Oggi contro la tratta di esseri umani

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“Saluto i giovani di tanti Paesi venuti per la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta, che si celebrerà l’8 febbraio prossimo, memoria di Santa Giuseppina Bakhita, la suora sudanese che da ragazza era stata schiava. Anche oggi tanti fratelli e sorelle vengono ingannati con false promesse e poi sottoposti a sfruttamenti e abusi. Uniamoci tutti per contrastare il drammatico fenomeno globale della tratta di persone umane”: così al termine della recita dell’Angelus di domenica scorsa ha ricordato che oggi è la giornata di preghiera contro la tratta di esseri umani sul tema ‘Camminare per la dignità’.

‘Camminare nella dignità. Ascoltare. Sognare. Agire’: è il tema della X Giornata internazionale di preghiera e sensibilizzazione contro la tratta di esseri umani, istituita nel 2015 da papa Francesco in occasione della festa di Santa Bakhita, la sudanese sorella vittima della tratta e simbolo universale dell’impegno della Chiesa contro questa piaga, ribadito anche oggi nel messaggio inviato agli organizzatori della giornata:

“Insieme camminiamo sui passi di santa Bakhita, la suora sudanese che da bambina fu venduta come schiava ed è stata vittima della tratta. Ricordiamo l’ingiustizia che ha subito, la sua sofferenza, ma anche la sua forza e il suo percorso di liberazione e di rinascita a una nuova vita. Santa Bakhita ci incoraggia ad aprire gli occhi e le orecchie, per vedere gli invisibili e ascoltare chi non ha voce, per riconoscere la dignità di ciascuno e per agire contro la tratta e ogni forma di sfruttamento”.

Il papa, sottolineando l’invisibilità della tratta, ha invitato ad ascoltare chi chiede aiuto: “E’ fondamentale avere la capacità di ascoltare chi sta soffrendo. Penso alle vittime dei conflitti, delle guerre, a quanti sono colpiti dagli effetti del cambiamento climatico, alle moltitudini di migranti forzati, a chi oggetto di sfruttamento sessuale o lavorativo, in particolare le donne e le bambine. Ascoltiamo il loro grido di aiuto, lasciamoci interpellare dalle loro storie; e insieme con le vittime e con i giovani ritorniamo a sognare un mondo in cui le persone possano vivere con libertà e dignità”.

E’ un invito a contrastare questo fenomeno schiavistico: “Sappiamo che è possibile contrastare la tratta, ma bisogna arrivare alla radice del fenomeno, sradicandone le cause. Vi incoraggio pertanto a rispondere a questo appello alla trasformazione, in memoria di santa Giuseppina Bakhita, simbolo di coloro che, purtroppo ridotti in schiavitù, possono ancora riconquistare la libertà. E’ una chiamata a non rimanere fermi, a mobilitare tutte le nostre risorse nella lotta contro la tratta e nel restituire piena dignità a quanti ne sono stati vittime. Se chiuderemo occhi e orecchie, se resteremo inerti, saremo complici”.

La tratta di esseri umani è il processo attraverso il quale le persone vengono costrette o attirate da false prospettive, reclutate, trasferite e costrette a lavorare e vivere in condizioni di sfruttamento o abuso. Si tratta di un fenomeno, come avvertono i recenti rapporti delle Nazioni Unite, in continua e drammatica evoluzione. L’evento è trasmesso in diretta in 5 lingue (inglese, spagnolo, portoghese, francese, italiano) su www.prayagainsttrafficking.net, come ha affermato ha affermato suor Abby Avelino, coordinatrice della Giornata;

“La tratta è intorno a noi, nelle nostre città, ma spesso è invisibile ai nostri occhi. Con questa Giornata vogliamo aumentare la consapevolezza sulla tratta, riflettere sulla situazione di violenza e ingiustizia subita dalle vittime di questo fenomeno globale, proporre proposte concrete soluzioni. Invitiamo tutti ad ascoltare e osservare con attenzione, a sognare insieme ai giovani un mondo migliore e ad agire per il cambiamento, a partire dall’impegno personale, comunitario e istituzionale per contrastare efficacemente le cause della tratta e dello sfruttamento”.

