hanno riferito di oggetti lanciati da droni o aerei su almeno 10 imbarcazioni. Non ci sono stati feriti, ma ‘i danni saranno valutati pienamente alla luce del giorno’.

Nel frattempo il CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti) ha espresso solidarietà alla Global Sumud Flotilla, oggetto di attacchi gravi e totalmente ingiustificati mentre le imbarcazioni della missione erano in acque internazionali: “Abbiamo sostenuto anche economicamente questa iniziativa di pace perché (dinanzi all’ignavia di governi e organismi internazionali) riteniamo che questa mobilitazione della società civile possa aiutare a smuovere le coscienze, a rompere quella cappa di impotenza che diventa sempre più soffocante dinanzi alle notizie e alle immagini dei morti e delle distruzioni continue.

E, forse, a portare a nuovi e più incisivi passi diplomatici per fermare il genocidio del popolo palestinese. Chiediamo ai governi e agli organismi internazionali di attivarsi per garantire la sicurezza della missione, che si muove nel più pieno rispetto della legalità internazionale”.

Inoltre il CNCA ha plaudito alla condanna dell’attacco espressa dal governo italiano e alla decisione dell’esecutivo di intervenire per garantire l’incolumità dei cittadini italiani impegnati nella missione. Dopo la grande manifestazione di lunedì, la gran parte delle cittadine e dei cittadini italiani ha dimostrato da che parte sta. E l’esecutivo ne ha preso atto, agendo di conseguenza. Il CNCA chiede con forza che quanto prima si possa arrivare a un cessate il fuoco e all’apertura di una trattativa di pace che riconosca il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio stato nelle terre che gli sono riconosciute a livello internazionale.

Anche la Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie (FISH_ETS) esprime preoccupazione per la drammatica situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, in particolare riguardo le persone con disabilità e le loro famiglie: “In questo scenario tragico, infatti, le barriere fisiche, ambientali e sociali rendono impossibile mettersi in salvo o accedere a un’assistenza di base. La distruzione delle infrastrutture, la mancanza di ausili e l’interruzione dei servizi sanitari condannano le persone con disabilità e le loro famiglie a una condizione di isolamento e di estrema vulnerabilità”.

La FISH continuerà a monitorare la situazione, promuovendo azioni di sensibilizzazione affinché la dignità e la protezione di tutte le persone colpite dal conflitto siano garantite: “In particolare, chiediamo corridoi umanitari sicuri e accessibili; l’accesso a cure mediche, ausili e supporto psicologico adeguati; il rispetto della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, anche nelle situazioni di conflitto.

Siamo solidali con la sofferenza delle vittime del conflitto e ci uniamo alla richiesta urgente di interventi umanitari che tengano conto dei diritti e delle necessità specifiche delle persone con disabilità e delle loro famiglie”.

Per questo la Rete AOI con FOCSIV sostiene la missione umanitaria non violenta della Global Sumud Flotilla (Sail to Gaza – Collective Action for Gaza), in coerenza con la priorità associativa di garantire sicurezza e aiuti alla popolazione civile nella Striscia di Gaza e la fine dell’occupazione militare israeliana, come ha dichiarato  dichiara la presidente Focsiv Ivana Borsotto:.

“Un’iniziativa civile forte e non simbolica, in risposta al genocidio, con l’obiettivo di rompere l’assedio disumano in corso contro il popolo palestinese e portare aiuti a Gaza. E’ fondamentale dare sostegno e voce alla Flotilla: non è solo testimonianza ma cittadinanza globale e impegno concreto per la pace, la giustizia, la dignità e la sacralità della vita umana”.

Quindi FOCSIV con AOI è solidale e vicina ai Patriarchi della Chiesa Cattolico Latina e Greco-Ortodossa a Gerusalemme e ai loro sacerdoti, suore e comunità che non intendono evacuare da Gaza City, denunciando ancora una volta il silenzio complice della comunità politica internazionale di fronte alle violazioni dei diritti e la volontà di colpire la popolazione civile di Gaza da parte di Israele, nell’intento dell’annessione totale della Striscia.

