Incontro col clero di Roma. Il gioco delle tre carte

Condividi su...

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 13.01.2024 – Vik van Brantegem] – Questa mattina il clero della Diocesi di Roma ha assistito ad un triste epilogo della discussione su Fiducia supplicans. Da questo punto in puoi, dopo questa prima volta che il Papa si è espresso di persona, diventa sempre più difficile trovare un modo per commentare, per non essere accusato – falsamente – di essere “contro il Papa”. Già prima, ovviamente, non era facile, perché la Dichiarazione del Cardinal Tucho è stata pubblicata con l’approvazione papale specifica. A margine: sinceramente, non abbiamo capito cosa c’è da ridere.


È difficile commentare, e non osservare, che c’è stato ancora una volta il gioco delle tre carte, per confondere gli ingenui e ignoranti (che non è un’offesa, ma l’indicazione di coloro che ignorano). Mi ricordo che il gioco delle tre carte ho visto per la prima volta davanti ad una stazione della metropolitana a Londra, metà anni Settanta, e rimase stupito non dall’abilità del giocatore, ma dalla stupidità dei polli che venivano spellate, con l’aiuto dell’assistente nel gioco di prestigio.

L’incontro dei sacerdoti della Diocesi di Roma con il loro Vescovo, si è svolto a porte chiuse, in assenza della stampa. E il risultato si vede già, notando le differenze sostanziali tra il breve take dell’ANSA e l’articolo sostanziale di Silere non possum, con l’articolo dietetico fornito da Vatican News e il comunicato anoressico pubblicato sul sito del Vicariato della Diocesi di Roma.


1. ANSA
Ora: 12.59
Titolo: Il Papa, benediciamo le persone, non le associazioni Lgbt
Testo: Il provvedimento sulle benedizioni delle coppie gay riguarda “le persone, non le organizzazioni. Se viene l’associazione Lgbt no, le persone invece sempre”. Lo ha detto Papa Francesco all’incontro a porte chiuse con il clero romano, secondo quanto riferito da fonti presenti. Poi ha spiegato perché in Africa il provvedimento non sarà adottato: “La cultura non lo accetta”. Ma ha aggiunto: “Noi benediciamo le persone, non il peccato”, “forse vengono come coppie o come persone”. E poi ha fatto un esempio: “Quando benediciamo un imprenditore non ci chiediamo se ha rubato”.

2. Silere non possum
Testo del paragrafo: In merito a Fiducia supplicans, Francesco ha detto: «Benedire le persone, sempre. Non le organizzazioni. Le persone. Viene la società per la promozione degli LGBT e chiede la benedizione, questo no. Ma se viene la persona, questo sì. Benedire le persone sempre». Ad un sacerdote congolese che ha chiesto spiegazioni anche in merito alla presa di posizione dei presuli africani, il Papa ha detto: «Lì in Africa c’è una cultura molto speciale nei confronti degli omosessuali e fa che questo non si capisca molto bene. Il Cardinale Ambongo [Fridolin Ambongo Besungu ndr] ha spiegato bene questo. Dico questo: sempre benediciamo i peccatori ma non il peccato. È vero che è una questione che tocca il quarto comandamento, scusami il sesto comandamento e le cose sono un po’ brucianti. Tante volte non ci domandiamo che benediciamo imprenditori, politici che sono criminali».

3. Vatican News
Ora: 14.15
Titolo: Si benedicono le persone, non il peccato
Testo: Ha quindi risposto a domande sulla benedizione delle coppie omosessuali, affermando che non cambia la dottrina sul sacramento del matrimonio tra un uomo e una donna. Si benedicono le persone, non il peccato. Alla domanda di un sacerdote africano, ha detto che la cultura dell’Africa non accetta queste benedizioni perché ci sono sensibilità diverse e che questo è stato chiarito con il Cardinale Ambongo. Poi ha affermato che tanti non leggono bene i testi della Chiesa: ci vuole un buon ascolto, ha sottolineato, ricordando che i conflitti vanno gestiti ma non nascosti.


