CNCA: il PNRR è un’occasione per un nuovo modello di società

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Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è un’occasione straordinaria non solo per l’economia e le riforme di sistema, ma ancor più per definire e realizzare un nuovo modello di società; in questo contesto, il terzo settore può essere il protagonista di un’economia solidale e attenta all’ambiente: è questo il messaggio che arriva dall’assemblea nazionale del CNCA, intitolata ‘Piano nazionale di ripresa e resilienza. Come farne una occasione per un futuro più giusto. Economia sociale, terzo settore, diritti’, svoltasi a fine giugno con Fabrizio Barca, Carlo Borgomeo, Diego Dutto, Lella Palladino, Linda Laura Sabbadini, Alessandro Rosina.

Il presidente del CNCA, Riccardo De Facci, ha invitato a sognare: “Dopo oltre un anno segnato dalla fatica e dalla vulnerabilità originate dalla pandemia e dal lavoro straordinario fatto per continuare a stare a fianco di chi è più debole, ci siamo ritrovati di nuovo in presenza per immaginare una prospettiva per il paese, ma anche per le organizzazioni del terzo settore. E’ il tempo per sognare il futuro, non per ripiegarsi nelle proprie difficoltà.

La direzione da percorrere, per noi, è chiara da diversi anni: le organizzazioni di terzo settore possono essere le protagoniste di un cambiamento radicale, In cui finalmente i diritti sociali, la qualità della vita delle persone, i bisogni delle comunità territoriali e, con essi, la salvaguardia dell’ambiente naturale diventano i cardini della vita economica e sociale”.

Secondo il presidente del CNCA occorre il coinvolgimento delle organizzazioni sociali, che “deve essere un elemento strutturale della ripresa, soprattutto in ambiti come quelli dell’integrazione socio-sanitaria, la non autosufficienza, la comunità educativa. Un esempio per essere chiari.

L’epidemia di Covid ha reso evidente la necessità di una struttura territoriale per assicurare la salute della comunità, nel senso più ampio del termine. Dovrebbero nascere le Case della comunità, in cui integrare finalmente interventi sociali e interventi sanitari. Ma c’è già chi preferirebbe puntare sulle Case della salute, in cui sarebbero preponderanti gli aspetti sanitari. Sarebbe un’occasione persa”.

Per questo De Facci ha chiesto che il Piano nazionale di ripresa e resilienza punti sui giovani: “L’evidenza che se il PNRR non parte dai giovani, dalla valorizzazione del loro apporto e dalla creazione di opportunità per i loro progetti, non potrà che fallire;

la necessità di aver presente la differenza di genere negli interventi, incidendo in modo significativo su tutti i contesti e situazioni che limitano il protagonismo femminile; la priorità da dare alla riduzione delle disuguaglianze tra Nord e Sud, centro e periferia, aree interne e aree più popolate e sviluppate.

A queste condizioni, il PNRR può essere davvero il terreno di sviluppo di una nuova economia sociale, capace di progettazioni generative”.

In occasione dell’Assemblea sono stati presentati anche due documenti. Il primo, intitolato ‘Luce nelle ferite. Viaggio in una terra che si è scoperta fragile’, promosso dal CNCA su iniziativa del CNCA Lombardia, nasce da una riflessione, cominciata dagli operatori sociali lombardi, sulle vicende personali e gli impatti sulle organizzazioni sociali legati all’epidemia di Covid, che ha colpito la Lombardia più di qualsiasi altra regione: come ha dichiarato Paolo Cattaneo, presidente del CNCA Lombardia:

“Ci siamo posti diverse questioni, come stiamo personalmente; cosa stiamo imparando che ci piacerebbe non perdere e cosa invece ci ha generato amarezza; quali prospettive e differenze per il lavoro sociale ha generato la pandemia; quale ruolo politico devono assumere le nostre organizzazioni e il CNCA nel rapporto con le istituzioni. ‘Luce nelle ferite’ affronta tutto questo con un linguaggio femminile, generativo, inclusivo, poetico, che usa immagini e metafore”.

Morena e Diego, ex ospiti del Centro Diurno raccontano l’esperienza di ‘Pausa Caffè’, trasmissione radio andata in onda ogni giovedì durante il lockdown (e proseguita fino all’estate) di cui sono stati co-conduttori: “Eravamo in lockdown quando abbiamo iniziato a fare radio per ‘tenerci tutti insieme’.

Il programma in onda su Share Radio si chiamava ‘Pausa Caffè’ ed è durato all’incirca tutto il periodo della quarantena andato avanti fino alla fine dell’estate. E’ stato un modo molto divertente per stare insieme e per ottenere la stessa aggregazione che abbiamo avuto fino a che, causa Covid, abbiamo dovuto dividerci e restare ognuno nelle proprie case.

Se posso testimoniare. è stata un’iniziativa importante in quel periodo che per noi è stato particolarmente difficile: dovevamo rimanere lontano dal centro e di punto in bianco starcene nella nostra cameretta.

‘Pausa Caffè’ ci ha molto aiutato ad andare avanti quotidianamente, è stata una ‘roba’ che ogni settimana ci permetteva di avere degli spunti di riflessione dall’équipe del Centro diurno che ci aiutavano a riflettere su noi stessi e poi raccontarci attraverso la radio.

Un gran divertimento è stato preparare le sigle per le varie rubriche che abbiamo inserito nel programma, ad esempio la mia rubrica dei film. Tutte le settimane c’era poi la riunione della redazione in cui si decideva cosa fare ma era soprattutto un bellissimo momento di aggregazione in un periodo in cui era molto difficile stare insieme”.

Le stesse questioni hanno portato il CNCA Lombardia a promuovere anche un altro percorso, conclusosi con il documento ‘La cura nella pandemia. Dossier CNCA Lombardia 2020’, che presenta le ‘storie della pandemia’, cioè le esperienze vissute da diverse organizzazioni della federazione regionale, ‘tra responsabilità e disobbedienza civile’, per affrontare l’emergenza Covid nelle proprie strutture.

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