Anche Pax Christi Italia e Mosaico di Pace sostengono la Global Sumud Flotilla, divulgando una lettera inviata dalla ‘Flotilla’: “Gentilissimi, vi scrivo con urgenza a nome della Global Sumud Flotilla, che si trova attualmente in acque internazionali in missione umanitaria. La flottiglia trasporta esclusivamente aiuti umanitari e non rappresenta alcuna minaccia. Nonostante questo, nelle ultime ore le imbarcazioni sono state ripetutamente prese di mira da droni e ordigni, con attacchi che mettono in pericolo la vita di tutti i partecipanti…

Chiediamo con urgenza: un’immediata presa di posizione pubblica per condannare questi attacchi; la protezione dei partecipanti da parte delle istituzioni internazionali; la pressione diplomatica e politica sui responsabili per fermare queste azioni illegali. Se qualcuno dovesse essere ferito o ucciso, si tratterebbe di un ulteriore crimine di guerra da aggiungere alla lunga lista di violazioni già commesse. E’ fondamentale che governi, istituzioni e organizzazioni internazionali intervengano ora, prima che sia troppo tardi. Vi chiediamo di non rimanere in silenzio. Abbiamo bisogno della vostra voce, del vostro sostegno e della vostra azione immediata. Con urgenza e speranza”.

(Foto: Focsiv)

FISH: ‘Riformare ISEE per tutelare persone con disabilità e loro famiglie’

FISH ha presentato, in corso di audizione al tavolo ISEE, una memoria con alcune osservazioni al regolamento ISEE DPCM 159/2013, che denuncia gravi distorsioni nell’attuale disciplina dell’ISEE e propone una riforma strutturale per rendere questo strumento finalmente equo e aderente alla realtà. Secondo la federazione, nonostante le pronunce giurisprudenziali e gli interventi normativi degli ultimi anni abbiano chiarito che le prestazioni assistenziali legate alla disabilità non costituiscono reddito, queste continuano a influenzare negativamente l’indicatore economico attraverso la componente patrimoniale.

Pensioni di invalidità, indennità di accompagnamento o risarcimenti per danno biologico, una volta accreditati sui conti correnti, innalzano artificialmente la giacenza media. Si tratta di risorse destinate a compensare svantaggi strutturali, non ad arricchire chi le riceve, eppure il loro accumulo sui conti correnti innalza artificialmente l’indicatore, privando spesso i beneficiari di servizi essenziali.

FISH punta anche il dito contro una discriminazione ancora troppo sottovalutata. L’impossibilità, per i minori con disabilità, di accedere all’ISEE sociosanitario, riservato oggi soltanto agli adulti. Questa limitazione costringe intere famiglie a un calcolo meno vantaggioso, aggravando situazioni già complesse. A ciò si aggiunge una scala di equivalenza inadeguata. L’attuale maggiorazione di 0,5 non riflette il reale peso economico della disabilità, che comporta costi elevati e minori opportunità di reddito.

Le criticità non si fermano qui. La possibilità di utilizzare l’ISEE ristretto per l’Assegno Unico Universale, prevista dalla normativa, è spesso disattesa dall’INPS e da molti enti locali, che adottano interpretazioni restrittive. In questo modo, migliaia di persone si vedono riconosciuti importi ridotti o vengono escluse del tutto dalle prestazioni. Per superarle FISH chiede avanza proposte chiare. Escludere dal calcolo ISEE tutte le prestazioni connesse alla disabilità, estendere il nucleo ristretto anche ai minori, rivedere la scala di equivalenza per renderla più equa e allineare le prassi applicative alle disposizioni di legge.

“L’ISEE non può essere uno strumento che produce diseguaglianze. Chiediamo un intervento immediato e strutturale perché l’ISEE torni a essere uno strumento fedele alla realtà, capace di garantire uguaglianza sostanziale. Non è accettabile che risorse destinate a colmare svantaggi si trasformino in ostacoli per chi già affronta difficoltà quotidiane. Confidiamo in un dialogo costruttivo con le istituzioni per tradurre queste richieste in azioni concrete, restituendo dignità e diritti a migliaia di cittadini”. A dirlo il presidente FISH, Vincenzo Falabella.

Un giorno all’ospedale

Il tuo prossimo è un altro paziente esattamente come il Samaritano. storia breve triste. (Visita pagata all’ospedale di Lodi e il medico non si presenta; il sostituto è superficiale). Quando una persona ha delle gravi problematiche si aspetta che la sua persona venga rispettata. Spesso si illude che ci sia un Samaritano sulla sua strada Ma, come spesso accade, non è mai colui che si immagina.

