Da Taranto continua l’impegno sociale dei cattolici
Ieri con la Messa celebrata dal card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della CEI, si è conclusa a Taranto la 49ª Settimana Sociale dei cattolici italiani, che ha riunito oltre 700 delegate e delegati provenienti da tutta Italia insieme ad un centinaio di Vescovi, sacerdoti e religiosi, laici, rappresentanti delle Istituzioni, del mondo della politica e della cultura per riflettere sul tema ‘Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso’.
La Settimana Sociale di Taranto non è stata ‘un convegno, ma una piattaforma di partenza per dare speranza e avviare dei processi’, ha ricordato il card. Bassetti evidenziando quanto sia decisivo ‘l’apporto dei cattolici per affrontare le crisi’ e in particolare il contributo dei giovani che ‘possono aiutare il mondo a rimettere la fraternità al centro dell’economia’.
Proprio a loro, che a Taranto hanno lanciato e firmato il Manifesto dell’Alleanza, il presidente della CEI ha chiesto di “sognare e costruire, con l’aiuto di Dio, una Chiesa gioiosa, perché umile e disinteressata; una Chiesa a contatto con gli uomini e le loro storie; una Chiesa che si rigenera nell’ottica della carità”.
A Taranto sono tanti i semi gettati durante le giornate di Taranto, raccontate da testate nazionali, locali e diocesane: 160 i giornalisti di carta stampata, web, radio e tv accreditati all’evento e sono state anche un evento social: tutte le sessioni sono state trasmesse in streaming sui canali ufficiali della CEI con circa 50.000 visualizzazioni sulla pagina Facebook e 10.000 su YouTube; 125.000 i contatti sulla pagina Facebook delle Settimane Sociali e oltre 90.000 le visualizzazioni su Twitter.
Mons. Filippo Santoro, arcivescovo della città e presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali, ha ringraziato i partecipanti, invitandoli ad essere ‘sentinelle’: “Ora dobbiamo dare un contributo concreto, di essere noi stessi una risposta, perché non ci capiti che il nostro lavoro vada a sommarsi alle maree di opinioni e che non si traduca in cura paziente e amorosa per la nostra terra.
Taranto rimane una realtà graffiante, che ci costringe ad essere sentinelle, che immette dentro di noi un’inquietudine, una scomodità perché veniamo sospinti verso l’incudine e il martello della scelta fra salute e lavoro, con il racconto ingeneroso del profitto che decide sulla salute, sulla vita dei tarantini”.
E dopo aver avanzato alcune proposte all’Italia ed all’Europa mons. Santoro ha chiesto ai giovani di non far morire la speranza: “Ai giovani dico di coltivare la speranza così come la vostra fede e di specchiarvi negli occhi di Gesù: è Gesù il buon samaritano.
Nella parabola del buon samaritano ognuno può rivedere sé stesso che nelle diverse situazioni della vita incappa nei briganti, perdendo la sicurezza della salute, dei beni.
Qui a Taranto ci lasciamo con due segni l’uno già visibile, l’altro un sogno già in progress! Il primo è quello dei 50 platani piantati nel Rione Salinella, il secondo il progetto ‘prendi il largo’, con la costituzione della società benefit Il Guscio della comunità della parrocchia cattedrale San Cataldo di Taranto vecchia. Vogliamo aiutare i giovani pescatori a trasformare i gusci dei mitili in nuove materie prime”.
Nella celebrazione conclusiva il card. Bassetti ha esortato a costruire una Chiesa vicina alla gente, raccontando questi giorni: “In questi giorni, abbiamo compreso ancor di più la complessità dei problemi, ma anche segnalato quei modelli praticabili, quelle buone pratiche, che producono soluzioni.
Soprattutto, e grazie al Magistero sociale della Chiesa e alle due encicliche ‘Laudato sì’ e ‘Fratelli tutti’, abbiamo capito che non si può scindere l’essere cristiani dal rispetto per il Creato; non si può pensare di seguire il Vangelo, se non custodendo la nostra terra; non si può far finta che l’economia vada per conto proprio, mentre la vita di fede è un’altra cosa”.
Ed ai giovani ha chiesto di costruire una Chiesa ‘gioiosa’: “Cari giovani, sognate e costruite, con l’aiuto di Dio, una Chiesa gioiosa, perché umile e disinteressata; una Chiesa a contatto con gli uomini e le loro storie; una Chiesa che si rigenera nell’ottica della carità.
Insieme, maturiamo la consapevolezza che siamo tutti fratelli e che, senza di essa, l’economia si trasforma in interesse privato e prevaricazione. Perché si possano trovare soluzioni praticabili alle emergenze ambientali e sociali, è necessario l’aiuto non solo dei cattolici, ma di tutti”.
Ad aprire le riflessioni era stata la biblista Rosanna Virgili ha invitato a custodire la vita di relazione: “La voce di Dio ad Adam risuona per tutti i battezzati: la responsabilità di coltivare e custodire i nostri Paesi ‘insieme’ come suggerisce anche il neo-avvio del Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia e come mostra con evidenza quanto anima questa nostra bellissima Settimana Sociale.
Si tratta di rendere possibile il concorso di tutti i battezzati nella responsabilità di scelte e decisioni necessarie. E’ ora che tutti i credenti si mettano in piena collaborazione di fraternità dentro e fuori la Chiesa, perché le steppe che fanno presto a ricrescere nel mondo, siano arate, innaffiate e trasformate in più colorati e creativi giardini”.
(Foto: Settimane Sociali)