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Papa Francesco invita a lasciarsi sorprendere da Dio

“Il Papa San Paolo VI volle che il primo giorno dell’anno diventasse la Giornata Mondiale della Pace. Quest’anno essa si caratterizza, a motivo del Giubileo, per un tema peculiare: quello della remissione dei debiti. Il primo a rimettere i debiti è Dio, come sempre gli chiediamo pregando il ‘Padre nostro’, riferendoci ai nostri peccati e impegnandoci a perdonare a nostra volta chi ci ha offeso. E il Giubileo chiede di tradurre questa remissione sul piano sociale, perché nessuna persona, nessuna famiglia, nessun popolo sia schiacciato dai debiti. Incoraggio pertanto i Governanti dei Paesi di tradizione cristiana a dare buon esempio, cancellando o riducendo quanto più possibile i debiti dei Paesi più poveri”.
Al termine della recita dell’Angelus del primo giorno dell’anno papa Francesco ha sottolineato il problema del debito, ringraziando coloro che si impegnano per la pace nei luoghi di guerra: “Ringrazio per tutte le iniziative di preghiera e impegno per la pace promosse in ogni parte del mondo dalle comunità diocesane e parrocchiali, da associazioni, movimenti e gruppi ecclesiali, come la Marcia nazionale per la pace che si è svolta ieri a Pesaro. E saluto i partecipanti alla manifestazione ‘Pace in tutte le terre’ organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio in diversi Paesi. Saluto la Comunità di Sant’Egidio, che è lì.
Esprimo il mio grato apprezzamento a tutti coloro che nelle tante aree di conflitto lavorano per il dialogo e per i negoziati. Preghiamo perché su ogni fronte cessino i combattimenti e si punti decisamente alla pace e alla riconciliazione. Penso alla martoriata Ucraina, a Gaza, a Israele, al Myanmar, al Kivu e a tanti popoli in guerra. Ho visto nel programma ‘A Sua Immagine’ filmati e fotografie della distruzione che fa la guerra. Fratelli, sorelle, la guerra distrugge, distrugge sempre! La guerra è sempre una sconfitta, sempre”.
Mentre prima della recita dell’Angelus papa Francesco ha raccontato la ‘sorpresa’ natalizia: “La sorpresa e la gioia del Natale continuano nel Vangelo della liturgia di oggi, che narra l’arrivo dei pastori alla grotta di Betlemme. Dopo l’annuncio degli angeli, infatti, essi ‘andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il Bambino, adagiato nella mangiatoia’.
Questo incontro riempie tutti di stupore, perché i pastori ‘riferirono ciò che del bambino era stato detto loro’: il nuovo nato è il ‘salvatore’, il ‘Cristo’, il ‘Signore’! Riflettiamo su quello che i pastori hanno visto a Betlemme, il bambino, e anche su quello che non hanno visto, cioè il cuore di Maria, che serbava e meditava tutti questi fatti”.
Ed ha indicato il cuore di Maria come un esempio di speranza: “Al neonato Messia, che manifesta la misericordia del Padre, corrisponde il cuore di Maria, la Vergine Madre. Questo cuore è l’orecchio che ha ascoltato l’annuncio dell’Arcangelo; questo cuore è la mano di sposa data a Giuseppe; questo cuore è l’abbraccio che ha avvolto Elisabetta nella sua vecchiaia. Nel cuore di Maria, nostra Madre, batte la speranza; batte la speranza della redenzione e della salvezza per ogni creatura”.
Al termine un pensiero per le mamme: “Le mamme! Le mamme hanno sempre a cuore i loro figli. Oggi, in questo primo giorno dell’anno, dedicato alla pace, pensiamo a tutte le mamme che gioiscono in cuor loro, e a tutte le mamme che hanno il cuore pieno di dolore, perché i loro figli sono stati portati via dalla violenza, dalla superbia, dall’odio. Quanto è bella la pace! E quanto è disumana la guerra, che spezza il cuore delle mamme!”
Nella celebrazione eucaristica il papa ha ricordato il mistero di Dio fatto uomo, in quanto ‘nato da donna’: “Nato da donna. Questa espressione anzitutto ci riconduce al Natale: Il Verbo si è fatto carne. L’Apostolo Paolo specifica che è nato da donna, sente quasi la necessità di ricordarci che Dio si è fatto veramente uomo attraverso un grembo umano”.