L’iniziativa è coordinata da Talitha Kum, la rete internazionale anti-tratta che conta oltre 6000 sorelle, amiche e partner, promossa dall’Unione Internazionale dei Superiori Generali (UISG) e dall’Unione dei Superiori Generali (USG), in collaborazione con il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, il Dicastero per la Comunicazione, il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica Life, Rete Mondiale di Preghiera del Papa, Caritas Internationalis, CoatNet, Movimento dei Focolari, Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, Unione Internazionale delle Associazioni Femminili Cattoliche (WUCWO), Gruppo di Lavoro JPIC-Anti-Traffico (UISG/UISG), The Clewer Initiative, l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, la Federazione Internazionale di Azione Cattolica, l’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (AGESCI), il Gruppo Santa Marta e molte altre organizzazioni nel mondo.

La tratta di esseri umani è il processo attraverso il quale le persone sono costrette o attirate da false prospettive, reclutate, trasferite e costrette a lavorare e vivere in condizioni di sfruttamento o di abuso. Le vittime della tratta possono essere costrette allo sfruttamento sessuale, ai matrimoni infantili, precoci e forzati, o allo sfruttamento lavorativo, ad esempio nei settori domestico, agricolo, alberghiero, minerario e manifatturiero.

Lo sfruttamento implica una limitazione della libertà personale e l’esercizio di un potere sulla vittima attraverso la violenza o la punizione reale o minacciata. La tratta di esseri umani priva le persone della loro dignità, del potere sulla propria vita e del diritto di vivere in modo sicuro e libero.

La tratta di esseri umani colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Non esiste un unico profilo di persona trafficata, ma le donne e le ragazze sono particolarmente vulnerabili a causa delle disuguaglianze economiche, sociali, familiari, culturali e religiose. Secondo le statistiche delle Nazioni Unite sulla tratta di persone (2020 UNODC Global Report on Trafficking in Persons), le donne e le ragazze rappresentano il 72% delle vittime identificate di tratta, con una percentuale che aumenta significativamente nel contesto della tratta a scopo di sfruttamento sessuale. A livello globale, una vittima su tre individuata è un bambino.

Secondo i missionari scalabriniani presenti in Europa e Africa, nel mondo sono 28.000.000 le persone sottoposte a lavori forzati e 22 milioni costrette in matrimoni forzati, per un totale di 50 milioni di vittime di schiavitù moderna, soprattutto donne (70%) e bambini (25%). A queste vittime si possono aggiungere gli oltre 50.000 migranti morti, in questi ultimi anni, nel tentativo di realizzare quel ‘desiderio di speranza’, che si realizza nel fuggire guerre e violenze: “I trafficanti di esseri umani privano le persone più vulnerabili dei loro diritti fondamentali e rubano i loro sogni ed ‘aspirazioni di speranza’.

Contro di loro i governi nazionali e sopranazionali, come l’Unione europea, emettono roboanti dichiarazioni di guerra ‘senza quartiere in ogni anglo dell’orbe terracqueo’. In realtà, il loro obiettivo principale (se non unico) è quello di spegnere all’origine il ‘desiderio di speranza’ di migranti e rifugiati, bloccandoli nei loro paesi di origine o chiedendo (dietro lauta ricompensa) ai complici di trafficanti dei ‘cosiddetti Paesi terzi sicuri’ (Libia, Tunisia, Egitto, Turchia, Albania, Ruanda…) di tenerli in custodia nei loro ‘accoglienti’ centri di detenzione”.

La soluzione per i missionari scalabriniani consiste in percorsi per una migrazione regolare con progetti di integrazione: “Oggi come ieri, l’unico modo per lottare e sconfiggere contrabbandieri e trafficanti non è tanto di chiedere (‘obbligandoli con accordi di cooperazione’) ai paesi di partenza o di transito (magari in cambio di denaro o di mezzi militari) di bloccare migranti e rifugiati (anche in veri e propri lager) ma di stabilire percorsi per la migrazione regolare di quanti non sono ancora partiti e, anche se non di più, percorsi d’integrazione per quanti sono già arrivati e vivono nei nostri Paesi, costretti nella marginalità. In tal modo si potrebbe rispondere in maniera sensata ed efficace ai deficit demografici, alle carenze dei mercati del lavoro, alle esigenze globali di sviluppo sostenibile e cooperazione internazionale”.

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