L’Azione Cattolica pensa all’Italia

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Domenica scorsa si è conclusa la XVII assemblea nazionale dell’Azione Cattolica, che ha eletto il nuovo Consiglio nazionale, così composto: per il Settore Adulti: Massimiliano Bossio, Francesco Carrozzo, Nicola De Santis, Paola Fratini, Renato Meli, Paola Panzani, Angela Paparella; per il Settore Giovani: Matteo Benedetto, Alice Bianchi, Maria Chiara Carrozza, Emanuela Gitto, Tommaso Sereni, Giuditta Torrini, Lorenzo Zardi; per l’Azione cattolica ragazzi: Claudia D’Angelo, Claudia D’Antoni, Emanuele Lovato, Alberto Macchiavello, Giuseppe Telesca, Maurizio Tibaldi, Marta Zambon.

Ed a conclusione del percorso assembleare l’associazione ha inviato un messaggio alla Chiesa e al Paese, in cui parole come solidarietà, fraternità, desiderio di bene, verità di giustizia, sono quelle che dovrebbero essere parte essenziale della vita sociale. Ma il primo pensiero è dedicato al magistero di papa Francesco:

“Il primo pensiero che come Assemblea desideriamo rivolgere all’Italia tutta, e alla Chiesa che è nel nostro Paese, riguarda proprio il tempo che stiamo vivendo. Speriamo che a breve la fase più critica dell’emergenza sanitaria sarà superata e ci auguriamo di poter vivere una stagione di nuova primavera.

Sappiamo però che la pandemia non potrà essere archiviata come una parentesi della storia. Piuttosto, ne rappresenta una cesura: un momento di svolta che accelera ulteriormente quel ‘cambiamento d’epoca’ di cui papa Francesco aveva parlato già nel 2015 al Convegno ecclesiale di Firenze”.

E proprio papa Francesco con l’enciclica ‘Evangelii Gaudium’ ha fornito un nuovo linguaggio per comprendere il mondo: “Negli ultimi mesi abbiamo imparato ad accompagnarci con empatia e discrezione, a incoraggiarci con le parole e l’ascolto reciproco, a custodirci nella preghiera e nella condivisione.

Siamo stati segnati da tante ferite ma abbiamo anche riscoperto le dimensioni della cura, della resilienza, della creatività. Ci ritroviamo con meno certezze e con tante domande sulle quali, insieme, vogliamo continuare a sostare. L’incertezza dell’ultimo anno ha forse suscitato anche una ricerca di senso più acuta e urgente”.

E proprio il papa, criticato strumentalmente, è stato la guida di questo quadriennio: “Il suo magistero ci ha guidato nel quadriennio appena concluso, e ci spinge a camminare con decisione verso la nuova frontiera di una fraternità universale.

Davanti a tanti attacchi scomposti e strumentali, ribadiamo con forza: l’Ac sta con Papa Francesco! Insieme al Pontefice osiamo sognare un mondo diverso, una società più umana, una Chiesa più fraterna: è questa la nostra promessa d’impegno per i prossimi anni”.

E’ stato un tempo in cui l’associazione con le sue diramazioni parrocchiali è stata vicina alla gente: “Nei momenti più difficili dell’emergenza sanitaria, ci siamo appoggiati ai valori più semplici e profondi della nostra umanità: l’attenzione agli altri, la solidarietà reciproca, la generosità gratuita.

Da questi stessi valori dovremo ripartire per far fronte alle varie sfide che attendono l’Italia nel futuro prossimo. Con la pandemia sono aumentati i nuovi poveri (+12,7%, secondo il Rapporto Caritas dell’ottobre 2020), in conseguenza della crisi economica che ha inevitabilmente colpito molte attività. I

ragazzi e gli adolescenti hanno sofferto per la chiusura delle scuole, tanti giovani hanno perso il lavoro o temono di non riuscire a trovarlo. Le famiglie hanno dovuto fare grandi sforzi per sostenere i propri membri più fragili, tra cui gli anziani soli o malati , e le persone disabili”.

Per questo l’Azione Cattolica ha chiesto una risposta operosa: “Questo è il tempo di pensare il futuro dell’Italia con uno sguardo inclusivo e con una visione di lungo periodo. Sarà importante mettere al centro l’impegno per l’educazione delle giovani generazioni.

Bisognerà investire per creare occasioni di sviluppo e lavoro, e riflettere su come promuovere un’economia che non crei dinamiche di scarto e di esclusione. Occorrerà prendere sul serio la sfida della cura del creato nella logica dell’ecologia integrale.

Non potrà esserci futuro senza la pace: per costruirla occorre un grande lavoro educativo, a tutti i livelli, oltre a scelte concrete come la riduzione delle spese nella fabbricazione di armi”.

E lo sguardo si apre al Mediterraneo: “Vogliamo continuare a rivolgere il nostro sguardo al Mediterraneo, dove ancora negli ultimi giorni sono avvenute tragedie imperdonabili: tutto ciò che è umano ci riguarda e ci impegniamo a non ignorare mai le sofferenze di ogni nostro fratello e di ogni nostra sorella…

La cura di ciò che ci accomuna, del Bene di noi tutti, ci incoraggia a guardare con fiducia e Speranza a questa fase di ricostruzione intrapresa dal Paese… Da ‘giardinieri’, ci impegniamo ad offrire il nostro contributo custodendo con mitezza i ‘semi’ che, in profondità, trasformano la nostra storia”.

(Foto: Azione Cattolica Italiana)

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