Inizia il restauro del baldacchino di san Pietro

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“Un restauro impegnativo e necessario, come si spiegherà nel corso di questa conferenza stampa, ma anche di particolare significato perché intrapreso nella prospettiva dell’ormai prossimo Giubileo del 2025. Il lavoro che il Santo Padre Francesco si è compiaciuto di autorizzare e che oggi si annuncia, si concluderà infatti a dicembre del corrente anno, poco prima dell’apertura della Porta Santa”: così ah esordito il card. Mauro Gambetti, arciprete della basilica papale di san Pietro in Vaticano, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e presidente della Fabbrica di San Pietro, presentando gli interventi di restauro del Baldacchino in bronzo dorato della basilica di San Pietro, i cui lavori inizieranno dopo il 12 febbraio.

Ed ha descritto la tomba che custodisce il corpo di san Pietro: “Una tomba umilissima custodisce le spoglie dell’Apostolo Pietro sotto l’altare papale: una semplice fossa scavata nella terra del colle Vaticano dai primi cristiani di Roma al tempo dell’imperatore Nerone. Una sepoltura da sempre venerata sulla quale il papa Silvestro e l’imperatore Costantino edificarono una prima grande basilica nel IV secolo, sostituita nel Cinquecento, per volontà del papa Giulio II della Rovere, dalla attuale.

Due edifici di imponenti dimensioni pensati grandi fin dal principio per una naturale vocazione all’accoglienza, per poter ospitare una moltitudine di persone provenienti da ogni parte del mondo. Da quasi duemila anni la sepoltura di Pietro costituisce un forte richiamo per tutti i popoli della terra”.

Un baldacchino che è il centro della basilica: “Ovunque visibile, il Baldacchino – alto quanto un palazzo di dieci piani – è il fulcro della Basilica, evidenzia la presenza di Pietro nella Confessione Vaticana e rappresenta il cardine attorno al quale ruota l’intera architettura della Basilica. Motivato da una premurosa e doverosa sollecitudine di tipo conservativo, questo restauro si colloca alla vigilia di un anno giubilare e, concluso l’Anno Santo, nella prospettiva del IV centenario della Dedicazione della nuova Basilica Vaticana, avvenuta (come è noto) il 18 novembre dell’anno 1626 con il papa Urbano VIII Barberini. Desidero inoltre far notare che questo necessario intervento viene intrapreso (per la prima volta in maniera sistematica e completa) 250 anni dopo gli importanti restauri settecenteschi ed esattamente 400 anni dopo l’inizio dei lavori per il Baldacchino”.

Dopo aver descritto brevemente il baldacchino l’arciprete della basilica di san Pietro ha parlato del restauro: “Tornando al tema del restauro, il lavoro sul Baldacchino di San Pietro si caratterizza come un’attività particolarmente complessa e articolata per l’importanza della documentazione, della logistica, delle ricerche di archivio, delle indagini scientifiche, dell’allestimento dei ponteggi, dell’organizzazione del cantiere in concomitanza con le attività e la vita liturgica della basilica e, naturalmente, dei diversificati interventi conservativi”.

Il restauro è stato sostenuto dai Cavalieri di Colombo ed il prof. Patrick Kelly, Cavaliere Supremo dei Knights of Columbus, ha spiegato il motivo di questo sostegno artistico: “Beh, in primo luogo… è il baldacchino del Bernini! E’ un capolavoro unico di arte sacra, subito riconoscibile e impressionante. Ma come se ciò non bastasse, questo progetto è perfettamente in linea con la nostra missione e la nostra storia di servizio alla Chiesa e, in modo particolare, ai successori di san Pietro”.

Comunque l’attività dei ‘Cavalieri di Colombo’, istituiti nel 1882, è anche caritativa: “Complessivamente, grazie ai ricavi del programma di assicurazione sulla vita e attraverso le attività caritative, i Cavalieri di Colombo hanno donato $ 185.000.000i in beneficenza e solo lo scorso anno hanno dedicato 49.000.000 di ore al volontariato”.

E’ stato papa Benedetto XV ad esortarli nel servizio ai poveri: “Il primo a chiamarci al servizio attivo qui a Roma è stato, nel 1920, Papa Benedetto XV. Aveva visto il nostro lavoro caritativo in Europa durante la prima guerra mondiale e ci domandò di aiutarlo ad assistere i giovani poveri di Roma, che soffrivano in seguito alla guerra. I Cavalieri aprirono centri sportivi in tutta la città; il primo si trovava dove ora sono l’Aula Paolo VI e la casa ‘Dono di Maria’ delle Missionarie della Carità.

