Papa ai disabili: la Chiesa è casa vostra

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La Giornata internazionale delle persone con disabilità è stata proclamata nel 1981 con lo scopo di promuovere i diritti e il benessere dei disabili. Dopo decenni di lavoro delle Nazioni Unite, la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, adottata nel 2006, ha ulteriormente promosso i diritti e il benessere delle persone con disabilità, ribadendo il principio di uguaglianza e la necessità di garantire loro la piena ed effettiva partecipazione alla sfera politica, sociale, economica e culturale della società.

La Convenzione invita gli Stati ad adottare le misure necessarie per identificare ed eliminare tutti quegli ostacoli che limitano il rispetto di questi diritti imprescindibili.  La Convenzione (Articolo 9, accessibilità) si focalizza sulla necessità di condizioni che consentano alle persone con disabilità di vivere in modo indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita e dello sviluppo.

Sensibilizzare l’opinione pubblica al fine di favorire l’integrazione e l’inclusione delle persone con disabilità permetterebbe un processo rapido verso uno sviluppo inclusivo e sostenibile, in grado di promuovere una società resiliente per tutti attraverso l’eliminazione della disparità di genere, il potenziamento dei servizi educativi e sanitari e in definitiva, l’inclusione sociale, economica e politica di ogni cittadino.

Infatti le persone con disabilità, risentono maggiormente delle carenze sanitarie, hanno minore accesso all’istruzione, minori opportunità economiche e tassi di povertà più alti rispetto alle persone senza disabilità. Ciò è in gran parte dovuto carenza di servizi, alle limitazioni nell’accesso alle tecnologie d’informazione, alla giustizia e ai trasporti. Senza considerare i molti ostacoli che devono affrontare quotidianamente.

E per questa ricorrenza papa Francesco ha inviato un messaggio, ‘Voi siete miei amici’, anche con la traduzione in LIS, il linguaggio dei segni, per sottolineare che Gesù ama con infinito amore, come ha scritto nell’Esortazione postsinodale ‘Christus vivit’:

“Le sue parole giungono fino a noi e illuminano il mistero del nostro legame con Lui e della nostra appartenenza alla Chiesa… Noi cristiani abbiamo ricevuto un dono: l’accesso al cuore di Gesù e all’amicizia con Lui. E’ un privilegio che abbiamo avuto in sorte e che diventa la nostra chiamata: la nostra vocazione è essere amici suoi!”

Papa Francesco sottolinea che l’amicizia di Gesù aiuta a vivere: “Avere Gesù per amico è la più grande delle consolazioni e può fare di ognuno di noi un discepolo grato, gioioso e capace di testimoniare come la propria fragilità non sia un ostacolo per vivere e comunicare il Vangelo. L’amicizia fiduciosa e personale con Gesù può essere, infatti, la chiave spirituale per accettare il limite che tutti sperimentiamo e vivere in maniera riconciliata la propria condizione”.

E’ un invito a considerare la Chiesa come ‘casa’: “La Chiesa, infatti, è la vostra casa! Noi, tutti insieme, siamo Chiesa perché Gesù ha scelto di essere nostro amico… Per questo anche ognuno di voi è chiamato a portare il proprio contributo al percorso sinodale. Sono convinto che, se esso sarà davvero ‘un processo ecclesiale partecipato e inclusivo’, la comunità ecclesiale ne uscirà realmente arricchita”.

E non nasconde la discriminazione verso i disabili: “La discriminazione è ancora troppo presente a vari livelli della vita sociale; essa si nutre di pregiudizi, di ignoranza e di una cultura che fatica a comprendere il valore inestimabile di ogni persona.

In particolare, considerare ancora la disabilità, che è il risultato dell’interazione tra le barriere sociali e i limiti di ciascuno, come se fosse una malattia, contribuisce a mantenere separate le vostre esistenze e ad alimentare lo stigma nei vostri confronti”.

Per quanto riguarda la Chiesa il papa ha chiesto di non discriminare i disabili per quanto riguarda i sacramenti: “Il Magistero è molto chiaro in merito e, di recente, il Direttorio per la Catechesi ha affermato in maniera esplicita che ‘nessuno può rifiutare i Sacramenti alle persone con disabilità’.

Di fronte alle discriminazioni, è proprio l’amicizia di Gesù, che tutti riceviamo come dono immeritato, che ci riscatta e ci permette di vivere le differenze come ricchezza. Egli, infatti, non ci chiama servi, donne e uomini dalla dignità dimezzata, ma amici: confidenti degni di conoscere tutto ciò che Egli ha ricevuto dal Padre”.

Nel messaggio il papa sottolinea che il Vangelo è per tutti: “I Vangeli ci narrano che, quando alcune persone con disabilità hanno incontrato Gesù, la loro vita è profondamente cambiata e hanno iniziato ad essere suoi testimoni. E’ il caso, ad esempio, dell’uomo cieco dalla nascita che, guarito da Gesù, afferma con coraggio davanti a tutti che Lui è un profeta; e molti altri proclamano con gioia ciò che il Signore ha fatto per loro”.

Il messaggio si conclude con un invito alla preghiera: “So che alcuni tra voi vivono condizioni di estrema fragilità. Ma vorrei rivolgermi proprio a voi, magari chiedendo, dove ce ne fosse la necessità, ai vostri familiari o a chi vi è più vicino di leggere queste mie parole o trasmettere questo mio appello, e chiedervi di pregare…

Nella preghiera c’è una missione accessibile ad ognuno e ve la vorrei affidare in maniera speciale. Non c’è nessuno così fragile da non poter pregare, adorare il Signore, dare gloria al suo Nome santo e intercedere per la salvezza del mondo. Di fronte all’Onnipotente ci scopriamo tutti uguali”.

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