E’ stato un invito a non immaginarsi Dio: “C’è una tentazione, che affascina oggi tante persone ma che può sedurre anche tanti cristiani: immaginare o fabbricarci un Dio ‘astratto’, collegato a una vaga idea religiosa, a qualche buona emozione passeggera. Invece, è concreto, è umano: è nato da donna, ha un volto e un nome, e ci chiama ad avere una relazione con Lui.
Cristo Gesù, il nostro Salvatore, è nato da donna; ha carne e sangue; viene dal seno del Padre, ma si incarna nel grembo della Vergine Maria; viene dall’alto dei cieli ma abita le profondità della terra; è il Figlio di Dio, ma si è fatto Figlio dell’uomo. Egli, immagine del Dio Onnipotente, è venuto nella debolezza; e pur essendo senza macchia, ‘Dio lo fece peccato in nostro favore’. E’ nato da donna ed è uno di noi. Proprio per questo Egli può salvarci”.
Tale nascita narra l’umanità di Cristo: “Quest’espressione ci parla anche dell’umanità del Cristo, per dirci che Egli si svela nella fragilità della carne. Se è disceso nel grembo di una donna, nascendo come tutte le creature, ecco che Egli si mostra nella fragilità di un Bambino.
Per questo i pastori andando a vedere con i loro occhi quanto l’Angelo ha loro annunciato, non trovano segni straordinari o manifestazioni grandiose, ma ‘trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia’. Trovano un neonato inerme, fragile, bisognoso delle cure della mamma, bisognoso di fasce e di latte, di carezze e di amore”.
Citando san Luigi Maria Grignion de Montfort il papa ha sottolineato che Dio scelse di farsi ‘bambino’: “E così in tutta la vita di Gesù possiamo vedere questa scelta di Dio, la scelta della piccolezza e del nascondimento; Egli non cederà mai al fascino del potere divino per compiere grandi segni e imporsi sugli altri come gli aveva suggerito il diavolo, ma svelerà l’amore di Dio nella bellezza della sua umanità, abitando tra noi, condividendo la vita ordinaria fatta di fatiche e di sogni, mostrando compassione per le sofferenze del corpo e dello spirito, aprendo gli occhi dei ciechi e rinfrancando gli smarriti di cuore.
Compassione. I tre atteggiamenti di Dio sono misericordia, vicinanza e compassione. Dio si fa vicino e misericordioso e compassionevole. Non dimentichiamo questo. Gesù ci mostra Dio attraverso la sua umanità fragile, che si prende cura dei fragili”.
E’ stato un invito ad affidare questo nuovo anno alla Madonna: “Questo nuovo anno che si apre, affidiamolo a Maria, Madre di Dio, perché anche noi impariamo come Lei a trovare la grandezza di Dio nella piccolezza della vita; perché impariamo a prenderci cura di ogni creatura nata da donna, anzitutto custodendo il dono prezioso della vita, come fa Maria: la vita nel grembo materno, quella dei bambini, quella di chi soffre, la vita dei poveri, la vita degli anziani, di chi è solo, di chi è morente”.
E’ stato un invito a lasciarsi sorprendere da questa ‘novità’ divina: “Maria, Madre di Dio e Madre nostra, ci attende proprio lì nel presepe. Anche a noi mostra, come ai pastori, il Dio che ci sorprende sempre, che non viene nello splendore dei cieli, ma nella piccolezza di una mangiatoia. Affidiamo a lei questo nuovo anno giubilare, consegniamo a Lei le domande, le preoccupazioni, le sofferenze, le gioie e tutto ciò che portiamo nel cuore. Lei è mamma, lei è madre! Affidiamo a Lei il mondo intero, perché rinasca la speranza, perché finalmente germogli la pace per tutti i popoli della Terra”.
(Foto: Santa Sede)
Per una visione antropocentrica dell’Intelligenza Artificiale

Risulta essere sempre più impattante l’Intelligenza Artificiale sulla quotidianità di ciascuno; che lo faccia in maniera diretta o trasversalmente, sta cambiando inevitabilmente il mondo e le relazioni rispetto a come lo abbiamo conosciuto fino ad ora. Ciò accade soprattutto a seguito dello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale Generativa, con la capacità, oltre che di auto-apprendere, di produrre contenuti complessi che imitano sempre più la creatività umana.