Questa storia vuole mettere in luce non solo un disagio avvenuto ma anche come la carità si è nascosta negli angoli più oscuri della società, quelli dove la sofferenza batte e il dolore piange certe volte si dice che se non ci si aiuta da noi non si può risolvere niente e, a volte, è davvero così.

Rinchiusa in un bagno perché era l’unico posto disponibile, anche se condotta probabilità non era così visto che non è la prima volta che mi capita di andare all’ospedale, per stare al buio, solamente i pazienti si sono premurati viceversa lì al sicuro e di far capire al medico che mi trovavo in quel posto solo per la salute e che avrebbe dovuto farmi uscire. Anche al mio ritorno solo i pazienti si sono preoccupati per me e hanno fatto in modo che il volontario dell’Auser mi ritrovasse e mi portasse a casa di seguito il resto dell’avventura.

Il giorno 4 agosto 2025 alle ore 16:15 avevo un appuntamento prenotato con la libera professione. Sono arrivata addirittura in anticipo e il medico alle 16:00 era già uscito senza dare motivazioni. La visita costava 102 euro che l’ospedale ha incassato. Il volontario  dell’Auser ha parlato con quella  persona che stava al CUP, convincendola a chiamare qualcuno perché i soldi erano stati presi e quindi la visita doveva essere eseguita. La persona che ha svolto l’esame non è al momento riconoscibile perché non si è presentato ed ha timbrato utilizzando il timbro del suo collega Bonaccorsi che, come detto, era già uscito nonostante avesse una visita con me.

La firma apposta è illeggibile. La visita è stata rapida e non professionale: il sostituto di Bonaccorsi non mi ha voluta accompagnare per un lungo corridoio luminoso, nonostante fosse stato spiegato persino dagli altri pazienti in attesa che ero in un bagno al buio perché non posso vedere la luce per malattia genetica certificata e rara. Mi ha fatto percorrere un tratto completamente alla luce mentre cercavo di coprirmi gli occhi con un cartone, ma  qualche cosa dovevo sbirciare per non andare a sbattere. Lui era molto avanti rispetto sa me e mi invita a raggiungerlo.

La visita è stata effettuata con una parte  di tapparella abbassata ma comunque alla luce e i toni alti dell’esame audiometrico non sono stati effettuati.  Non è stato possibile spiegare esattamente la situazione a questa persona che ha detto di dover fare solamente l’esame e che dovevo parlare con  l’otorino.  

Questo medico è stato molto sgarbato nei modi di fare e frettoloso oltre che ribadisco, non rispettoso della mia disabilità perché anche al ritorno mi ha fatto uscire senza accompagnamento e, se non ci fosse stata una signora anziana, non avrei potuto raggiungere il bagno dove mi avevano messa per stare al buio in attesa che tornasse da me il volontario dell’Auser per tornare a casa. Ora io mi chiedo: si vedono in giro molti altri articoli che parlano male della sanità pubblica, a volte si strizza l’occhio al fatto che sia un problema legato allo sfruttamento della sanità a pagamento.

Tuttavia, io mi trovo qui a dichiarare il contrario: anche chi paga può non avere un servizio o non averlo completo, ma deve comunque sganciare soldi senza rimborso, senza scuse da parte dell’ospedale e, soprattutto, senza un trattamento educato.

Tante volte un gesto, la compressione, una parola gentile vengono da persone  inaspettate, mentre  chi dovrebbe fornire servizi che, in particolar modo, dovrebbero dare assistenza ai sofferenti non si dà troppa pena. Qualcosa nella società va cambiato. Vanno ricordati e recuperati  il rispetto e l’amore dovuti ai pazienti da parte di chi se ne occupa.

Mi sento fortunata ad avere trovato diversi samaritani sulla mia strada anche se, purtroppo, hanno potuto fare poco per aiutarmi. Non li conosco ma li ringrazio anche se non posso  inserire i loro nomi. Saper riconoscere il proprio prossimo e agire nei suoi confronti in modo premuroso e gentile dimostra un animo caritatevole disposto a superare e accompagnare il dolore altrui nonostante si abbia già il proprio.

La società  non è del tutto marcia, ci sono ancora mele buone nel cestino anche se è difficile saperle cogliere. Concludiamo quindi con una punta di amarezza e un poco di speranza per quei pochi Samaritani ancora in circolazione e un grazie che a loro è davvero dovuto.

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