Commenti

1. L’orario è importante. I 76 minuti di differenza con l’ANSA ha dato a Vatican News l’occasione per “verificare” la versione “autorizzata”.
La differenza si nota già nel titolo: il “non le associazioni Lgbt” dell’ANSA, per Vatican News diventa “non il peccato”. Idem nel testo.
ANSA riporta virgolettate, Vatican News no. Non possiamo neanche attendere una versione “ufficiale”, che rimane comunque non affidabile, se non accompagnata dalla registrazione completa, non manomessa.

2. In realtà la questione con Fiducia supplicans non è certa in relazione “associazioni Lgbt”, di cui inspiegabilmente, è per la prima volta che se ne senta parlare.
Il problema è diverso, e Papa Francesco furbescamente fa finta di non capirlo.
Secondo Fiducia supplicans non vengono benedetto le singole persone, come afferma, ma le persone come coppia.
E una coppia di omosessuali che si presenta per essere benedetta (e non due persone separata singolarmente), sono in una situazione di peccato manifesta, esattamente come una coppia di conviventi o sposati civilmente etero che non vivano in castità.
Va letta l’ultima parte del numero 31 di Fiducia supplicans, dove si parla di coppie ben stabilite in unioni dalle quali è impossibile possa scaturire qualcosa di buono, perché vivono nel peccato mortale che porta all’inferno, “ma mendicano che tutto ciò che di vero di buono e di umanamente valido è presente nella loro vita e relazioni, sia investito, sanato ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo. Queste forme di benedizione esprimono una supplica a Dio perché conceda quegli aiuti che provengono dagli impulsi del suo Spirito – che la teologia classica chiama “grazie attuali” – affinché le umane relazioni possano maturare e crescere nella fedeltà al messaggio del Vangelo, liberarsi dalle loro imperfezioni e fragilità ed esprimersi nella dimensione sempre più grande dell’amore divino”.
Quindi, che c’entrano ora all’improvviso le associazioni Lgbt? Il problema sono le coppie, non le persone, che vengono sempre benedette. Che Francesco stesso vada a leggere Fiducia supplicans, perché, anche se ha approvato espressamente la Dichiarazione, pare che non l’ha letto, nella migliore delle ipotesi. Altrimenti dobbiamo pensare che sperava che i suoi sacerdoti non l’hanno letto…
Altra questione – ma in Fiducia supplicans non se ne parla – è che “gli attivisti per i diritti dei gay dentro e fuori la Chiesa hanno chiesto la benedizione della Chiesa sulle unioni tra persone dello stesso sesso come passo necessario affinché la Chiesa si conformi definitivamente alla cultura e abbracci i matrimoni tra persone dello stesso sesso”, come ha osservato Mons. Joseph Fred Naumann, Arcivescovo metropolita di Kansas City, nel suo articolo sul giornale diocesano The Leaven del 12 gennaio 2024 [QUI].
Sono gli organizzazioni “degli attivisti per i diritti dei gay dentro e fuori la Chiesa”, le cui rappresentanti Papa Francesco riceve con tutti gli onori, benedicendoli e elogiandoli, come per esempio New Ways Ministry e Suor Jeannine Gramick, nota per il suo impegno a favore di una piena accettazione delle persone gay, lesbiche e trans nella Chiesa Cattolica. Oppure Padre James Martin, S.I., molto attivo a favore della piena accettazione delle persone LGBTQ nella Chiesa Cattolica.
Vero è che Fiducia supplicans è espressione delle woketeologia, il wokismo applicato alla Chiesa, come ha osservato nella sua nota il filosofo Thibaud Collin [QUI] e di cui Mons. Naumann nel già citato articolo ha scritto: “Personalmente, penso che tentare di forzare una ridefinizione della benedizione in un modo che possa essere interpretato come un adattamento alla cultura woke non aiuta a portare avanti questa grande priorità pastorale”.
Ed è questo che con il riferimento alle “associazioni Lgbt” Papa Francesco involontariamente ricorda, negando loro la benedizione, non negandola ai loro rappresentanti.
Woke, letteralmente “sveglio”, è un aggettivo della lingua inglese con il quale ci si riferisce allo “stare all’erta”, “stare svegli” nei confronti delle ingiustizie sociali o razziali. La voce è entrata nei dizionari della lingua inglese nel 2017 attraverso il movimento attivista statunitense Black Lives Matter. Woke è correlato a due sostantivi. Con il primo, wokeness, si intende il “non abbassare la guardia”, sempre in riferimento a quanto scritto sopra, quindi indicherebbe uno stato di “consapevolezza”, in particolare di fronte a problemi sociali come il razzismo e la disuguaglianza. Il secondo è wokeism (italianizzato in wokismo) che indica il comportamento e gli atteggiamenti sensibili alle ingiustizie sociali e politiche. Penetrato nel linguaggio politico anche in Europa, Asia e America Latina, woke viene utilizzato principalmente per indicare il politically correct e la cancel culture.