Trova sempre maggiore applicazione, in diversi ambiti, la così detta GenAI, ad esempio in ambito clinico per una maggiore accuratezza delle diagnosi, in campo farmacologico per rendere più tempestiva la progettazione e lo sviluppo di nuove terapie, per aumentare l’accuratezza dei sistemi di identificazione facciale, contrastare le frodi e tanto altro.
A fronte di questo incremento e sviluppo positivo dell’Intelligenza Artificiale, sono cospicui gli investimenti delle grandi imprese, che vi vedono giustamente una fonte di affari. Basti pensare che per gli investimenti globali sull’Intelligenza Artificiale, il Fondo Monetario Internazionale prevede una costante e significativa progressione: circa 300 miliardi di dollari per il 2024, fino a 1847 miliardi di dollari per il 2030, mentre il McKinsey Global Institute stima addirittura che il potenziale economico dell’Intelligenza Artificiale potrebbe raggiungere cifre fino a 4,4 trilioni di dollari ogni anno.
E’ chiaro, pertanto, che questo modo di procedere nella “privatizzazione” in poche mani di tali mezzi, tenderà a concentrare il potere dell’Intelligenza Artificiale sempre più nelle mani dei grandi investitori, correndo il rischio che, questi ultimi, indirizzino e sviluppino la tecnologia con il solo fine di massimizzare i profitti, magari a discapito del bene comune e, soprattutto, di uno sviluppo etico.
Più volte Papa Francesco ci ha messo in guardia da questo rischio. Oltre all’intervento tenuto in Puglia il 14 giugno 2024 al G7, il Santo Padre, lo scorso 22 giugno, nel discorso ai partecipanti al Convegno Internazionale promosso dalla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontefice sui temi dell’Intelligenza Artificiale, parlando di ‘pericolo di un rafforzamento del paradigma tecnocratico’ aveva lanciato una provocazione affermando: ‘siamo sicuri di voler continuare a chiamare intelligenza ciò che intelligenza non è?’.
Questo paradigma tecnocratico a discapito di una visione antropocentrica, si è riscontrato proprio in questi giorni, in alcune indiscrezioni dell’agenzia Reuters riguardanti la nota azienda OpenAI, la quale, forte degli investimenti finanziari che sta accumulando, intenderebbe raggiungere un nuovo obiettivo: con il progetto ‘Strawberry’, appartenente alla galassia della GenAI, avrebbe l’ardire di migliorare significativamente le capacità di ragionamento dell’Intelligenza Artificiale, eseguendo induzioni e deduzioni pari, se non superiori a quelli dell’essere umano.
Uno sviluppo dell’Intelligenza Artificiale che non sia nutrita di valori e non sia governata dalla persona umana, può portare al rischio che si ponga l’attenzione ad uno sviluppo tecnologico finalizzato solo alla massimizzazione del profitto a scapito del bene comune. Con una visione ristretta e settoriale dell’innovazione, nella quale viene meno il rapporto con l’etica, si giunge inevitabilmente ad assumere una visione miope e frazionata, che non porta beneficio globale ma individuale.
Probabilmente a tal proposito, qualche interrogativo riguardo cosa sia prioritario, se il beneficio individuale o quello globale, era già sorto anche a Jane Leike, ricercatore di alto livello e uomo chiave dell’azienda OpenIA, il quale venerdì 17 maggio 2024 si era dimesso sostenendo che, nello sviluppo di ChatGPT, ‘la sicurezza è stata messa in secondo piano rispetto alla creazione di prodotti sempre più scintillanti da vendere’.
In questo variegato mondo dell’Intelligenza Artificiale, c’è anche chi investe nelle competenze umanistiche come punto di partenza fondamentale per comprendere e guidare la GenAI nei processi aziendali. E’ il caso della ‘Generative AI Tamers – Domatori di Intelligenza Artificiale Generativa’: un corso di Alta Formazione realizzato da Umana, Agenzia per il lavoro, aperto ai laureati in discipline umanistiche, la quale ha avuto l’idea di formare dei veri e propri ‘domatori’ dell’Intelligenza Artificiale e il successivo inserimento nel mondo lavorativo.
Non mancano quindi le buone prassi per incentivare non solo il concetto di algoretica, ma anche la saggia intuizione di formare gli sviluppatori e gli utilizzatori dell’Intelligenza Artificiale, così che si possa avere una tecnologia fruibile dall’umanità e a favore del bene comune. Potrebbe essere auspicabile un’analoga formazione nelle Facoltà di teologia, a vantaggio dei futuri preti e dei laici che dovranno gestire una nuova e mai del tutto prevedibile situazione.
