Papa Francesco: un Giubileo per riparare la terra e rallegrarsi

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Nella Giornata Mondiale di Preghiera per la cura del creato papa Francesco ha inviato un messaggio, nel quale ha ricordato che il tema scelto he il tema scelto per la celebrazione di questa giornata è dedicato al ‘Giubileo per la Terra’, nel giorno in cui ricorre il 50^ anniversario del Giorno della Terra, scandito da cinque parole (ricordare, ritornare, riposare, riparare e rallegrarsi):

“Il Giubileo è anche un tempo di grazia per fare memoria della vocazione originaria della creato ad essere e prosperare come comunità d’amore. Esistiamo solo attraverso le relazioni: con Dio creatore, con i fratelli e le sorelle in quanto membri di una famiglia comune, e con tutte le creature che abitano la nostra stessa casa… Il Giubileo, pertanto, è un tempo per il ricordo, dove custodire la memoria del nostro esistere inter-relazionale”.

Poi c’è il tempo del ritorno: “Il Giubileo è un tempo per tornare indietro e ravvedersi… Il Giubileo è un tempo di ritorno a Dio, nostro amorevole creatore. Non si può vivere in armonia con il creato senza essere in pace col Creatore, fonte e origine di tutte le cose…

Particolarmente durante questo Tempo del Creato, ascoltiamo il battito della creazione. Essa, infatti, è stata data alla luce per manifestare e comunicare la gloria di Dio, per aiutarci a trovare nella sua bellezza il Signore di tutte le cose e ritornare a Lui”.

Un altro tempo è quello del riposo: “Durante il Giubileo, il Popolo di Dio era invitato a riposare dai lavori consueti, a lasciare, grazie al calo dei consumi abituali, che la terra si rigenerasse e il mondo si risistemasse. Ci occorre oggi trovare stili equi e sostenibili di vita, che restituiscano alla Terra il riposo che le spetta, vie di sostentamento sufficienti per tutti, senza distruggere gli ecosistemi che ci mantengono”.

Ed il papa ha dedicato anche un pensiero al lockdown: “L’attuale pandemia ci ha portati in qualche modo a riscoprire stili di vita più semplici e sostenibili. La crisi, in un certo senso, ci ha dato la possibilità di sviluppare nuovi modi di vivere. E’ stato possibile constatare come la Terra riesca a recuperare se le permettiamo di riposare: l’aria è diventata più pulita, le acque più trasparenti, le specie animali sono ritornate in molti luoghi dai quali erano scomparse. La pandemia ci ha condotti a un bivio”.

Un altro tempo sottolineato dal papa è quello del riparare: “Esso invita a ristabilire relazioni sociali eque, restituendo a ciascuno la propria libertà e i propri beni, e condonando i debiti altrui. Non dovremmo perciò dimenticare la storia di sfruttamento del Sud del pianeta, che ha provocato un enorme debito ecologico, dovuto principalmente al depredamento delle risorse e all’uso eccessivo dello spazio ambientale comune per lo smaltimento dei rifiuti. E’ il tempo di una giustizia riparativa”.

Riprendendo il discorso di san Giovanni Paolo II nel 2001 alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, in cui parlava di ‘un nuovo tipo di colonialismo’, papa Francesco ha chiesto una giustizia equa verso i popoli indigeni: “Siamo tenuti a riparare secondo giustizia, assicurando che quanti hanno abitato una terra per generazioni possano riacquistarne pienamente l’utilizzo.

Occorre proteggere le comunità indigene da compagnie, in particolare multinazionali, che, attraverso la deleteria estrazione di combustibili fossili, minerali, legname e prodotti agroindustriali… E’ necessario consolidare le legislazioni nazionali e internazionali, affinché regolino le attività delle compagnie di estrazione e garantiscano l’accesso alla giustizia a quanti sono danneggiati”.

Infine il Giubileo è un tempo per rallegrarsi: “Al contempo, siamo testimoni di come lo Spirito Santo stia ispirando ovunque individui e comunità a unirsi per ricostruire la casa comune e difendere i più vulnerabili. Assistiamo al graduale emergere di una grande mobilitazione di persone, che dal basso e dalle periferie si stanno generosamente adoperando per la protezione della terra e dei poveri. Dà gioia vedere tanti giovani e comunità, in particolare indigene, in prima linea nel rispondere alla crisi ecologica…

Ci rallegriamo anche che le comunità credenti stiano convergendo per dare vita a un mondo più giusto, pacifico e sostenibile. E’ motivo di particolare gioia che il Tempo del Creato stia diventando un’iniziativa davvero ecumenica. Continuiamo a crescere nella consapevolezza che tutti noi abitiamo una casa comune in quanto membri della stessa famiglia!”

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