3. Papa Francesco ha usato un esempio, di cui Vatican News non parla. Secondo ANSA: “Quando benediciamo un imprenditore non ci chiediamo se ha rubato”. Secondo Silere non possum: “Tante volte non ci domandiamo che benediciamo imprenditori, politici che sono criminali”. Certamente non è il massimo come esempio. Va benedetto l’imprenditore anche se è un conclamato usuraio e da pubblico scandalo, facendo credere che la Chiesa approva? La Santa Sede ha rifiutato 1 milione e mezzo di euro per l’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù da Leonardo. E ha fatto benissimo. Però, se il CdA di quel produttore di armi chiedesse a un sacerdote di benedire l’impresa, cosa dovrebbe rispondere quel sacerdote? Dovrebbe dire: “Non posso benedire questa impresa. Posso benedire singolarmente le persone che vi lavorano”. Mutatis mutandis…

4. In riferimento alla spiegazione offerta da Papa Francesco, perché in Africa il provvedimento non sarà adottato, quanto segue.
«Papa Francesco, coppie gay, preti sposati, morale sessuale: la guerriglia tradizionalista contro il Pontefice. La dichiarazione sulla benedizione delle coppie omosessuali, contestata in Africa, ha dato la stura alle contestazioni del fronte conservatore che vuole ipotecare la battaglia in vista del prossimo Conclave» (Iacopo Scaramuzzi – la Repubblica, 9 gennaio 2024).
«Benedizione delle coppie gay, i vescovi africani formalizzano il loro no: “Il Papa e Fernandez sono stati d’accordo”» (Iacopo Scaramuzzi – la Repubblica, 11 gennaio 2024).
«Il Papa ha aperto la porta ad una differenziazione all’interno della Chiesa che, pur rimanendo unita sui fondamenti della dottrina, lascia alle diverse sensibilità culturali, senza censurarle, un certo margine di autonomia nella fissazione delle proprie preferenze e idiosincrasie» (Iacopo Scaramuzzi – la Repubblica, 12 gennaio 2024).
«Rendetevi conto di quanto possa essere contraddittorio un soggetto che scrive per un giornale spazzatura come Repubblica. Avete idea di cosa significhi affermare una assurdità del genere? Come se la Cassazione dicesse che un estremista islamico può picchiare la moglie per motivi culturali. Pura follia!» (Silere non possum).

Postscriptum

1. All’inizio dell’incontro, Papa Francesco “ha invitato a fare domande liberamente, con sincerità. Ce ne sono state una trentina”, abbiamo appreso da Vatican News, che ne menziona soltanto una, sulla Fiducia supplicans, appunto. Poi, in pochissime righe Vatican News afferma che il Papa ha definito la Diocesi di Roma una “terra di missione”, ha lanciato un appello all’evangelizzazione di tutta la comunità ecclesiale, ha annunciato che riprenderà a visitare le parrocchie della diocesi, ha parlato della necessità della evangelizzazione in un contesto pagano sottolineando l’importanza della testimonianza; ha detto che i diaconi devono stare in mezzo alla gente, al servizio di quanti hanno bisogno; ha ricordato che le omelie devono essere brevi, di circa 7/8 minuti, dirette, cogliendo lo spirito della Parola di Dio.
Inoltre, riferisce Vatican News, il Papa ha invitato a perdonare sempre: io perdono sempre, che bisogna sempre avere misericordia. In questo contesto segnaliamo l’articolo di Massimo Matzuzzi su Il Foglio di oggi.