Notte sotto le stelle a Cascia: premio ‘Santa Rita Arbitra di umanità’

“Santa Rita è stata simbolicamente una ‘arbitra di umanità’, affrontando le varie espressioni di violenza del suo tempo da testimone di pace, con la forza del dialogo e della riconciliazione. Oggi, come allora, gli scenari politici, sociali ma anche sportivi testimoniano quanto ci sia bisogno di figure a tutela dell’umanità. Perciò, alla serata musicale da tempo dedicata alla memoria di Giacomo Persiani, la cui breve vita ha lasciato un segno di umanità indelebile a Cascia, affianchiamo quest’anno un premio speciale per l’Associazione Italiana Arbitri, che abbiamo deciso di consegnare alle tre donne che per prime e insieme hanno diretto una partita di Serie A, perché hanno costruito questo traguardo puntando su umanità, integrità e coraggio. L’augurio è che il ruolo di mediatrice di Rita possa ispirare e guidare in campo ogni figura arbitrale, così come tifosi o tecnici e giocatori, perché le partite non siano più teatro di insulti, aggressioni e minacce, e affinché l’umanità, che ci caratterizza e unisce, sia l’unica a vincere sempre”.
Con queste parole Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, aprirà l’evento Notte sotto le stelle, giovedì 8 agosto dalle 21.00, sul Sagrato della Basilica e in diretta sui social del monastero, Facebook facebook.com/monasterosantarita e Youtube youtube.com/user/monasterosantarita
All’evento storico, dedicato al ricordo di Giacomo Persiani, giovane musicista e organista del Santuario che morì a causa di una malattia nel 1997, si aggiunge, per volontà delle monache e del Comune di Cascia, l’ideazione del Premio ‘Santa Rita arbitra di umanità’, segno di incoraggiamento e vicinanza all’Associazione Italiana Arbitri.
“È veramente straordinario poter parlare di sport – sottolinea il Sindaco di Cascia Mario De Carolis – in occasione della serata ‘Notte sotto le stelle’ in onore di Giacomo Persiani, grande musicista e mio grande amico, fin dai tempi delle scuole superiori, e insieme al maestro Mhanna. Il messaggio che si vuole veicolare con questa iniziativa è la virtù di Santa Rita, cioè che dopo la passione e il coinvolgimento, a volte anche sopra le righe, delle tifoserie delle due squadre contrapposte, c’è sempre un momento di riconciliazione e di chiusura di queste passioni, rappresentato dalla fine della partita che l’arbitro sancisce con il triplice fischio finale.
La durata di una partita di calcio è in fondo un esempio della vita e delle passioni umane, a volte anche cruente e non facili da gestire dalle parti coinvolte, e cioè giocatori, pubblico e arbitro, ma è davvero necessario ricordare (e Santa Rita ci aiuta in questo in maniera determinante) che senza riconciliazione si perde troppo facilmente il senso e il gusto del gioco stesso, perché nessuna partita di calcio può giocarsi senza l’altro e, in fondo, nell’altro riusciamo a ritrovare noi stessi e la nostra identità.
Per questi motivi, anche per questi motivi, ogni forma di rispetto va sempre mantenuta verso gli arbitri, gli avversari e i tifosi dell’altra squadra, perché è in questo modo che potremo giocare le partite migliori della nostra vita”.
All’evento sarà presente il Presidente dell’AIA Carlo Pacifici, che ha dichiarato: “È con grande piacere che come Associazione Italiana Arbitri partecipiamo al concerto ‘Notte sotto le stelle’ presso il Sagrato della Basilica di Santa Rita da Cascia. In Umbria, anche se è solo il secondo anno che organizziamo i raduni pre Campionato delle varie Commissioni nazionali, ci sentiamo a casa, grazie all’accoglienza ricevuta dalla comunità locale e dal Monastero stesso.
Il conferimento a Maria Sole, Francesca e Tiziana del Premio ‘Santa Rita arbitra di umanità’ è stata poi una sorpresa speciale. Le nostre ragazze, protagoniste pochi mesi fa della prima terna interamente femminile nella storia della Serie A, rappresentano infatti un movimento fatto di oltre 2300 associate che operano ad ogni livello ed in ogni ruolo. Ringraziando quindi per l’invito il Sindaco di Cascia Mario De Carolis e la Madre Priora Suor Maria Rosa Bernardinis, auguriamo a tutti una piacevole serata”.