Attualmente i nostri centri sportivi proseguono la loro attività sotto la guida del direttore della nostra sede romana, il conte Enrico Demajo. Proseguendo il nostro servizio per la gente a Roma, lo scorso anno abbiamo offerto la nostra assistenza per una nuova iniziativa in città, ispirata dalla particolare attenzione che Papa Francesco ha espresso per i senzatetto”.

Tale collaborazione si inserisce nel loro impegno caritativo: “Il nostro contributo a questo restauro rispecchia il nostro impegno persistente verso i nostri principi fondamentali della carità e dell’unità. Di fatto, sono poche le opere d’arte che esprimono questa unità con più chiarezza e immediatezza.

Di certo qui intorno ci sono teologi più qualificati di me tuttavia mi pare di capire che parte della teologia evocata con questo baldacchino è quella della rappresentazione simbolica di una tenda (basata sulla chuppah ebraica) che rende manifesto il matrimonio di Dio con la sua sposa, la Chiesa.

Posta sotto la splendida cupola di San Pietro, ci ricorda che Dio ha scelto di abitare in mezzo a noi. E’ disceso sulla terra nella persona di Gesù Cristo, sorgente della nostra unità e incarnazione della carità. E l’altare coronato dal baldacchino è letteralmente costruito sulla roccia: la tomba di Pietro, principe degli apostoli. Ed è l’altare dove il sacrificio di Cristo viene continuamente offerto dal Successore di Pietro stesso”.

L’ingegner Alberto Capitanucci, Responsabile dell’Area Tecnica della Fabbrica di San Pietro in Vaticano, ha fornito alcune caratteristiche tecniche dell’opera: “Asciugando le informazioni tecniche al minimo, vale ricordare come il Baldacchino, unica opera nella quale si vede la collaborazione tra Bernini e Borromini, è una stupefacente ‘macchina’ di ispirazione processionale, unica nel suo genere per monumentalità.

Quasi 30 m di altezza e oltre 60 t di peso complessivo, basamenti in marmo di circa 2,5m di altezza e colonne in bronzo decorate in oro di circa 11m che sorreggono, sui quattro lati, cornici e drappelloni decorati. Il soffitto è in legno, impreziosito da elementi in bronzo dorato.

Gli angeli sul coronamento misurano quasi 4 metri di altezza, e le quattro volute tripartite che si staccano dalla parte superiore dell’attico sostengono al loro apice le quattro grandi api, decorazione della base del globo sormontato dalla Croce”.

Infine il dott. Pietro Zander, Responsabile della Sezione Necropoli e Beni Artistici della Fabbrica di San Pietro in Vaticano, ha accennato all’intervento conservativo che è impegnativo ed articolato: “Presupposto alla pianificazione del lavoro è infatti la consapevolezza di confrontarci con un gigante. Un gigante dell’arte di tutti i tempi, ma ancor prima un gigante per forma e dimensione.

Sua Eminenza ci ricordava che il Baldacchino è alto quanto un palazzo di dieci piani: misura esattamente, dal pavimento alla croce, metri 28,74. Il suo peso complessivo è di 63.000 Kg, ovvero 63 tonnellate. Anche le sue singole parti hanno dimensioni impressionanti: i quattro basamenti marmorei su cui si impostano le colonne tortili misurano 2 metri e 60 centrimetri di altezza. Le quattro colonne in bronzo dorato sono alte 11,32 metri, hanno un diametro alla base di m 1,20 e pesano ciascuna più di 9 tonnellate. Le statue dei quattro angeli sul fastigio superiore raggiungono la superba altezza di 4 metri e pesano ciascuna 2 tonnellate e mezzo.

Le quattro coppie di putti che sostengono le chiavi e il triregno di San Pietro e la spada e il libro di San Paolo, sono alte tra i due metri e venti e i due metri e cinquanta. Infine la croce posta sulla sommità, sopra il globo dorato, è ugualmente alta due metri e venti. Va poi considerato che il Baldacchino di bronzo dorato, non è solo di bronzo e di bronzo in parte brunito e in parte dorato”.

(Foto: wikipedia)

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