«Ti benedico, ma in dieci secondi. La Chiesa della fede a cronometro
Basta parlare di peccato originale, ha detto un vescovo tedesco. È l’idea di una Chiesa che deve solo consolare e coccolare. Come una tisana serale
Sempre meno si parla e discute del problema centrale: la fede che evapora, gli uomini e le donne del nostro tempo che non credono più. Con il rischio, sempre più attuale, che ci si trasformi in una gigantesca organizzazione assistenziale
È il dramma del sedicesimo secondo. Il povero prete che sa di poter e dover benedire la “coppia irregolare” ma che deve farlo rapidamente, in modo che non sia un atto liturgico ma solo pastorale. Senza creare confusione, scandalo o dar l’idea che quel suo atto così solenne sia una legittimazione dell’unione tra i due poveri cristiani che ha di fronte. Deve farlo in dieci, massimo quindici secondi, ha stabilito il “comunicato stampa” del dicastero per la Dottrina della fede, divulgato due settimane dopo la Dichiarazione approvata dal Papa che dava il via libera alla benedizione di tutti, regolari e irregolari. Determinando la sollevazione di interi episcopati, e non solo quelli africani, che giovedì con un comunicato dettagliato hanno spiegato che lì, a casa loro, non ci sarà alcuna benedizione per le coppie omosessuali. E’ la prima volta che accade: un intero continente non darà attuazione a un documento approvato dal Pontefice. La gravità del fatto è testimoniata dalla premessa di “incrollabile attaccamento al Santo Padre” (in tempi di scismi minacciati, veri o presunti, meglio ribadirlo) e per tentare di salvare il salvabile si fa sapere che il Papa e perfino il prefetto dell’ex Sant’Uffizio sono stati informati e hanno approvato la dichiarazione africana. Anime candide e pretoriani autoproclamatisi tali di Francesco hanno risolto tutto spiegando che questa è la sinodalità (si spera di no, visto che sarebbe penoso ridurre una questione così centrale al fatto che ognuno a casa sua può fare come più gli pare). (…)» (Matteo Matzuzzi – Il Foglio, 13 gennaio 2024 [QUI]).

2. Comunicato della Diocesi di Roma, 13 gennaio 2024
Papa Francesco ai sacerdoti: Roma terra di missione
Papa Francesco ha incontrato questa mattina, sabato 13 gennaio, il clero romano nella basilica di San Giovanni in Laterano. Oltre 800 tra sacerdoti, diocesani e religiosi, e diaconi permanenti in servizio pastorale nella diocesi di Roma hanno accolto l’invito a partecipare all’appuntamento in cattedrale, che si è svolto con un dialogo aperto e familiare in un clima di cordialità.
Il Papa è arrivato poco dopo le 9 nella basilica ed è stato accolto dal cardinale vicario Angelo De Donatis. Alla preghiera dell’ora media è seguito il saluto del porporato e quindi il dialogo tra i sacerdoti e Francesco. Un incontro riservato, come tradizione per gli appuntamenti con il clero romano, che si è concluso intorno a mezzogiorno. Il Papa, parlando di Roma come «terra di missione», ha lanciato un appello all’evangelizzazione a tutta la comunità ecclesiale e ha annunciato che riprenderà a visitare le parrocchie della diocesi, dopo lo stop imposto dalla pandemia.
L’incontro è stato preceduto dai tre appuntamenti dei mesi scorsi – sempre a porte chiuse – nelle prefetture della diocesi in cui Francesco ha potuto ascoltare i problemi del territorio e confrontarsi con i “suoi” sacerdoti.

3. Sull’incontro, il sito Silere non possum ha fornito ulteriori dettagli con un post su X: «Papa Francesco ai preti della Diocesi di Roma: “Gesù fa un po’ lo scemo”. Poi si scaglia contro i preti giovani. Il solito disco rotto. Molti preti romani, però, hanno dato forfait e diverse sedie erano vuote». E con un articolo dettagliato [QUI].

4. Inoltre, segnaliamo gli articoli di Franca Giansoldati su Il Messaggero:

Papa Francesco: «Vanno benedette le persone, non le associazioni Lgbt». Il messaggio ai preti romani. L’esempio di Bergoglio: «Quando benediciamo un imprenditore non ci chiediamo se ha rubato» [QUI]
Papa Francesco, all’incontro con i preti di Roma anche il caso Rupnik, l’ex gesuita espulso dall’Ordine per abusi [QUI]

Indice – Fiducia supplicans [QUI]

Free Webcam Girls
151.11.48.50