Ad accompagnare il Presidente, una delegazione in rappresentanza della Commissione Arbitri Nazionale di serie A e B, guidata dal designatore e responsabile Gianluca Rocchi.
L’obiettivo dello speciale Premio, che sarà consegnato all’interno della serata dalla Priora e dal Sindaco, è quello di valorizzare e tutelare l’umanità, che accompagna la professionalità delle figure arbitrali ed è spesso messa a rischio, in campo e fuori. Nel dettaglio il premio sarà assegnato alla prima Terna Arbitrale Femminile di Serie A: l’arbitro Maria Sole Ferrieri Caputi e le assistenti Francesca Di Monte e Tiziana Trasciatti. Un primato unico e di grande significato il loro, per l’universo sportivo come per quello femminile, che le claustrali e l’amministrazione vogliono omaggiare.
Fisicamente, il Premio si presenta come un trofeo, personalizzato e dalla creazione unica che esalta due simboli della santità di Santa Rita: la rosa, simbolo ritiano per eccellenza, che spicca nella parte superiore e ricorda come sia possibile fiorire nonostante le spine della vita; l’anello nuziale, incastonato nella base in legno, costituito da due mani che si stringono, proprio come si fa nel campo da gioco, raffigurazione di rispetto, unione e pace.
Il riconoscimento, alla prima edizione, ha origini nel forte legame già esistente tra il mondo arbitrale e Santa Rita, rappresento da Massimiliano Grilli, assistente arbitrale per 12 anni in serie A di cui 7 Internazionale, in questa stagione componente CRA Umbria Osservatori Arbitrali e coordinatore per l’Umbria Project Woman.
Un legame, che ha abbracciato anche la comunità delle agostiniane, sancito dalla donazione di un ex voto a Santa Rita nel 2011, esposto nelle teche che circondano la Cappella nella Basilica che custodisce il corpo della santa. Si tratta della sua divisa del centenario dell’AIA che Grilli ha personalmente portato a Cascia come segno della grande devozione che nutre da bambino.
Fin dagli inizi sui campi di calcio, Rita lo ha sempre accompagnato: Massimiliano ha custodito un’immagine della Santa sul cuore all’interno del suo taccuino e da lei ha ricevuto forza, dolcezza e serenità. E’ stato il primo arbitro a testimoniare a Santa Rita quella profonda e vera umanità, che con il Premio il Comune e le monache vogliono valorizzare.
Priora del convento di santa Rita da Cascia: ‘facciamo tacere le armi’

“La santità della nostra amata Rita passa per la sua umanità, come figlia, donna, moglie, madre e suora calata nel mondo e in relazione con l’altro. A conclusione della Festa a lei dedicata, voglio lanciare con forza un nuovo appello per la pace nel mondo, a partire dalle martoriate Ucraina e Terra Santa, ricordando che essa dipende proprio dalla salvaguardia della nostra umanità. Che passa dall’amore per il prossimo, attraverso l’empatia, la compassione, il rispetto reciproco, la solidarietà. Invito tutti a coltivare la cura dell’altro e il dialogo, con la consapevolezza che ogni vita è sacra. E che non esiste amore senza giustizia, né giustizia senza amore”.
Così ha commentato suor Maria Rosa Bernardinis, priora del Monastero Santa Rita da Cascia, al termine dei festeggiamenti solenni della taumaturga umbra, che ha visto confluire nella cittadina umbra migliaia di pellegrini da tutto il mondo, con il tutto esaurito nelle strutture ricettive.
Anche il card. Robert F. Prevost, prefetto del dicastero dei Vescovi, nell’omelia del solenne Pontificale, ha citato Santa Rita come esempio di pace, certo che arriverà se la chiederemo a Dio con la sua stessa fede: “In questi tempi colpiti dalla violenza della guerra dove sembra che la rivalità e l’odio abbiano l’ultima parola, santa Rita appare chiaramente come un’agente di autentica pace e riconciliazione.
A lei, che è riuscita a ottenere la riconciliazione tra la sua famiglia e quella del suo defunto marito, chiediamo, con la nostra preghiera, che ci aiuti ad avere il dono della pace nel mondo, specialmente in Medio Oriente, in Ucraina e in tanti posti dove il grido degli innocenti non viene ascoltato”.
Però, ha sottolineato che la pace nel mondo nasce dalla pace interiore: “Ma sappiamo che la pace esterna è frutto della pace interna, la pace spirituale. Dall’amicizia dell’uomo con Dio proviene l’amicizia tra gli uomini, cioè la pace tra i popoli. Il Signore sempre aspetta la conversione dei suoi figli, aspetta la nostra conversione.
Quante conversioni si sono realizzate con l’intercessione di santa Rita, quante riconciliazioni tra gli uomini, quanti miracoli nel passato e adesso; per questo la chiamiamo la Santa degli impossibili. Nulla è impossibile a Dio, bisogna soltanto pregare con una fede incrollabile. Chiediamo la pace per il mondo con la stessa fede di Santa Rita e Dio ascolterà la nostra voce”.
Per questo, nell’anno dedicato alla preghiera ha invitato a vivere più intensamente la fede: “Cari fratelli e sorelle, che la festa di oggi ci incoraggi a vivere con coraggio la fede come la visse Santa Rita nelle diverse circostanze e che la sua continua intercessione faccia di noi veri discepoli cristiani uniti totalmente al Signore, e agenti della pace che al mondo può concedere soltanto Dio”.
Intanto continua anche dopo la Festa la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi della Fondazione Santa Rita da Cascia, creata nel 2012 dalle monache agostiniane per rendere più strutturate le loro opere di solidarietà, in favore dei suoi progetti per i più fragili in Italia e nel mondo, tra cui quello con destinazione Cuzco, in Perù. Per maggiori informazioni festadisantarita.org.
(Foto: SantaRitadaCascia)
Epifania del Signore: manifestazione di Dio al mondo

‘Epifania’, termine greco, significa ‘manifestazione’: Gesù si manifesta al popolo ebreo e al mondo intero. Assunta la natura umana, venuto sulla terra per salvare l’uomo e ricongiungere la terra con il cielo, Gesù annuncia la sua venuta ufficialmente con segni assai eloquenti e chiari. Gli ebrei, popolo di Dio, sono chiamati attraverso gli Angeli che annunciano ai pastori la sua nascita; a tutti gli altri popoli Dio si manifesta con una stella.
Natale: Dio ha passione per l’uomo

Questo è il tempo della vergogna, della sfiducia, del risentimento e della sofferenza. Mi riservo da cinque anni solo questa opportunità annuale per gli auguri in prossimità del Santo Natale e dell’anno che verrà per scrivervi brevemente cari amministratori del bene comune. La sanità non è un problema di questo o di quell’altro schieramento politico.
Fabrizio Venturi: Cristiani, Musulmani ed Ebrei sul palco del Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2024 per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune

Fabrizio Venturi, Direttore artistico del Festival della Canzone Cristiana, che si terrà a Sanremo dal 7 al 9 febbraio 2024, nel teatro ‘Festival della Canzone Cristiana – Fos’, in concomitanza con il Festival della Canzone Italiana, fa sapere che la manifestazione canora, giunta alla sua terza edizione, tratterà il tema della Pace e del Dialogo interreligioso. “Non solo Festival, ma anche conferenze, dibattiti e tavole rotonde caratterizzeranno la tre giorni sanremese”, ha dichiarato Venturi, il quale ha aggiunto:
Papa Francesco ai biblisti: Bibbia è patrimonio di tutti
Da Capodarco: musica in comunità per un ‘welfare più umano’

La Comunità di Capodarco di Fermo ‘non solo luogo di cura ma di incontro e proposta. Un’estate di concerti, testimonianze e convivialità per sostenere la Campagna “Welfare umano’ avviata nel 2022. Prossimi appuntamenti: 2 Luglio con gli archi del Ta Néa Trio e 8 Luglio con il concerto dell’Ensemble di Ottoni Aeris, musiche da Piazzolla a Morricone, da Piovani a Bernstein, ad ingresso gratuito con degustazione finale.
Giornata del Rifugiato: superare l’emergenza

“Circa 100.000.000 uomini, donne e bambini, in tutti i continenti, sono costrette a lasciare le proprie case per trovare protezione contro la persecuzione, gli abusi, le violenze. Il senso di umanità e il rispetto per i più alti valori iscritti nella Costituzione repubblicana impongono di non ignorare il loro dramma. Nel celebrare oggi la Giornata Mondiale del Rifugiato è opportuno ribadire che le iniziative di assistenza a queste persone, e in particolare ai rifugiati che si trovano in condizioni di particolare vulnerabilità, devono essere accompagnate dalla ricerca di un’indispensabile e urgentissima soluzione strutturale di lungo periodo”.